Palazzo Stanga Trecco
Cremona (CR)
Indirizzo: Via Palestro, 36 - Cremona (CR)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Edificio a corte in parte porticato a piano terra con grandi arcate, sostenute da colonne tuscaniche. Il secondo piano è scandito da bifore con capitello pensile inquadrate da paraste trabeate. Oltre la corte si estende il Giardino all'italiana. La facciata principale a due piani è caratterizzata da finestre sagomate ai lati del portale, con arcate polilobate, ricche cornici e decori.
Epoca di costruzione: fine sec. XV - fine sec. XVIII
Autori: Rodi, Faustino, riforma; Manfredini, Giuseppe, decorazione
Descrizione
Situato lungo via Palestro, di fronte alla Chiesa di S. Vincenzo, Palazzo Stanga Trecco è attualmente sede dell'Istituto Agrario Stanga. La raffinata facciata di gusto barocchetto, suddivisa su due piani con i rispettivi mezzanini, è movimentata da grandi finestre sagomate, arcate polilobate, cornici e ferri battuti. Superato l'ingresso il palazzo si articola attorno ad una grande corte porticata dove spicca, nell'ala opposta alla facciata, un'originaria architettura rinascimentale. Si tratta di un'importante opera decorativa in cotto che nella composizione riprende gli ornati dei primi palazzi bramanteschi lombardi e ricorda altri edifici rinascimentali della città; a piano terra si apre in grandi arcate finemente decorate, sostenute da colonne tuscaniche, mentre un elaborato fregio marcapiano divide il primo dal secondo ordine, che richiama esempi locali del tardo quattrocento. L'interno dell'edificio riserva altrettanto interesse: troviamo il monumentale scalone neoclassico adorno di statue, sormontato da una doppia cupola ellittica e numerose sale e saloni con soffitti decorati e affrescati da pittori settecenteschi. Ma l'ambiente più noto è la Sala di Napoleone, o stanza dei desideri di Vincenzo Stanga: l'alcova decorata dai maggiori artisti del tempo, con il contributo di abili artigiani, conserva gli arredi e i tessuti originali neoclassici.
Notizie storiche
La storia del palazzo è legata a quella della nobile famiglia cremonese degli Stanga, che ne entra in possesso nel 1467. E' però solo negli anni seguenti, tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, che sono realizzati i lavori di costruzione del palazzo rinascimentale di cui oggi si conserva l'ala occidentale affacciata sulla corte interna: la splendida facciata viene risparmiata per la sua unicità quando, nel Settecento, il palazzo è rimaneggiato in occasione delle nozze del marchese Vincenzo Stanga e i lati interni della corte, contigui ad essa ed opposti, vengono ripresi semplificandone i motivi decorativi. L'incarico è affidato all'architetto Faustino Rodi che esegue anche l'imponente scalone d'onore e riforma la parte nobile del palazzo, aggiornandola secondo le nuove necessità sociali. Dopo i lavori compiuti dal Rodi il palazzo ospita al piano nobile, oltre all'appartamento dove è realizzata la camera nuziale, anche l'appartamento "famigliare", vera residenza della famiglia con tutte le stanze rivolte verso la strada (via Palestro), e l'"appartamento Rosso". L'intervento di Vincenzo Stanga, volto a sottolineare la grandiosità della sua residenza, prevede anche l'ampliamento del giardino che deve diventare uno dei primi e magnifici esempi di parco all'inglese del territorio provinciale. L'opera, appena iniziata, si arresta subito per la prematura scomparsa del proprietario.
Uso attuale: intero bene: scuola
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2007)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2012); Marino, Nadia (2015)
Descrizione e notizie storiche: Marino, Nadia
Fotografie: Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CR070-00027/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).