Compreso in: Palazzo Reale - complesso, Milano (MI)
Palazzo Reale - complesso
Milano (MI)
Indirizzo: Piazza Duomo, 12 - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Sviluppato per successive addizioni e parziali demolizioni, l'edificio occupa un'area molto vasta con un impianto piuttosto irregolare
Epoca di costruzione: sec. XIV - sec. XX
Autori: Giotto, decorazione; Piermarini, Giuseppe, rifacimento: facciate; Canonica, Luigi, rifacimento: interni; ampliamenti; Tazzini, Giacomo, ampliamento; Portaluppi, Piero, costruzione: Arengario; Muzio, Giovanni, costruzione: Arengario; Magistretti, Vico, costruzione: Arengario; Griffini, Enrico Agostino, costruzione: Arengario
Comprende
Descrizione
Non lontano dalle cattedrali e dalla contigua residenza vescovile si venne configurando, tra XII e XIII secolo, la sede del potere civile della città, che andò assumendo un ruolo via via più importante con lo sviluppo delle istituzioni comunali. Dopo la pace di Costanza, tra il 1188 ed il 1196, fu edificato il Broletto cosiddetto vecchio (o Arengo), per distinguerlo dal nuovo, o Palazzo della Ragione, eretto nel Duecento nell'area dell'attuale piazza Mercanti. Fu Matteo Visconti a fare dell'Arengo, a fine Duecento, la sede stabile della signoria, trasferendovi gli uffici amministrativi. Ad Azzone Visconti spettano invece le principali realizzazioni trecentesche: la corte maggiore prospiciente l'area delle basiliche, alcune opere di fortificazione e la cappella ducale, attigua al palazzo.
Cresciuto per successive addizioni, l'edificio gotico occupava un'area molto vasta con un impianto piuttosto irregolare, oggi difficilmente ricostruibile dopo la totale ricostruzione piermariniana della seconda metà del Settecento. Il palazzo nel quale operò Giotto, chiamato a Milano proprio da Azzone, e dove in seguito soggiornò Petrarca, doveva essere una residenza sontuosa, degna di stare al passo con le corti francesi: la memoria di quel lusso resta oggi affidata alla cronaca di Galvano Fiamma - che cita sale riccamente decorate, gallerie, giardini con serragli di animali esotici e orti pensili, fontane e pescherie - e al più debole ricordo seicentesco di Carlo Torre ("Azzo cinsela per quadro di portici sostenuti da dieci grand'archi per ogni lato con grossi pilastri [...] e quattro torri una all'altra a rimpetto...").
Della fabbrica viscontea, decaduta come residenza ducale fin dall'inizio del Quattrocento con il trasferimento di quest'ultima al castello di Porta Giovia, restano oggi soltanto alcune eleganti bifore con cornici in cotto, prospettanti l'attuale via Rastrelli, e alcuni arconi a ogiva ricomparsi durante i lavori di restauro nel corpo di fabbrica orientale della corte.
Notizie storiche
Costruito sull'orientamento del secondo piano regolatore romano, così come il tessuto circostante del Bottonuto, ormai sparito, già nell'alto Medioevo diviene area di mercato e dove si bruciavano i condannati a morte.
Nel 1287, si insedia qui, in un edificio fortificato senza aperture verso l'attuale Piazza Duomo, molto diverso da quello che oggi possiamo vedere, Matteo Visconti: il Consiglio lo elegge capo assoluto con pieni poteri, dopo la fine delle aspre lotte con la famiglia Torriani, proprio in questo luogo, nominato "Broletto". Diviene la sede del potere visconteo.
Nel 1302, dopo la temporanea cacciata dei Visconti da Milano, il palazzo-forte, ormai simbolo della tirannica signoria del casato, viene saccheggiato e distrutto.
Azzone Visconti, nominato vicario imperiale, all'inizio del XIV sec., ordina sostanziali modifiche e fa costruire un nuovo palazzo: chiama Giotto a decorarlo.
Fu abbandonato nel 1412, perché ritenuto poco sicuro, tanto che nel 1443, crolla il grande salone della Corte Ducale che si trovava a destra di chi entrava nel primo cortile.
Nel 1447, con la promulgazione della Repubblica Ambrosiana, qui si insedia il governo dei 24 Capitani e Difensori della libertà, divenendo palazzo dell'Arengo. Ma proprio come sede del nuovo governo viene assaltato 2 volte: la seconda sarà fatale per tutta la città, perché aprirà la strada alla presa di potere di Francesco Sforza, nel 1450, che qui si stabilisce.
Nel 1452, viene demolita la parte del palazzo più esterna per procedere con i lavori del Duomo.
Nel 1466, la "camera del cane" vede la morte di Francesco Sforza.
Nel 1467, Galeazzo Maria Sforza, in pieno dissenso con la politica della madre Bianca Maria Visconti e del suo seguito, lascia l'Arengo per la residenza del castello. Qui rimangono solo gli uffici della macchina amministrativa ducale. Infatti, nel 1477 diviene addirittura sede di uno dei due senati, quello civile. Quello statale viene istituito nel Castello.
Solo con l'avvento dei francesi e la cacciata degli Sforza, una parte del palazzo fu restituito da Francesco I al popolo, per ingraziarsene i favori.
Con gli spagnoli, tornò ad essere la sede dei nuovi governatori. In questo momento il complesso è organizzato intorno a due cortili con porticato, le sale vengono ampliate e decorate da artisti come Simone Veneziano, Campi e Luini. Viene dotato di teatro (poi Teatro Regio Ducale). Qualche tempo dopo in un altro cortile interno, sorse il secondo teatro stabile, il Teatro della Commedia.
Tra il 1771 e il '78 il Piermarini, nascondeva le cortine murarie della vecchia reggia viscontea. Le facciate sono ora caratterizzate da alte semicolonne ioniche, bucate da finestre lisce e semplici, coronato da un attico baroccheggiante mai realizzato. La lunga balconata e il portale decorato a bugnato evidenziava il nuovo ingresso principale. Per di più la costruzione dello scalone doveva compromettere anche l'aspetto esterno della Cappella di San Gottardo.
Durante il periodo napoleonico, viene chiamato il Canonica per realizzare gli spazi del Consiglio e della Segreteria di Stato, oltre che gli appartamenti imperiali, apportando ampliamenti e modifiche strutturali. Intorno al 1836, il Canonica prima e il Tazzini poi inglobavano nel già vasto organismo l'isolato retrostante fino alla Via Larga, e collegavano il vecchio Palazzo con il Teatro della Canobbiana (Il Lirico), attraverso un cavalcavia sulla Via Rastrelli e saturando parte della Via delle Ore: si insediavano in tal modo foresterie, stalle e scuderie.
Nel 1848, fu accorciata di due campate la Manica Lunga, il corpo che si protendeva fin quasi sul Duomo (poi definitivamente demolita nel 1925 per permettere la creazione di Piazza Diaz).
Nel 1870, diviene la sede della monarchia sabauda in città e con il passaggio al Comune di Milano diviene sede di Museo.
Nel 1939 viene costruito l'Arengario, dopo l'aggiudicazione del concorso al gruppo Portaluppi-Muzio-Magistretti-Griffini.
Uso attuale: ala sinistra: uffici Sovrintendenza; corpo principale: museo
Uso storico: intero bene: abitazione ducale, uffici governativi
Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/ecclesiastica
Accessibilità: In occasioni di mostre e manifestazioni del Comune.
http://www.artpalazzoreale.it/
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)
Aggiornamento: Bianchini, Fabio (2015)
Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia; Ribaudo, Robert
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00075/
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