Compreso in: Galleria Vittorio Emanuele II, Milano (MI)
Galleria Vittorio Emanuele II
Milano (MI)
Indirizzo: Piazza Duomo, 19-21 - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: galleria
Configurazione strutturale: Costruita con una struttura reticolare in ferro e vetro retinato, è in realtà una strada pedonale coperta, adibita a elegante centro commerciale con poco meno di cento negozi, librerie, bar, distribuiti su una pianta a croce, con braccia di uguale larghezza (14.50 m.), ma di diversa lunghezza (105,10 e 196,60 m.). L' ottagono centrale ha una luce di 36,60 m e una altezza di 12,15 m sopra l'imposta dell'arco, con una altezza, da terra all'imposta della lanterna di m.47,08. Pennacchi decorati fanno da congiunzione tra gli archi delle gallerie e l'anello dell'imposta della cupola. Quattro blocchi, con un'altezza di 29,30 m, e a cortile chiuso delimitano il sedime e l'altezza dei bracci della Galleria. I muri perimetrali sono rivestite con decorazioni stilistiche con telamoni e cariatidi di gusto ottocentesco, di graffiti e di stucchi a imitazione del marmo. Completano la decorazione sulle lunette degli ingressi E e O, alcune rappresentazioni allegoriche. Occupa un'area di c. 20.000 mq.
Epoca di costruzione: metà sec. XIX
Autori: Mengoni, Giuseppe, progetto; Giuliano, Bartolomeo, decorazioni; Pagliano, Eleuterio, decorazioni; Pietrasanta, Angelo, decorazioni; Casnedi, Raffaele, decorazioni
Descrizione
Nella seconda metà del XIX secolo Milano guardava alle grandi capitali europee come Londra e Parigi come esempio di urbanizzazione. In Italia, dove la rivoluzione industriale non arriva che assai tardivamente, e comunque con una forza d'urto nemmeno lontanamente paragonabile a quella sviluppata in Inghilterra e Francia, anche la rivoluzione tecnologica attecchisce con conseguente ritardo. Nonostante queste premesse, l'architettura del ferro conosce anche in Italia un periodo di relativa fioritura.
Nel 1859 si fece seria l'idea di un passaggio coperto che collegasse piazza Duomo a piazza della Scala: simile alla galleria de Cristoforis, sempre a Milano a San Babila, ma più grande e più borghese, che verrà dedicata al Re che portò Milano ad unificarsi al Regno d'Italia. La zona prescelta era quella a nord del duomo, edificata con piccole costruzioni non consone all'immagine che la municipalità voleva dare alla piazza.
Costruita con una struttura reticolare in ferro e vetro retinato, è in realtà una strada pedonale coperta, adibita a elegante centro commerciale con 96 tra negozi, librerie, bar, distribuiti su una pianta a croce, con braccia di uguale larghezza (14.50 m.), ma di diversa lunghezza (105,10 e 196,60 m.). L' ottagono centrale ha una luce di 36,60 m e una altezza di 12,15 m sopra l'imposta dell'arco, con una altezza, da terra all'imposta della lanterna di m.47,08. L'Ottagono centrale è da sempre considerato il salotto della città. Sul suo pavimento, al centro, è realizzato a mosaico lo stemma di Casa Savoia. Ai suoi lati, sempre in mosaici, sono rappresentati gli stemmi delle quattro città che in epoche diverse sono state capitali del Regno d'Italia: nell'ordine Milano (con Napoleone), poi Torino, Firenze e infine Roma (coi Savoia). Nelle lunette attorno alla volta, sono raffigurate le allegorie dei quattro continenti: Africa, Asia, Europa e America.
Pennacchi decorati fanno da congiunzione tra gli archi delle gallerie e l'anello dell'imposta della cupola. Quattro blocchi, con un'altezza di 29,30 m, e a cortile chiuso delimitano il sedime e l'altezza dei bracci della Galleria. I muri perimetrali sono rivestite con decorazioni stilistiche con telamoni e cariatidi di gusto ottocentesco, di graffiti e di stucchi a imitazione del marmo. Completano la decorazione sulle lunette degli ingressi E e O, alcune rappresentazioni allegoriche. Occupa un'area di c. 20.000 mq.
Notizie storiche
Nel 1859, il Comune indisse un concorso internazionaleal quale parteciparono 176 architetti dove vinse Giuseppe Mengoni, il quale propose una lunga galleria attraversata da un braccio, con al centro dell'incrocio una grande "sala" ottagonale: la copertura prevedeva un'ossatura in ferro e il resto in vetro. I due ingressi principali, quelli del braccio più lungo, previdero inoltre due grandi archi trionfali. I capitali necessari si trovarono costituendo una società in Inghilterra promettendo ricavi dalle proprietà in costruzione, la stessa che fabbricò l'ossatura in ferro e la spedì a Parigi per essere assemblata. Nel progetto originario la galleria sarebbe dovuta essere più bassa: la volumetria degli edifici fu aumentata segretamente dalla società britannica che aveva pagato una tangente al sindaco Antonio Beretta.
Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra da parte di re Vittorio Emanuele II di Savoia e due anni più tardi si inaugurò la galleria, anche se non completamente terminata. Quando questa società fallì, il Comune di Milano assunse la proprietà e continuò a fornire il capitale necessario. Circa dodici anni dopo finalmente il complesso fu terminato.
La Galleria con i suoi caffè divenne ben presto il salotto di Milano, e nel 1910 il pittore futurista Umberto Boccioni dipingerà il movimento delle persone che la animavano nella tela Rissa in galleria.
Durante il 1914 ed i primi mesi del 1915, immediatamente precedenti l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale la galleria fu sede di manifestazioni di interventisti e pacifisti, spesso culminanti in zuffe.
Il 7 novembre 1919 il diciannovenne anarchico Bruno Filippi morì dilaniato dalla sua bomba esplosa mentre entrava nel caffè Biffi, noto per essere frequentato dai ricchi milanesi, cercando di compiervi un attentato.
Durante la seconda guerra mondiale, nelle notti del 13 e del 15 agosto 1943, la galleria venne colpita dai bombardamenti aerei alleati.
La Galleria è stata interessata da un restauro negli anni sessanta del Novecento che ha portato al rifacimento della pavimentazione. Da qualche anno l'Ottagono è usato dal comune di Milano per illustrare a turisti e cittadini i cambiamenti o le manifestazioni che interessano la città meneghina con piccole mostre estemporanee. Ancor'oggi, la Galleria è oggetto di restauri significativi sia alle volte vetrate che a alle pareti esterni. Al termine del restauro dovrebbe essere allestito un camminamento pedonale in copertura.
Uso attuale: piani superiori: abitazioni e uffici; piano terra: negozi
Uso storico: intero bene: passeggiata coperta
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2011)
Aggiornamento: Alinovi, Cristina (2015)
Descrizione e notizie storiche: Alinovi, Cristina
Fotografie: BAMS photo Rodella/Jaca Book; Bianchini, Fabio
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00142/
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