Duomo di Crema
Crema (CR)
Indirizzo: Piazza Duomo (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Crema (CR)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Edificio basilicale a tre navate scandite in cinque campate da imponenti colonne cilindriche. Gli archi longitudinali sono a tutto sesto, mentre quelli trasversi a sostegno delle volte sono ogivali. Le pareti della navata maggiore hanno bifore nella parte alta che inondano di luce la chiesa e monofore nella parte bassa che si aprono nel sottotetto delle navate laterali. Al termine delle navate è l'accesso alla cripta, tramite due scale marmoree. L'abside è affiancata a destra dalla cappella S. Pantaleone, sulla quale si imposta il campanile
Epoca di costruzione: fine sec. XII - prima metà sec. XIII
Descrizione
Il semplice profilo a capanna della facciata è arricchito da numerosi elementi decorativi che ne accentuano la valenza pittorica. Nella parte superiore una loggia praticabile con colonnine in marmo (simile al coevo S. Agostino di Cremona), è sostenuta da archi a tutto sesto poggianti su massicce semicolonne che dividono in tre specchiature la facciata. Quest'ultima, coronata da pinnacoli, la cui forma è un arbitrario rifacimento del 1913, è profilata da una duplice fascia di archetti intrecciati che orna anche il sottotetto della navata centrale e delle laterali. Nello scomparto centrale si apre il portale marmoreo con strombatura modanata e capitelli a fascio dalla diversa decorazione. Nell'architrave, sostenuto da due telamoni, sono inseriti cinque clipei. Nella lunetta sono tre statue raffiguranti la Vergine col Bambino tra i santi Pantaleone e Giovanni Battista. Il gruppo, databile alla fine del XIII secolo, è tradizionalmente attribuito a maestranze campionesi.
L'alternanza cromatica tra i materiali è ripresa anche nel rosone marmoreo dalla triplice ghiera, sormontato da una bifora dalla cornice decorata. Negli scomparti centrali si aprono due bifore a pieno centro dalla profonda strombatura, sormontate da due formelle circolari con diverso soggetto decorativo. Questa asimmetria si manifesta pienamente anche nelle due grandi aperture soprastanti: quella di destra è una preziosa bifora dalla ghiera ogivale con decorazione a tralcio vegetale, la corrispondente a sinistra una monofora a tutto sesto con la luce occupata da una decorazione a raggera. Impostata direttamente sulla cappella absidale di S. Pantaleone, si eleva la quadrata torre campanaria. Costruita nel XIV secolo, su un impianto riferibile alla prima fase ricostruttiva, deve il coronamento ottagonale e la copertura a cono cestile ad un successivo intervento del XVII secolo.
L'interno, ad andamento basilicale, è a tre navate scandite in cinque campate da imponenti piloni. Gli archi longitudinali, frutto della costruzione romanica, sono a tutto sesto, mentre quelli che sostengono le volte costolonate sono ogivali. Lungo le pareti della navata centrale si aprono, per ciascuna campata, una bifora nella parte superiore e due monofore, in corrispondenza del sottotetto delle navate laterali. Al termine delle navate è l'accesso alla cripta, tramite due scale marmoree. L'abside, la cui parete di fondo è frutto dell'ultimo restauro, è affiancata a sinistra dalla cappella del Crocifisso, che ha mantenuto caratteri barocchi, a destra da quella di S. Pantaleone, base del campanile.
Pochi sono i frammenti ancora leggibili dell'apparato decorativo che doveva invece ricoprire buona parte della struttura architettonica. Integra è invece la decorazione tardo duecentesca della sacrestia, dove i costoloni policromi delle volte a crociera richiamano le diverse sfumature del marmo, mentre sulle vele spiccano stelle gialle.
