Compreso in: Eremo di S. Caterina del Sasso, Leggiuno (VA)
Eremo di S. Caterina del Sasso
Leggiuno (VA)
Indirizzo: Via S. Caterina 5 (Fuori dal centro abitato, isolato) - Cellina, Leggiuno (VA)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: eremo
Configurazione strutturale: Il complesso è appoggiato su un costone roccioso a picco sul lago Maggiore. Entrando nell'eremo, si incontrano dapprima il convento meridionale (XIV-XVII secolo) con interessanti affreschi nella sala del camino, poi il conventino (XIII secolo) e infine la chiesa, che ingloba al suo interno la cappella di Santa Caterina. La provincia di Varese lo ha acquistato e ha finanziato i lunghi restauri, terminati nel 1986. La struttura è stata quindi affidata ad una comunità di frati domenicani
Epoca di costruzione: sec. XIII - sec. XIV
Comprende
- Chiesa di S. Caterina del Sasso, Leggiuno (VA)
- Convento Meridionale dell'Eremo di S. Caterina del Sasso, Leggiuno (VA)
- Conventino dell'Eremo di S. Caterina del Sasso, Leggiuno (VA)
Descrizione
L'eremo, ubicato alle pendici del Sasso Ballaro, uno sperone roccioso a picco sul lago, è un singolare esempio di struttura conventuale, arricchita da affreschi di diverse epoche, e rappresenta uno dei luoghi più suggestivi del Verbano. Il complesso, raggiungibile via lago oppure dalle Cascine del Quiquio attraverso una scalinata o un comodo ascensore, comprende tre edifici: il convento meridionale, il cosiddetto conventino e la chiesa di S. Caterina collegati fra loro da due cortili terrazzati affacciati sul lago. L'ingresso all'eremo è ubicato nel convento meridionale, edificio a due piani caratterizzato sul prospetto ovest da un portico a sette arcate con soprastante loggiato. Dal portico si raggiunge un atrio dal quale si accede alla Sala Capitolare che oggi si presenta a doppia altezza a seguito della rimozione di una volta a crociera. Il locale conserva un interessante lacerto di affresco con armigeri, probabilmente parte di una Deposizione dalla croce. La cromia vivace, il modellato denso e il ductus energico (apprezzabile soprattutto nel gruppo degli armigeri, interessanti anche per la puntualità descrittiva delle armature) che porta a forzare le fisionomie, ne fanno un unicum di grande interesse per l'area varesina, da situare probabilmente attorno alla metà del Trecento. Il locale conserva sulla stessa parete un camino con l'emblema dei Carmelitani Riformati, sulla parte occidentale una Crocifissione con S. Caterina e S. Ambrogio e sulla parete nord un riquadro datato 1439 che rappresenta S. Antonio e S. Eligio che guarisce un cavallo. Dall'atrio un terrazzo conduce al conventino che ospitava la cucina, il refettorio e le celle. Si tratta di un edificio a due piani con un portico di passaggio con pilastri che reggono quattro archi ogivali. Sotto al portico si conservano tracce di affreschi che rappresentano una Danza della morte. Dal conventino un altro terrazzo conduce alla chiesa di S. Caterina che presenta in facciata un portico di gusto rinascimentale a quattro arcate su massicce colonne con capitelli a foglia. Le arcate sono sottolineate da cornici in rilievo inframmezzate da tondi sopra le quali vi è un ampia fascia delimitata da un listello e nella parte superiore si scorgono labili tracce di affreschi con scene riferite a S. Caterina. Altri resti di affreschi cinquecenteschi si conservano sulla parete sotto il portico. A est della facciata vi è il solido campanile con struttura muraria in pietra e copertura a tronco di cono. La chiesa presenta una struttura articolata frutto dell'accorpamenti di precedenti edifici ed ha una navata principale affiancata a est dalle cappelle laterali e a ovest da una stretta navatella di passaggio separata da pilastri e colonne. L'altare maggiore