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Palazzo Eliseo Raimondi

Cremona (CR)

Indirizzo: Corso Giuseppe Garibaldi, 178 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Cremona (CR)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Palazzo Raimondi che sorge lungo corso Garibaldi, è distribuito su due piani ed ha un impianto a U che descrive una corte interna porticata in controfacciata.

Epoca di costruzione: 1496 - 1511

Autori: De Lera, Bernardino, progetto

Descrizione

Palazzo Raimondi sorge lungo corso Garibaldi, una delle più antiche ed importanti vie della città, indicata come strada magistra nella pianta di Cremona di Antonio Campi del 1583. L'edificio, distribuito su due piani, ha un impianto a U che descrive una corte interna porticata in controfacciata. Si distingue nettamente da tutti gli altri edifici rinascimentali cremonesi, caratterizzati da paramenti murari in cotto a vista, per la sua splendida facciata rivestita in marmi bianchi e rosa che richiama alcuni palazzi fiorentini; elevata su di un alto zoccolo, questa è percorsa orizzontalmente da imponenti cornici marcapiano e doppie paraste scandiscono la superficie in dieci grandi riquadri decorati a bugnato dentro i quali si aprono le finestre architravate ed il portale al centro. A coronamento della facciata corre un'elegante gronda a scozia dipinta con elementi decorativi antropomorfi e fitomorfi di gusto classicheggiante, rifatti intorno al 1920, mentre sono originari quelli su vicolo Raimondi. Nella corte interna il portico è scandito da tre arcate sorrette da colonne binate, decorate da superbi capitelli scolpiti da Gaspare Pedone coevi al palazzo cinquecentesco. Un fondale di gusto romantico, dipinto nel cortile dal pittore Giovanni Motta nel 1870, crea l'illusione di un ampliamento dello spazio. Al pianterreno si ammira una sala che conserva l'originale soffitto a cassettoni ottagonali, dipinto e dorato con fascia sottostante a grottesche, che si presume contenesse l'elegante camino in marmo rosso di Verona, opera di Gaspare Pedone, oggi conservato nella Sala della Giunta di Palazzo Comunale. Anche le sale del piano superiore hanno soffitti originali a cassettoni riccamente decorati, che sono però nascosti sotto le volte ottocentesche. Nell'ala di levante una grande sala, oggi divisa in vari ambienti, con soffitto a mensoloni decorati, doveva essere la camera nuziale del primo proprietario.

Notizie storiche

Voluto dal raffinato umanista Eliseo Raimondi, il Palazzo viene realizzato tra il 1490 e il 1511 su progetto dell'architetto cremonese Bernardino De Lera. In origine si trattava di un palazzo monumentale, con grandi sale, organizzato attorno ad un cortile centrale porticato, di forma rettangolare, che contava 6 colonne sui lati est ed ovest e cinque sugli altri lati, con loggiato superiore e ambienti di servizio nel lato occidentale. Il palazzo rimasto ai Raimondi fino alla prima metà del Settecento, negli anni successivi, a seguito di numerosi passaggi di proprietà, subisce diverse modifiche che ne alterano l'originaria struttura. La variazione più rilevante avviene nel corso dell'Ottocento, probabilmente quando il palazzo è ceduto al tenente austriaco Zaccaria Pommer a cui sarebbe attribuita la demolizione di parte del portico e della loggia superiore. Negli anni venti l'edificio è interessato da un generale intervento di restauro ispirato a criteri integrativi che riguarda la gronda a scozia della facciata e gli ambienti al piano nobile nei quali si ripristinano gli antichi soffitti lignei e i pavimenti vengono completamente sostituiti. Nel 1969 il Comune di Cremona, divenutone proprietario, destina il palazzo alla facoltà di Musicologia e Paleografia Musicale dell'Università di Pavia, e in parte alla Fondazione Walter Stauffer.

Uso attuale: museo; università; uffici

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Credits

Compilazione: Marino, Nadia (2007)

Aggiornamento: Marino, Nadia (2012); Marino, Nadia (2014)

Descrizione e notizie storiche: Marino, Nadia

Fotografie: Marino, Nadia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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