Compreso in: Chiesa di S. Stefano - complesso, Dongo (CO)
Chiesa di S. Stefano - complesso
Dongo (CO)
Indirizzo: Viale Mons. P. Bellesini (Nel centro abitato, isolato) - Dongo (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Il complesso architettonico è composto dalla chiesa e dal campanile. La chiesa si sviluppa ad unica navata con cappelle laterali e presbiterio quadrangolare; ai lati dell'altare due accessi immettono nella sacrestia, a destra, e nella Cappella delle Confraternite, a sinistra, che conservano entrambe le strutture e le decorazioni ad affresco delle absidi della precedente chiesa. Le strutture murarie sono in blocchi e bozze di pietra locale, intonacate sia all'esterno che all'interno. La copertura è a tetto a due falde con manto in lastre di pietra della Valmalenco. Il campanile, a pianta quadrangolare è ubicato sul lato sud; la cella campanaria è alleggerita da ampie monofore incorniciate da semplici lesene
Epoca di costruzione: 1716 - 1735
Autori: Barbello Gian Giacomo, chiesa, decorazione; Quaglio Giulio, chiesa, decorazione; Salterio Stefano, chiesa, decorazione; Scotti Carlo, chiesa, decorazione; Tagliaferri Luigi, chiesa, restauro decorazione; Torricelli Giovanni Antonio, chiesa, decorazione
Comprende
Descrizione
La chiesa sorge in posizione isolata a nord dell'abitato di Dongo nei pressi della riva del lago. L'edificio attuale è il risultato del rinnovamento settecentesco dell'antica chiesa plebana documentata a partire dal XII secolo. La severa facciata è scandita da due ordini di lesene, separati da una cornice in pietra e sormontati da un timpano triangolare. Nella parte inferiore spicca il portale centrale affiancato da due porte laterali mentre la parte superiore presenta al centro un ampio finestrone rettangolare, che dà luce all'interno, e due nicchie laterali con basamento, forse destinate ad accogliere delle statue. Sul fianco destro dell'edificio sorge il campanile a torre, completato nel XVIII secolo, che riprende il motivo delle lesene angolari. La parte absidale, affacciata verso il lago, è caratterizzata da una singolare cornice terminale sulla quale si innestano sottili lesene. A lato dell'abside, in corrispondenza della parete terminale della navata, si può scorgere il perimetro di una meridiana ampiamente consunta dal tempo.
L'interno è a navata unica, coperta a volta, con cappelle laterali, e presenta una ricca decorazione pittorica realizzata in gran parte nel XVIII secolo. Lungo le pareti della chiesa, scandite da lesene con capitelli compositi, si aprono dieci nicchie nelle quali sono inserite statue in stucco settecentesche, realizzate dallo scultore Stefano Salterio, che raffigurano S. Stefano, titolare della chiesa, e altri Santi patroni delle parrocchie appartenenti alla Pieve di Dongo. La prima cappella a destra, dedicata a S. Pietro, è arricchita da un ciclo di affreschi realizzati dal pittore intelvese Carlo Scotti nel 1771, con alcuni rifacimenti eseguiti da Luigi Tagliaferri nel XIX secolo, e conserva sull'altare in marmo una tela seicentesca che raffigura la Consegna delle chiavi a S. Pietro attribuita a Fra' Gerolamo Cotica da Premana. La seconda cappella destra, dedicata all'Addolorata, presenta una ricca decorazione pittorica, incentrata sul tema dei Dolori della Vergine, eseguita nel 1743 dal pittore lainese Giulio Quaglio, come documenta un'iscrizione sulla parete. Ai lati dell'altare, che conserva una statua lignea della Madonna Addolorata affiancata da quattro colonne tortili in marmo di Varenna, sono raffigurati quattro testimoni della Passione: Maria Maddalena, Veronica, S. Giovanni, Giuseppe di Arimatea. La volta ospita tre scene: al centro la Pietà, sui due lati la Crocifissione e la Deposizione. Infine sulle pareti laterali il ciclo prosegue con altri episodi della Vita di Maria. Nei pressi del presbiterio si possono ammirare due imponenti organi collocati simmetricamente sulle due pareti. Il presbiterio presenta al