è collocato a lato dell'ingresso mentre il sacello di S. Caterina, corrispondente alla parte più antica della chiesa, collocabile alla fine del XIII secolo e ornato anche da dipinti cinquecenteschi, è ubicato al fondo della navata. La volta soprastante l'altare della cappella di san Nicola presenta una decorazione ad affresco assai sciupata con Cristo pantocratore in mandorla, affiancato dai simboli degli evangelisti. Nelle vele ai lati sono i Dottori della Chiesa in trono (ne sono visibili due, S. Gregorio Magno e S. Agostino), a completamento di un impianto iconografico comunque colto, legato al valore della parola divina e all'importanza del suo commento. Per quanto riguarda la collocazione culturale dell'anonimo frescante, è stato opportunamente avvicinato al Maestro di S. Abbondio a Como. L'altare maggiore ha un assetto seicentesco e ospita una pala del 1612 del pittore Giovanni Battista de Advocatis forse autore anche dei dipinti sulla volta e sulle pareti del presbiterio. La cappella dei Massi a lato del sacello di S. Caterina conserva un interessante ciclo cinquecentesco mentre le altre due cappelle sono ornate da decorazioni di fine Ottocento, opera del pittore Carlo Pianezza, che ricoprono anche le volte della navata.
Notizie storiche
L'eremo di S. Caterina sorge a picco sul lago, lungo la sponda "magra", quella cioè lombarda, sotto uno sperone roccioso denominato Sasso Ballaro. Secondo la tradizione la fondazione dell'eremo è legata alla figura del beato Alberto Besozzi di Arolo che scampato ad un naufragio sul lago volle erigere in questa posizione una piccola chiesa dedicata a S. Caterina. In realtà le testimonianze documentarie più antiche risalgono al 1301, anno nel quale in una pergamena si attesta che si sta edificando una chiesa in onore di san Nicolao. Nel 1308 è ricordata la chiesa di S. Maria Nuova, mentre nel 1315 una chiesa dedicata a santa Caterina è detta "constructa in domo fratrum S. Nicollai de Saxobalaro". Si dovette trattare, in origine, di un cenobio assai modesto, privo di una specifica subordinazione gerarchica e della disciplina di una regola ratificata, situazione sanata da una bolla dell'arcivescovo Aicardo del 1334 (in quell'anno, oltre al priore, vi erano tre confratelli che praticavano la regola agostiniana). Nel 1339 vengono consacrati gli altari di santa Maria e san Nicolao. Nel 1379, dopo un periodo caratterizzato da gravi difficoltà economiche, viene chiesta l'aggregazione alla domus milanese di S. Ambrogio ad Nemus. Oltre alle tre chiese alla fase trecentesca del cenobio risalgono probabilmente la struttura centrale, denominata "conventino", e l'ambiente della sala capitolare nel convento meridionale. Nel corso del XV secolo furono eseguiti alcuni lavori di decorazione documentati da un affresco nella sala capitolare datato 1439 che raffigura S. Eligio e S. Antonio Abate. Nel corso del Cinquecento la chiesa fu interessata da alcuni interventi decorativi: un polittico affrescato sopra l'altare di S. Nicolao e un polittico nella cosiddetta cappella dei Massi dietro il sacello di S. Caterina per i quali è stato indicato come possibile autore il pittore Giovanni Pietro Crespi. All'inizio del secolo fu realizzato probabilmente anche il portico in facciata in cui è incisa la data 1508. Nuove decorazioni furono eseguite alla metà del XVI secolo documentate da alcuni dipinti sulla facciata del sacello e dagli affreschi sotto il portico e sulla facciata della chiesa. Ad una fase compresa tra la metà del Cinquecento e l'inizio del Seicento risale probabilmente la formazione di un'unica chiesa dedicata a S. Caterina ricavata unendo i tre edifici precedenti e trasformando le zone absidali in cappelle laterali e transetto del nuovo edificio. Nel 1610 fu eseguita