Ca' Brutta
Milano (MI)
Indirizzo: Via Moscova (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: edificio a blocco
Configurazione strutturale: La costruzione occupa un intero isolato ed è strutturata in due corpi edilizi sviluppati su sei piani separati da una strada privata. Sono un corpo in linea e un edificio a corte, collegati verso la strada principale dal motivo dell'arco compreso tra due testate, che genera un'unica entità architettonica. L'articolazione dei fabbricati contribuisce alla creazione di ambienti dotati di confort e funzionalità, consentendo la creazione di luoghi ariosi sui tetti: lunghe terrazze agli attici dell'ultimo piano, il pergolato sopra l'arco di collegamento e le altane, oggi perse, che coronavano i due corpi di testata
Epoca di costruzione: 1919 - 1923
Autori: Muzio, Giovanni, progetto; Barelli, Pier Fausto, progetto; Colonnese, Vittorino, progetto
Descrizione
La Ca' Brutta, considerata il manifesto architettonico del movimento artistico chiamato "Novecento", è un complesso abitativo edificato negli anni '20 in via della Moscova all'angolo con piazza Stati Uniti d'America e via Turati, progettato dall'architetto Giovanni Muzio. Si presenta con due corpi di fabbrica separati da una via privata e collegati da un portico. Il primo è costituito da un edificio a corte chiusa, il secondo si sviluppa invece in linea ed è collegato al precedente, sul fronte principale dal motivo dell'arco. I prospetti sono caratterizzati dall'uso di materiali diversi, travertino al livello inferiore, cemento a quello intermedio, stucco vicentino con calce viva e marmi nella parte superiore. Sulla superficie inoltre Muzio fece realizzare un complesso programma di decori e trompe l'oeil studiati per disorientare l'occhio dei passanti. Le strutture consistono in una gabbia in cemento armato con solai, sempre in cemento armato.
La composizione e la distribuzione dei corpi edilizi rispondeva all'esigenza di creare condizioni favorevoli di aria e luce per tutti gli ambienti, con un'attenzione esplicita ad uno dei temi centrali del movimento Moderno. I tetti furono sfruttati per la realizzazione di ampie terrazze e giardini pensili e nei due corpi di testata, di altane, poi rimosse. Caratteristica della casa è la presenza del primo garage sotterraneo, riservato agli inquilini, costruito a Milano.
Notizie storiche
La Ca' Brutta è stata recentemente oggetto di un intervento di restauro concluso nel 2015 che ha permesso di ripristinare, grazie a una pulitura delle facciate da smog e segni del tempo, le originali cromie dei materiali scelti da Muzio per tracciare il disegno dei prospetti.La Ca' Brutta fu uno dei primi progetti portati a termine dall'architetto Giovanni Muzio dopo la guerra, durante il periodo in cui lavorava come capo progetto nello studio di V. Colonnese e P.F. Barelli. Deriva il suo appellativo dalle aspre critiche rivolte, una volta terminati i lavori e rimosse le impalcature del cantiere, al disinvolto e stravagante utilizzo degli elementi del linguaggio classico. In quest'occasione Muzio si trovò a dover intervenire su un'area di grandi dimensioni, per la quale esisteva già un progetto delineato nei dettagli ma ritenuto inadeguato dal committente. La proposta innovativa dell'architetto fu quella di sostituire un più tradizionale assetto ad un unico edificio con quattro cortili interni, con un complesso costituito da due corpi di fabbrica distinti, separati da una via privata ma uniti da un elemento di collegamento ad arco. La costruzione prese avvio nel 1919 e si concluse nel 1923. Criticata sulla stampa milanese più conservatrice, la Ca' Brutta fu invece salutata dai "Novecentisti" come un episodio architettonico rivoluzionario che "rimestò le acque, aprendo nuovi orizzonti". A conferma del legame di Muzio con gli ambienti artistici milanesi e in particolare con la poetica della metafisica e l'estetica dell'antigrazioso di Carrà, restano curiosamente anche le parole dei detrattori che sulle pagine del quotidiano "il Secolo" così descrissero lo "scandaloso" edificio: "Pare di vedere in sogno uno di quegli stranissimi quadri cubisti, nei quali dopo un certo tempo, neppure l'artista ci capisce più nulla e là dove manca la capacità di tracciare una linea diretta e un segno armonioso, supplisce la metafisica".
Uso attuale: parte del bene: abitazione; parte del bene: uffici
Uso storico: intero bene: abitazione collettiva
Condizione giuridica: proprietà privata
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2011)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2016)
Descrizione e notizie storiche: Nava, Valentina
Fotografie: Marino, Nadia
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00303/
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