centro un altare in marmi policromi sormontato da un Crocifisso e da sei candelieri ma è caratterizzato soprattutto da una ricca decorazione pittorica dedicata alla figura di S. Stefano ed eseguita dal pittore Carlo Scotti. Sulle pareti laterali sono raffigurate due scene: la Disputa di S. Stefano e la Lapidazione. Sulla volta del presbiterio spicca la Gloria di S. Stefano mentre nella volta dell'abside è rappresentata una finta architettura entro la quale si svolge l'Adorazione dell'Agnello mistico. A lato del presbiterio si trova la sacrestia nella quale è stata inglobata l'abside trecentesca che conserva sulle pareti e nelle lunette un ciclo di affreschi seicenteschi con storie di S. Giovanni Battista, di S. Giovanni Evangelista, di S. Giorgio, di S. Ambrogio e di S. Defendente, attribuito a Gian Giacomo Barbello. Lungo la parete sinistra della navata la seconda cappella, dedicata al Ss. Crocifisso, presenta una decorazione neoclassica realizzata da Filippo Bellati. Proseguendo lungo la navata si raggiunge il vano del battistero, dove si conserva una vasca battesimale di epoca rinascimentale, oltre il quale si apre la prima cappella sinistra, decorata con un ciclo ad affreschi settecenteschi con Storie di S. Marta, attribuito al pittore Giovanni Antonio Torricelli.
Notizie storiche
L'esistenza di una chiesa plebana dedicata a S. Stefano è documentata a partire dal XII secolo, come conferma una pergamena del 1119 che ricorda un edificio di culto attorno al quale venivano eseguite le sepolture. A questa prima chiesa potrebbero appartenere i resti di pavimentazione messi in luce durante i lavori di consolidamento eseguiti fra il 1923 ed il 1929 e posti ad un livello di circa tre metri inferiore a quello attuale. Nel corso del XIV secolo, come ricorda una lapide datata 1315, l'edificio fu oggetto di un intervento di ampliamento al termine del quale la chiesa presentava una struttura a tre navate con relative absidi. Secondo quanto riferisce la visita pastorale del 1593 l'abside maggiore era decorata da affreschi e conservava pregevoli ancone. Un ulteriore intervento decorativo fu eseguito nel corso del XVII secolo al quale risale il ciclo dipinto sulle pareti e sulla volta dell'abside destra, oggi inglobata nella sagrestia. Questi affreschi infatti sono stati attribuiti a Gian Giacomo Barbello, autore nel 1628 anche di una tela con l'Immacolata e S. Giovanni Battista, S. Giovanni Evangelista, S. Bernardo e S. Antonio Abate un tempo collocata sulla controfacciata. Tuttavia la chiesa, posta a ridosso delle rive del lago, era continuamente esposta alle esondazioni e quindi nel 1716 l'Arciprete Giuseppe Stampa decise di procedere alla demolizione e ricostruzione dell'edificio alzando il livello del pavimento. Furono mantenute le absidi minori, inglobate nella sagrestia e nella Cappella delle Confraternite, e fu realizzata una nuova chiesa ad una sola navata, coperta a volta, con cappelle laterali. I lavori edili furono eseguiti nell'arco di una ventina di anni, come sembra testimoniare l'iscrizione con la data 1735 posta sulla facciata, mentre negli anni successivi prese avvio la decorazione del presbiterio e delle cappelle che si protrasse per diversi anni. Nel 1743 furono completati gli affreschi della seconda cappella destra, eseguiti e firmati dal pittore lainese Giulio Quaglio. Alla metà del XVIII secolo, probabilmente al 1756, dovrebbero risalire invece gli affreschi della prima cappella sinistra, attribuiti a Giovanni Antonio Torricelli. La ricca decorazione del presbiterio e gli affreschi della prima cappella destra furono eseguiti solo nella seconda metà del XVIII secolo da Carlo Scotti, anch'egli nativo di Laino. Al 1770 dovrebbe risalire il ciclo sulle pareti e sulla volta dell'abside mentre la decorazione della cappella destra fu eseguita probabilmente nel 1771. Negli stessi anni furono eseguite anche le statue in stucco collocate nelle nicchie lungo le pareti della navata opera