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Chiesa di S. Pietro in Gessate
Milano (MI)
Indirizzo: Corso di Porta Vittoria - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: La Chiesa presenta un impianto longitudinale a croce latina con tre navate, transetto aggettante con absidi semiottagonali e cinque cappelle per lato, pure semiottagonali, frutto di un progetto unitario nella coerenza di forme e dimensioni. Le navate sono divise da sette arcate ogivali impostate su colonne di granito in sostituzione dei pilastri compositi, sovrastate da capitelli a motivi fogliati. La copertura del corpo centrale è realizzata con volte a crociera, caratterizzate da nervature a toro e chiavi di volta con busti a rilievo; le cappelle laterali sono invece coperte da volte a ombrello. Una ricca decorazione pittorica sottolinea il gioco delle membrature architettoniche
Epoca di costruzione: 1460 - 1476
Autori: Solari, Guiniforte, ampliamento
Descrizione
Fin dalla fine del Duecento è testimoniata l'esistenza di una chiesa degli Umiliati dedicata ai Ss. Pietro e Paolo e detta in Glaxiate, con annesso monastero. Il secondo Trecento e il primo Quattrocento videro la progressiva decadenza del cenobio fino a quando, nel 1433, un breve papale soppresse la prepositura dei SS. Pietro e Paolo trasformandola in priorato della congregazione benedettina di S. Giustina a Padova. I lavori di ricostruzione della chiesa iniziarono verso il 1460, quando Acerrito e Pigello Portinari, responsabili della filiale milanese del Banco dei Medici, finanziarono la costruzione del coro e dell'abside maggiore, del capitolo e della sagrestia (uno stemma marmoreo dei Portinari è ancora visibile all'esterno del coro).
Dell'abside originaria della chiesa resta qualche traccia nel vano d'accesso quadrato con copertura a ombrello e nei capitelli pensili della sagrestia. Nel 1571, per volontà dell'abate Paolo Orio, essa venne prolungata e sopraelevata, dando origine all'alto e profondo volume tuttora esistente.
Gli archivi sono generosi di notizie da cui possiamo trarre testimonianza del rapido sorgere delle cappelle gentilizie sui fianchi della navata, dapprima sul lato sinistro, quindi a destra. Tali cappelle risultano legate, per il corredo pittorico e scultoreo, al patronato di illustri personaggi gravitanti intorno alla corte ducale, che avevano deciso di fissare la propria sepoltura in S. Pietro in Gessate.
Il nome dell'architetto responsabile del cantiere non è attestato nei documenti, ma le forme, le strutture e gli elementi decorativi appartengono con certezza all'ambito culturale dei Solari. In particolare il rilevamento delle marcate affinità tra S. Pietro in Gessate e S. Maria delle Grazie a Milano ha fatto convergere le ipotesi attributive sulla personalità di Guiniforte, che proprio verso il 1460 raggiungeva il culmine della fortuna professionale risultando coinvolto nei più significativi cantieri milanesi.
La chiesa presenta un impianto longitudinale a croce latina con tre navate, transetto aggettante con absidi semiottagonali e cinque cappelle per lato, pure semiottagonali, frutto di un progetto unitario nella coerenza di forme e dimensioni. Le navate sono divise da sette arcate ogivali impostate su colonne di granito in sostituzione dei pilastri compositi, sovrastate da capitelli a motivi fogliati. La copertura del corpo centrale è realizzata con volte a crociera, caratterizzate da nervature a toro e chiavi di volta con busti a rilievo; le cappelle laterali sono invece coperte da volte a ombrello. Una ricca decorazione pittorica sottolinea il gioco delle membrature architettoniche.
Sull'impianto solariano così impostato si è intervenuti più volte, nel corso dei secoli: dopo il già ricordato ampliamento cinquecentesco la zona absidale fu nuovamente oggetto di trasformazione in epoca barocca, quando furono ristrutturati pure il campanile (ancora visibile nel 1950) e i tre portali d'accesso. Il restauro condotto da Diego Brioschi negli anni 1910-12 interessò in particolare la facciata a capanna, con l'eliminazione dei due ingressi laterali e la loro sostituzione con alte monofore ogivali, la revisione del rosone centrale e delle aperture e l'aggiunta di acroteri fittili in corrispondenza dei quattro contrafforti e della sommità dei salienti. Dopo i gravi danneggiamenti provocati dai bombardamenti del 1943 e i successivi restauri, il chiostro si presenta oggi con eleganti arcate a pieno centro su snelle colonne, doppio fregio marcapiano e finestre scandite da semplici paraste al piano superiore.