la decorazione dell'attuale presbiterio e nel 1612 la pala d'altare firmata da Giovanni Battista de Advocatis. Nel 1624, come documenta un'iscrizione sotto il portico, su impulso del frate Giulio Cesare Martignoni fu ristrutturato il corpo di fabbrica del convento meridionale. Anche nel conventino furono eseguiti alcune innovazioni come l'aggiunta di un ciclo di dipinti della Danza della Morte realizzato sotto il portico. Nel 1645 fu soppresso l'ordine dei frati di S. Ambrogio ad Nemus e nel 1648 l'eremo di S. Caterina fu assegnato ai Carmelitani Riformati di Mantova che rimasero fino alla soppressione del convento nel 1769. Dal 1775 il beneficio di S. Caterina fu eretto in coadiutoria canonicale perpetua e rientrò nell'ambito della parrocchia di Leggiuno. Fra il 1892 e il 1894 la chiesa fu oggetto di una nuova campagna decorativa ad opera del pittore Carlo Pianezza di Vergobbio. Nel corso del Novecento la parrocchia di Leggiuno cercò invano di trovare qualche ordine religioso interessato a rilevare l'eremo fino a quando, nel 1970, la Provincia di Varese decise di acquistare la struttura. Fra il 1973 e il 1974 la Provincia avviò un primo intervento d'urgenza sull'edificio del conventino diretto dall'architetto Ferdinando Reggiori. In seguito, fra il 1979 e il 1984 fu eseguito un intervento di consolidamento e restauro dell'intero complesso dell'eremo.
Uso attuale: intero bene: eremo
Uso storico: intero bene: monastero
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico non territoriale
Accessibilità: Per raggiungere l'Eremo di Santa Caterina del Sasso:
Autostrada Milano - Laghi (A8) uscita casello di Sesto Calende (Va) direzione Angera - Ispra
Può essere raggiunto solo a piedi, scendendo tramite una lunga scala dal vicino parcheggio o salendo dal lago, in quanto è presente un imbarcadero per i natanti. Ma nel 2009 sarà completato un ascensore scavato nella roccia che permetterà di raggiungere l'eremo più agevolmente.
Orario di apertura per visite individuali/di gruppo:
DAL 1 NOVEMBRE AL 28/29 FEBBRAIO
Sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00
DAL 23 DICEMBRE AL 6 GENNAIO
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00
MARZO
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00
DAL 1 APRILE AL 14 GIUGNO
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00
DAL 15 GIUGNO AL 15 SETTEMBRE
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 (Chiesa chiusa dalle 12.00 alle 13.30)
DAL 16 SETTEMBRE AL 31 OTTOBRE
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00
Riferimenti bibliografici
Bianchi A.D., Il Santuario di S. Caterina del Sasso sul lago Maggiore, Varese 1928
Armocida G., Rivista della società storica varesina, Un regesto dell'Archivio del Monastero di Sasso Ballaro, 1977, pp. 35-54
I giorni dell'eremo. S. Caterina del Sasso, Lainate 1986
S. Caterina del Sasso, Gavirate 1986
Besozzi L., Rivista della società storica varesina, Il monastero di Santa Caterina del Sasso Ballaro sotto il regime di Sant'Ambrogio ad Nemus. Parte I: il Quattrocento, 1992, pp. 17-118
L'eremo di S. Caterina sul lago Maggiore, Gavirate 1995
Caccin A.M., S. Caterina del sassoballaro, Gavirate 1992
Besozzi L., Rivista della società storica varesina, Il monastero di Santa Caterina del Sasso Ballaro sotto il regime di Sant'Ambrogio ad Nemus. Parte II: il Cinquecento, 1999, pp. 15-96
Rossi M., Storia dell'arte a Varese e nel suo territorio, Il Trecento e il gotico internazionale, Varese 2011, 1, pp. 194-245
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)
Aggiornamento: Caspani, Pietro (2015)
Descrizione e notizie storiche: Cassanelli, Roberto
Fotografie: Caspani, Pietro
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00095/
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