Notizie storiche
L'edificio attuale è frutto della ricostruzione, di lunga durata, resa necessaria in seguito alla distruzione della città operata da Federico Barbarossa nel 1160. Nulla si sa circa la fondazione dell'edificio originario, leggendariamente indicato come S. Maria della Mosa, mentre grazie all'imponente campagna di restauri effettuata negli anni Cinquanta del Novecento (1952-59) dall'architetto Amos Edallo, se ne è ipoteticamente ricostruito lo sviluppo antecedente la distruzione, e le successive fasi costruttive che hanno condotto alle forme attuali. Gli elementi architettonici rinvenuti non solo nella porzione absidale, dove sono ancora visibili nella sottostante cripta, ma anche lungo le navate e presso la facciata, hanno fatto ritenere che un primitivo edificio (dai caratteri indefiniti), fosse stato ampliato o sostituito con una costruzione romanica che, indicata per la prima volta in modo generico in un documento del 1098 e più specificamente come ecclesia sancte Marie de Crema nel 1143, venne probabilmente edificata a partire dalla seconda metà dell'xi secolo, con una superficie pressoché corrispondente all'attuale, ma dall'alzato più modesto.
Questa fu dunque la chiesa oggetto dell'attacco imperiale che, anche se quasi totalmente compromessa, continuò ad essere sede di culto e a ricoprire il ruolo di collegiata, come attestato anche in alcuni documenti. La ricostruzione, iniziata nel 1185, si limitò alla zona presbiteriale e alla sacrestia, tuttora ben conservata, lungo la navata settentrionale. La terminazione piana delle tre absidi, l'impiego del mattone sagomato (finestrelle dell'abside meridionale e nicchie a spessore di muro nell'abside maggiore), la modanatura torica dei costoloni della crociera e i rapporti di cubatura (1:3) tra l'abside maggiore e le laterali, sono testimonianza, in questa prima ricostruzione, di un influsso cistercense, proveniente con ogni probabilità dalla vicina abbazia di Cerreto, con cui sono documentati anche rapporti economici. In seguito al miglioramento delle condizioni economiche e sociali e al ritorno della città sotto la diocesi di Piacenza (1284), la costruzione del duomo ebbe un nuovo impulso. I lavori, anche se con delle interruzioni dovute ai numerosi scontri tra Guelfi e Ghibellini che si verificarono sia all'interno che all'esterno della città, continuarono fino al 1341, data indicata dalla storiografia cinquecentesca come termine della costruzione, anche se una lapide murata in facciata vicino al rosone riporta il 1305, forse però da riferirsi nello specifico al livello allora raggiunto. Su questa costruzione ormai ultimata, il cui impianto romanico non aveva impedito il successivo sviluppo e completamento con i caratteri propri della nuova architettura gotica, si iniziò ad intervenire circa un secolo dopo (1485) con l'allungamento dell'abside, a cui seguì la creazione della sottostante cripta, che comportò l'innalzamento del piano su cui poggiava l'altare, ora ricondotto al livello originario.
Nei secoli XVI e XVII gli interventi interessarono soprattutto le navate dove la creazione di altari comportò degli sfondamenti murari. Le modifiche maggiori si ebbero in seguito all'intervento eseguito nella seconda metà del XVIII secolo (1776-80) dall'erudito milanese Ermenegildo Pini, che attuò una trasformazione barocca dell'edificio.
Lungo la parete meridionale vennero inserite a sporgere delle cappelle, sormontate da aperture semicircolari, che comportarono l'occlusione delle strette monofore trecentesche. Se si escludono il restauro della facciata (1913-16) e lo smantellamento nel 1935 di un'ala del Palazzo Vescovile addossata al fianco nord della chiesa, non si intervenne più sull'edificio che mantenne così questo aspetto (i cui caratteri sono conservati ancora nel primo altare a sinistra), fino al 1952 quando si attuò l'imponente restauro, già sollecitato nel 1924 dalla Fabbriceria, che ricondusse la struttura alle sue forme originarie.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: Le visite guidate dei gruppi possono avvenire:
nei giorni feriali al di fuori degli orari delle celebrazioni
nei giorni festivi dalle 12 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17
Per prenotare la propria visita contattare la Sagrestia della Cattedrale allo 0372-27386 (tutti i giorni dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00)
oppure inviare una e-mail a curiavescovile@diocesidicremona.it.
Come arrivare:
da Milano SS415 Strada Statale Paullese fino a Crema. Entrare in città da Via Milano.
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00066/
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