Le cappelle del fianco sinistro della chiesa, con la loro decorazione pittorica e plastica, costituiscono un ricco repertorio della cultura figurativa lombarda tra la fine del Quattro e il primo Cinquecento.
Il transetto sinistro della chiesa conserva la sepoltura di Ambrogio Grifi, protonotario apostolico, consigliere ducale e archiatra degli Sforza, che ne finanziò la straordinaria decorazione.
Notizie storiche
Insigne chiesa solariana, con accanto Monastero dei Benedettini, già sede degli Umiliati e successivamente, dopo un breve periodo conseguente alla soppressione, fu dei frati Maurini. Rappresenta insieme a S. Maria delle Grazie la classica chiesa quattrocentesca con cappelle laterali, di ascendenza toscana.
Infatti, nel 1447 gli umiliati lasciano il convento per far entrare fisicamente i benedettini. Questi commissionarono probabilmente a Guiniforte Solari, nel 1460, la chiesa che oggi vediamo, terminata nel 1476.
Nel 1486, viene affrescata la cappella della Vergine di autore ignoto (forse scuola del de' Mottis, del Foppa, o del Butinone).
Nel 1489 Benedetto Briosco mette mano al monumento funebre per Ambrogio Grifi, medico di corte consigliere ducale e protonotaro apostolico e fondatore del collegio Grifi, da collocarsi presso la cappella della sua famiglia, dove tra il 1490 e il '93 intervengono il Butinone e lo Zenale per affrescarne le pareti con la Vita di Sant'Ambrogio.
Nel 1493 papa Alessandro VI, su istanza del duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza, convertì il titolo di priorato in quello di abbazia.
L'abbazia fu ricostruita all'inizio del Cinquecento a partire dai due chiostri lungo il fianco destro dell'edificio sacro. Uno di questi, era talmente delicato e di squisite fattezze da essere attribuito per secoli al Bramante, ma più verosimilmente va assegnato all'opera di Cristoforo Solari.
Tra il secolo XVI e XVII, la chiesa, allungata nella parte del presbiterio, ebbe manomissioni in facciata, al campanile, alle decorazioni interne
Accanto ai due chiostri più antichi, nell'Ottocento ne erano stati giustapposti altri due di scarso valore artistico.
Soppressa nel 1772, l'abbazia passò con tutta la sua dotazione patrimoniale e la relativa documentazione all'Orfanotrofio maschile, che qui ebbe la propria sede fino al 1932. Infatti il Monastero, dopo la soppressione, essendo donato da Maria Teresa al Pio Luogo Trivulzio, ospitò fin dal principio dell'Ottocento gli Orfani di San Martino, i famosi "Martinitt", provenienti da Via Manzoni, sotto la guida dei padri Somaschi (fondati da Girolamo Emiliani, ma poi soppressi nel 1810).
Nel 1933, traslocando i Martinitt nella nuova sede di Via dei Pitteri a Lambrate, l'amministrazione del Pio Luogo Trivulzio mostrò l'intenzione di alienare il bene. A quel punto, la Sovrintendenza fu costretta a vincolare almeno i due chiostri cinquecenteschi, affinché non venissero interessati da piani non conformi.
Nel 1938 nel quadro di accordi di cessioni tra la Provincia e il Comune, metà dell'area del monastero, viene acquistata dalla Provincia e l'altra metà viene destinata per la costruzione della nuova sede della Questura centrale ad opera del Piacentini.
Le pressioni furono tante e tali che ogni vincolo decadde, affinché Milano potesse avere nuove sedi per le importanti istituzioni: uno dei due antichi chiostri venne cancellato, l'altro spostato di qualche metro. Solo la guerra riuscì a far desistere da più nefasti piani.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: orario:
dal 15 set al 30 giu: 07.30-18.00 - prefestivi 08.30-12.00 16.30-20.00 - dom e fes 08.30-13.00 16.30-20.00;
dal 1 lug al 14 set: 08.00-12.00 - prefestivi 08.30-12.00 17.00-20.00 - dom e fes 08.30-12.00 17.00-20.00
Informazioni
telefono 02 54107424
Trasporti: Come arrivare: Tram 12 - 23 - 27
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)
Aggiornamento: Alinovi, Cristina (2015)
Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia; Ribaudo, Robert
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00027/
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