dello scultore Stefano Salterio di Laglio. Il nuovo edificio fu quindi consacrato il 14 giugno del 1804 e solo successivamente fu completata la decorazione della seconda cappella sinistra, eseguita nel 1807 dal pittore Filippo Bellati. Nel corso del XIX secolo fu eseguito un primo intervento di restauro degli affreschi della prima cappella destra ad opera del pittore Luigi Tagliaferri. Nel 1884 la torre campanaria fu oggetto di un intervento di sopralzo successivamente rimosso a causa di segni di cedimento della struttura. Nel 1886 l'Ingegnere Emilio Bignami Sormani di Milano predispose un primo progetto di completamento della facciata che non fu però realizzato. Alcuni anni più tardi, nel 1930, un secondo progetto fu presentato dall'architetto Ugo Zanchetta di Milano ma non fu portato a termine. Nel frattempo le fondazioni della chiesa furono oggetto di un intervento di consolidamento, eseguito fra il 1923 ed il 1929. Nel 1985 fu dato avvio ad un intervento di restauro degli affreschi interni e nel 1991 furono sistemate e ritinteggiate le facciate esterne della chiesa.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Riferimenti bibliografici
Diocesi di Como, La Diocesi di Como. Dati e notizie per il 2005, Lipomo 2005
Pescarmona, D./ Rossi, M./ Rovetta, A., Alto Lario Occidentale, Como 1992
Zecchinelli, M., Le tre Pievi: Gravedona Dongo Sorico, Menaggio 1995
Rossi, M./ Rovetta , A., Pittura in Alto Lario tra Quattro e Cinquecento, Milano 1988
AA. VV., Pittura in Alto Lario e in Valtellina dall'Alto Medioevo al Settecento, Cinisello Balsamo 1995
Guida Italia, Lombardia Guida d'Italia del Touring Club Italiano, L'Alto Lago: da Menaggio a Colico, Milano 2005
Zecchinelli, M., L'Alto Lario, Como 1966
Rovi, A., La Provincia di Como, Il percorso delle arti figurative in Provincia di Como dal V al XVIII secolo, Lipomo 2002
Rovi, A., Arte Sacra in territorio lariano, Como 2002
Marocco Clerici, G., Recupero del Patrimonio Artistico della Provincia di Como, Schede degli interventi di restauro, Como 1990
Beltramelli, F., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, Dongo - Parrocchiale di S. Stefano, Cappella dell'Addolorata, Dongo 1999
Pozzi, A., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, La Chiesa plebana di S. Stefano in Dongo, Dongo 2004
Beltramelli, F., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, Dongo - Chiesa Parrocchiale di S. Stefano. Dipinti del coro, del presbiterio e delle rispettive volte, Dongo 2003
Beltramelli, F., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, Dongo - Chiesa Parrrocchiale di S. Stefano. 1° altare laterale a destra dedicato a S. Pietro (1771), Dongo 2002
Giussani, A., Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, La storica borgata di Dongo, Como 1939
Pozzi, A., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, Il miracolo del restauro ridona luminosità agli affreschi di S. Stefano in Dongo, Dongo 1991
Pozzi, A., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, S. Stefano: per la tenacia e la fede di una comunità diventa simbolo e vanto di Dongo, Dongo 1990
Foglia, G., Santuario Convento "Madonna delle Lacrime". Dongo 1553 - 2003, Menaggio 2002
AA. VV., La Chiesa di S. Stefano a Dongo, Como 2007
Beltramelli, F., La Valle Intelvi. Contributi per la conoscenza di ambiente, archeologia, architettura, arte, lettere e storia delle Valli e dei Laghi comacini, Carlo Scotti nella Chiesa di S. Stefano di Dongo, Como 2004
Beltramelli, F., La Valle Intelvi. Contributi per la conoscenza di ambiente, archeologia, architettura, arte, lettere e storia delle Valli e dei Laghi comacini, Carlo Scotti nella Chiesa parrocchiale di S. Stefano di Dongo - l'altare laterale a destra dedicato a San Pietro (1771), Como 2003
Credits
Compilazione: Catalano, Michela (2008); Leoni, Marco (2008)
Aggiornamento: Galli, Maria (2009)
Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00463/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).