‹ precedente | 1 di 1 | successivo ›

Chiesa di S. Maria della Passione

Milano (MI)

Indirizzo: Via Conservatorio - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Chiesa con tribuna e monastero con chiostri, ora adibito a Conservatorio musicale. Sebbene all'interno sia ancora riconoscibile l'originaria costruzione a pianta a croce greca, la Chiesa ha una pianta a croce latina a tre navate dominata dalla cupola che si apre oltre le tre navate del piedicroce

Epoca di costruzione: ultimo quarto sec. XV

Autori: Battagio, Giovanni, progetto; Bassi, Martino, ampliamento

Descrizione

È lunga e complessa la storia della chiesa della Passione, e di lettura non agevole: per l'ampiezza dell'arco temporale, innanzitutto, che si allarga a coprire più o meno due secoli, e per la documentazione, assai lacunosa, di cui disponiamo; ma soprattutto per l'impossibilità di restituire un'immagine unitaria dell'edificio.
Il 22 luglio 1485 Daniele Birago, protonotario apostolico e consigliere ducale, membro importante di una ricca famiglia milanese legata alla corte sforzesca, decise di donare ai Canonici Regolari di sant'Agostino un suo vasto fondo, posto nella parrocchia di S. Stefano in Brolo: e poco lontano dall'antica cappella, o oratorio, di sua proprietà, che conservava una immagine della Madonna della Passione (Patetta, 1987). Birago si impegnava a fondare, per i Canonici, un monastero: e i religiosi, in cambio, avrebbero costruito l'edificio e una chiesa di conveniente decoro; all'interno di questa, nella cappella grande, Daniele Birago avrebbe avuto il suo monumento funebre.
Le fonti prima, e poi la letteratura critica, hanno sempre sostenuto che S. Maria della Passione nacque come chiesa a pianta centrale; e solo in seguito il disegno iniziale fu modificato, con l'aggiunta del corpo longitudinale a tre navate. Non conosciamo il nome dell'architetto che ideò la pianta a stella della tribuna, da sempre considerata uno dei risultati più alti, e raffinati, del Quattrocento milanese: un disegno poligonale, a ottagono, a cui è sovrapposta una croce greca, dai bracci sporgenti conclusi da absidi semicircolari; sui lati diagonali dell'ottagono sono poste le esedre, forse aggiunte più tardi (Patetta, 1987), e destinate a servire da cappelle gentilizie. Gli anni sono quelli delicati, per Milano, del passaggio dall'architettura di tradizione sforzesca alle nuove forme rinascimentali che proponeva allora Bramante: e nettamente bramantesco è qui il puro gioco a incastro di volumi geometrici cubici e semicircolari, in calibrata alternanza, che propone la visione esterna della tribuna. Patetta (1987), pur in assenza di evidenze documentarie, mantiene il riferimento a Battagio, già proposto da Baroni (1968) e avanza con cautela l'ipotesi di un coinvolgimento, nel cantiere, del Dolcebuono che, insieme a Bramante, nel 1488, inventa una struttura simile per il Duomo di Pavia.
Non è facile seguire le vicende del cantiere, negli anni successivi alla fondazione: per tutta la prima metà del Cinquecento le notizie di lavori sono rare, e riguardano tutte la costruzione delle cappelle gentilizie poste nelle esedre (Patetta, 1987).
Il tiburio, rispetto alla tribuna, mostra una cultura nettamente diversa: non più il disegno elegante del primo Rinascimento milanese, ma il tono severo, e le forme monumentali, della metà del Cinquecento.La costruzione del tiburio coincide con la ripresa dell'attività edilizia, ben documentata verso la metà del Ciquecento e dovuta, certamente, alla volontà del nuovo abate del monastero, l'ambizioso Giovanni Francesco Gadio.
Le notizie certe riprendono nel 1573, quando Martino Bassi, da poco chiamato a dirigere il cantiere, inizia la costruzione del corpo longitudinale a tre navate, con due file di cappelle laterali concluse da un'abside semicircolare: è scandita con ritmo solenne, la navata centrale, dai grandi archi che si aprono sulle navi minori, e coperta da una volta a botte, una soluzione che l'architetto modella, probabilmente, su quella ideata dal suo maestro Vincenzo Seregni per la chiesa di S. Vittore.
Appartiene alla prima storia della chiesa della Passione il monumento funebre di Daniele Birago e del fratello Francesco, che Andrea Fusina, con l'aiuto di Biagio da Vairone, scolpisce a partire dal 1496, su commissione dei deputati dell'Ospedale Maggiore (Zilocchi, 1981; Zambrano, 1997).

Notizie storiche

E' una diretta filiazione della non lontana comunità agostiniana, poi detta lateranense, che aveva sede in Santa Maria la Rossa di Crescenzago. Si trattava infatti della prima in ordine di tempo a cui la "Congregazione di Santa Maria di Crescenzago" aveva dato vita, con l'attiguo Monastero dei Lateranensi, oggi ospitante il Conservatorio di Musica.
Fu voluta fortemente da Daniele Birago, consigliere di Gian Galeazzo Sforza e poi vescovo di Mitilene, che incarica con atto notarile già nel 1485 i Canonici Lateranensi di costruire la chiesa e il monastero in un'area del Birago dove c'era già una cappella con la Madonna della Passione. Il primo progetto è di Giovanni Battagio. I lavori della tribuna terminano intorno al 1490, anno in cui si insedieranno i Canonici, che lasciano la vecchia chiesa e il monastero di S. Barnaba.
Fu concepita alla fine del XV sec., con una tribuna a pianta ottagonale con 3 bracci absidali e arricchita dal 1495 in poi con le quattro absidi semicircolari sui lati obliqui, così da ottenere una straordinaria forma stellare.
Nel 1510-11 per la decorazione della sala capitolare del monastero viene chiamato il Bergognone, con le figure dei Dottori della Chiesa, dei santi protettori dell'ordine e dei santi dei canonici lateranensi.
Il progetto per la costruzione della cupola e del tiburio è del 1550; l'edificazione delle navate iniziò solo nel 1573, sotto la direzione di Martino Bassi.
La facciata, elaborata, nelle linee fondamentali, da Martino Bassi, e poi rivista da Dionigi Campazzo, fu compiuta solo nel 1692.
Tra il 1838 e il '39, vengono effettuati restauri dei fianchi e della facciata; inoltre, all'interno, vengono scoperti nuovi affreschi del Borgognone.

Uso attuale: chiesa: chiesa; chiostri: conservatorio di musica

Uso storico: intero bene: convento lateranense

Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/ecclesiastica

Accessibilità: Sala Capitolare, Chiesa di Santa Maria della Passione
Orari: apertura: feriale dalle 7 alle 12
domenica 9.00 - 12.00./ 15.15.-18.15
Tel. Parrocchia: 02 76021370

Ai chiostri si accede tramite l'ingresso al Conservatorio, aperto nell' orario delle lezioni.

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)

Aggiornamento: Alinovi, Cristina (2015)

Descrizione e notizie storiche: Monaco, Tiziana; Ribaudo, Robert

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).