Compreso in: Chiesa di S. Agata - complesso, Moltrasio (CO)
Chiesa di S. Agata - complesso
Moltrasio (CO)
Indirizzo: Via Antonio Besana - Vergonzago, Moltrasio (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Situata lungo il percorso dell'antica Via Regina, in frazione Crotti, la chiesa presenta un'interessante struttura muraria in pietra viva con decorazione ad archetti e a piccoli conci. Sulla parete esterna verso il monte é visibile un affresco rinascimentale molto deteriorato con il Martirio di S. Agata, vicino ad un grande S. Sebastiano di età tardogotica. La chiesa fu costruita in due tempi abbastanza ravvicinati: inizialmente comprendeva una cappella di due campate con volta a crociera, abside semicircolare e torre campanaria; poco dopo fu aggiunta verso il lago un navata laterale e un'altra campata alla navata maggiore. L'interno risulta dunque caratterizzato da due navate terminanti in absidi semicircolari comunicanti attraverso arcate a tutto sesto in corrispondenza delle campate. Il portale principale immette nella navata sinistra dove, sopra l'altare, pende un interessante Crocifisso ligneo* rinascimentale con le estremità polilobate.
Epoca di costruzione: sec. XI
Comprende
Descrizione
Lungo il tracciato dell'antica via Regina, nella frazione di Vergonzago, sorge la piccola ma preziosa chiesa di S. Agata.
È ormai dato consolidato che la chiesa abbia avuto due fasi costruttive, ancora leggibili nell'edificio attuale. Alla prima si deve l'odierna navata principale divisa in due campate con copertura a crociera e l'abside semicircolare; alla seconda si deve la navata meridionale e, probabilmente, anche la prima campata della navata maggiore, ottenuta forse chiudendo un originario portico.
Grazie al restauro del 2006 vennero alla luce, sulla volta a crociera della navata principale, alcuni resti degli affreschi medievali in cui si possono distinguere parti di un angelo e dei decori geometrici. Nell'abside della navata minore è riemerso un affresco raffigurante Cristo in mandorla tra i santi Rocco e Antonio abate, da riferire al XVI secolo e attribuibile a Giovanni Andrea De Magistris (Frigerio).
Sulla facciata a capanna la discrepanza delle fasi costruttive è evidente.
La parte più antica è caratterizzata da archetti ciechi che corrono lungo il sottotetto, completamente assenti nell'altra. In quest'ultima si scorge chiaramente un secondo ingresso tamponato, mentre il principale che è nella parte più antica, occupa quasi totalmente lo spazio di una precedente trifora ancora leggibile. Nel fianco meridionale, caratterizzato da possenti contrafforti, si aprono due finestre strombate sotto alle quali si riconoscono due archi, la cui funzione non è chiara. Sul fianco opposto, rivolto verso la via Regina, sono visibili due affreschi: il primo, di grandi dimensioni, raffigura S. Cristoforo ed è databile al xiii secolo; l'altro, racchiuso da tre archetti ciechi, è notevolmente rovinato e rappresenta il Martirio di S. Agata.
Su questo fianco si innesta lo slanciato campanile, diviso in cinque ordini da archetti ciechi.
Notizie storiche
L'edificio, nominato per la prima volta nel 1215, testimonia il culto locale della santa, che ha origini più antiche, come ricorda un documento del 1197 in cui si attesta la presenza di un ente assistenziale a lei dedicato.
La prima fase, a cui va riferito anche il campanile, risalirebbe alla seconda metà dell'xi secolo, mentre è più difficile datare l'ampliamento che, comunque, non può allontanarsi di molto dal XIII- XIV secolo. Per ottemperare alle richieste successive alle visite pastorali effettuate con maggiore regolarità a partire dal XVI secolo, si attuarono diverse modifiche sull'edificio che comportarono l'eliminazione degli affreschi deteriorati dall'umidità, la tamponatura di alcune finestre, l'innalzamento del pavimento del presbiterio. La facciata fu dipinta di rosso, come testimoniano ancora oggi dei resti molto sbiaditi in alcuni punti.
Nei secoli successivi la chiesa, impiegata talvolta come lazzaretto, venne progressivamente abbandonata, anche in concomitanza con la costruzione della nuova parrocchiale. Nel xviii secolo il giuspatronato della chiesa, che era appartenuto fino ad allora alla famiglia Odescalchi, passò ai Lucini Passalacqua, proprietari della villa neoclassica adiacente alla chiesa. Nel secolo scorso si susseguirono diversi interventi di restauro per consolidare la muratura e salvaguardare gli affreschi originari che però erano stati quasi totalmente danneggiati dall'umidità. Si procedette, allora, ad una nuova decorazione delle pareti, come testimoniano i motivi geometrici delle volte della navata minore, ripristinati durante l'ultimo importante intervento del 2006.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Credits
Compilazione: Leoni, Marco (2006)
Aggiornamento: Galli, Maria (2010); Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO260-00103/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).