Chiesa di S. Barnaba
Milano (MI)
Indirizzo: Via Commenda - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Ha una sola navata, assai allungata, con cappelle laterali poco profonde, illuminata da una serliana posta in facciata
Epoca di costruzione: metà sec. XVI
Autori: Alessi, Galeazzo, rifacimento
Descrizione
Le vicende della chiesa, per come le conosciamo, cominciano nel 1545, quando i chierici regolari di S. Paolo, un ordine da poco fondato, ottengono l'uso dell'antica chiesetta di S. Barnaba in Brolo, del XII secolo, e della casa annessa. Dell'edificio antico non sappiamo molto (Robbiani, 1975): era certamente di piccole dimensioni, ma non conosciamo con esattezza né la forma né la posizione rispetto alla chiesa attuale. L'ipotesi più fondata è, secondo la maggioranza degli studiosi, quella avanzata da padre Galli che, nel 1892, diresse i lavori di scavo per realizzare la cripta progettata da Maciachini: a suo parere l'edificio antico era posto nella stessa direzione della nuova chiesa, e occupava l'area del presbiterio e del coro attuale.
Il primo progetto per la sistemazione della chiesa fu elaborato, molto probabilmente, dal priore dei Barnabiti, padre Morigia, appunto: un semplice ampliamento della chiesa, a quanto sappiamo, e in particolare dell'area del coro. Quando sia stato aperto il cantiere, però, non sappiamo: la sola certezza è che, in un documento del 1561, a proposito dei lavori in corso nel coro, compare per la prima volta il nome di Galeazzo Alessi, che da qualche anno era a Milano, impegnato nella costruzione del sontuoso palazzo di Tommaso Marino.
Dopo il primo intervento nel coro, probabilmente i Barnabiti chiesero a Galeazzo Alessi un progetto più vasto, per ricostruire interamente la chiesa: progetto irto di difficoltà, per la necessità di tener conto delle preesistenze, per la scarsità di fondi di cui disponevano i Barnabiti, e soprattutto per lo spazio, assai ristretto in larghezza, a disposizione dell'architetto. Solo molti anni dopo, nel 1576, quando Alessi era già morto, i religiosi ottennero in concessione una piccola parte di suolo pubblico, che permise almeno di ampliare lievemente la profondità delle cappelle. Alessi elabora una soluzione interessante, che anticipa alcuni temi poi approfonditi nella discussione sulla tipologia della chiesa della Riforma cattolica, soprattutto per la scelta di separare nettamente gli spazi della navata, del presbiterio e del coro: l'edificio disegnato da Alessi ha una sola navata, assai allungata, con cappelle laterali poco profonde, illuminata da una serliana posta in facciata; il presbiterio ha andamento trasversale rispetto alla chiesa, ma non sporge dai fianchi dell'edificio ed è elevato rispetto al livello della navata; conclude la struttura il coro, a pianta quadrata e con abside semicircolare.
Il cantiere procedette con rapidità: nel 1567, infatti, risultano già collocati nel coro i 60 stalli lignei disegnati da Galeazzo Alessi, ora sostituiti dalle copie realizzate nel 1728, ed era completato il primo ordine della facciata.
La facciata, in particolare, Alessi l'aveva voluta ricca di novità: a due ordini di pari larghezza e di identica articolazione in ritmo ternario, era decorata con preziosi stucchi, ora conservati solo nell'ordine superiore; l'intervento di restauro condotto, alla fine del XIX secolo, da Luca Beltrami, infatti, ne alterò profondamente l'aspetto. Non sono più originali, purtroppo, neppure gli stucchi dell'interno e la decorazione delle volte, a riquadri con raffinati motivi geometrici e fitomorfi, che Alessi aveva disegnato personalmente, e che è stata più volte ripresa tra Settecento e Ottocento.
La chiesa di S. Barnaba conserva alcuni dipinti che documentano con precisione gli orientamenti della pittura milanese nell'età di Carlo Borromeo: le due grandi tele, ad esempio, che Gian Giacomo Trivulzio commissiona a Simone Peterzano nel 1573 per il presbiterio della chiesa, due episodi della vita dei santi Paolo e Barnaba, tratti dagli Atti degli Apostoli e raramente raffigurati. Giovan Paolo Lomazzo, il custode della gloriosa tradizione pittorica milanese, sceglie invece una soluzione arcaizzante, quasi neoquattrocentesca, per il San Francesco che riceve le stimmate, con i santi Bartolomeo e Bernardino da Siena.
Notizie storiche
Dopo un primo periodo a Guastalla, la Congregazione dei chierici regolari di S. Paolo, fondata nel 1530 dal nobile medico cremonese divenuto poi sacerdote Antonio Maria Zaccaria, si stabiliscono a Milano nel 1533 nella chiesa di S. Caterina dei Fabbri. Si trasferiscono qui solo nel 1545, con la cessione a Giacomo Antonio Morigia rieletto priore dell'ordine in quest'anno.
L'antica chiesa proto-cristiana era dedicata all'apostolo, fondatore della chiesa milanese ancor prima che Pietro fondasse quella romana. San Anatelone, suo discepolo e suo successore sulla cattedra vescovile aveva fondato questa chiesa "ad canonicam in brolio" vicino al sito che verrà occupato nel 1145 da Goffredo da Bussero per edificare l'ospedale di San Barnaba in Brolo, poi divenuto parte dell'Ospedale Maggiore.
Nel Medioevo occuparono la vecchia chiesa e il monastero i Canonici Lateranensi, fino al 1490, cioè fino a quando fu edificato per loro il nuovo complesso di Santa Maria della Passione. Il sito a questo punto passa in commenda ad Amico Gritti e poi alla famiglia Taegi di Novara.
A partire dal 1545 quindi vengono chiamati qui i Barnabiti, che prendono questo nome proprio dalla chiesa da questo momento occupata. I lavori di ristrutturazione dell'antica chiesa iniziano nello stesso anno su disegno di padre Morigia e terminano l'1 novembre 1546 con la consacrazione della chiesa restaurata. I padri erano entrati nella nuova casa il 28 luglio 1546.
Nel 1558, i Barnabiti chiedono l'autorizzazione a riscuotere un pedaggio sul transito in Via S. Barnaba, per ottenere i fondi necessari per una ricostruzione della chiesa. Già dal 1560, vi lavora l'Alessi. Le opere si protraggono fino al 1567. Nel 1568 l'arcivescovo Carlo Borromeo consacra il nuovo altare maggiore della chiesa.
All'interno della chiesa sarà ricordato, con un altare dedicato il santo milanese, Alessandro Sauli, giovane nobile della famiglia genovese Spinola che si consacrò giovanissimo, seppur paggio di corte di Carlo V, ad una vita di obbedienza e rigore. Ordinato sacerdote, diviene maestro e formatore di barnabiti.
Nel 1573 Simone Peterzano riceve l'incarico di dipingere due tele per il presbiterio della chiesa sulla vita del santo. Le due tele sono ancora presenti in situ.
L'ordine e il relativo complesso era rimasto in funzione, nonostante le soppressioni di fine XVIII sec e di inizio XIX, poiché si era sempre contraddistinto per la loro opera educativa e formativa sui giovani, con una altissima e riconosciuta funzione sociale.
Fu parzialmente rifatta nell'Ottocento. Nel 1891, il Maciacchini sistemava la cripta.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: La chiesa è accessibile. Il complesso è incluso nella scuola Zaccaria, istituto privato non accessibile, se non su appuntamento.
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)
Descrizione e notizie storiche: Monaco, Tiziana; Ribaudo, Robert
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00035/
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