Compreso in: Villa Reale - complesso, Milano (MI)
Villa Reale - complesso
Milano (MI)
Indirizzo: Via Palestro, 16 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Il complesso architettonico si sviluppa intorno ad un cortile d'onore su strada, secondo i modelli dell'hotel francese. Al corpo centrale su tre livelli voltati fanno da contrappunto le ali laterali con atri portici, su due piani. Queste a sinistra si snodano con l'area delle ex-scuderie, oggi occupate dal fabbricato del PAC e a destra lasciano spazio all'ingresso al parco retrostante, oggi giardino pubblico. La struttura su muratura portante si sviluppa, all'interno con ampi saloni di rappresentanza, soprattutto nel piano terra e nel piano nobile, mentre nei mezzanini sotto la copertura, gli ambienti risultano essere più angusti. Facciate e attico, di sapore neoclassico, sono decorate con colonne, apparati scultorei e statue di argomento mitologico. Coperture a doppia falda. Torretta belvedere in posizione baricentrica
Epoca di costruzione: post 1790 - ante 1796
Autori: Pollack, Leopoldo, costruzione; Parini, Giuseppe, temi decorativi; Traballesi, Giuliano, decorazione: pittorica; Carabelli, Donato, decorazione; Ribossi, Cesare, decorazione; Andrea da Casaregio, decorazione; Rusca, Grazioso, decorazione; Pozzi, Carlo, decorazione; Pizzi, Angelo, decorazione; Appiani, Andrea, decorazione: pittorica; Canonica, Luigi, progettazione di interni
Comprende
Descrizione
La villa in virtù della sua collocazione urbanistica risulta essere un esempio di particolare importanza, in quanto è l'unico edificio costruito all'interno della cerchia dei Bastioni, ovvero il limite fra centro urbano e campagna esistente dalla seconda metà del Cinquecento, ad avere le caratteristiche della villa suburbana e non del palazzo cittadino.
L'edificio si sviluppa secondo una planimetria ad U aperta verso la corte d'onore, delimitata verso strada da un diaframma in muratura bugnata con tre arcate d'ingresso, con fronte principale scandito, nel corpo mediano, da quattro semicolonne di ordine ionico gigante sormontate da un attico con balaustra e statue, e poggianti su un alto zoccolo bugnato. Le ali minori terminano con testate impreziosite da timpani e verso la corte presentano, in posizione centrale, due vestiboli ottagonali aperti. Il medesimo disegno del fronte principale caratterizza anche il prospetto verso giardino, dove la composizione è movimentata dai corpi aggettanti collocati al centro e alle estremità, questi ultimi sormontati da un timpano triangolare.
Le facciate sono arricchite da bassorilievi e statue raffiguranti soggetti e temi mitologici, il cui programma iconografico spetta a Giuseppe Parini e viene affidato a scultori come Donato Carbelli, Cesare Ribossi, Andrea da Casaregio, Grazioso Rusca, Carlo Pozzi e Angelo Pizzi. Internamente l'apparato decorativo si deve ad Andrea Appiani.
Al piano nobile, il salone delle feste raggiunge una particolare eleganza per la partitura di colonne scanalate con capitelli dorati, elemento spesso imitato nelle ville milanesi contemporanee e posteriori, con cornicione a festoni e teste femminili che sostiene la volta a lacunari e rosoni.
Progettato probabilmente dallo stesso Pollack che si avvale della collaborazione del conte Ercole Silva (autore del celebre trattato "Dell'arte dei giardini inglesi", 1801), e forse di Antonio Villoresi, il giardino costituisce il primo esempio di parco "all'inglese" realizzato in ambito urbano.
Viali e sentieri si dispongono secondo linee curve, senza alcuna simmetria o rigidità geometrica, con un boschetto ed un piccolo lago artificiale, alimentato da un torrente in cui si getta una piccola cascata che sorga da rocce dirute, piccoli templi di ispirazione mitologica o letteraria come quello dedicato alle Parche e all'Amore, la Torre del Conte Ugolino o il sarcofago di Laura, e sculture moderne di Melotti, Ramous e Wildt.
Villa Reale ospita dal 1921 la Galleria d'Arte Moderna, nella quale confluiscono le collezioni di dipinti e sculture appartenenti al periodo che va dal Neoclassicismo al XX secolo, originariamente conservate nel Castello Sforzesco, e formatesi grazie ai lasciti e alle donazioni dei collezionisti milanesi e al fondamentale deposito del 1902 dell'Accademia di Brera (www.villabelgiojosobonaparte.it). Nelle ex scuderie si trova il Padiglione di Arte Contemporanea.
Notizie storiche
Il conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso acquista dai Dugnani dei fondi agricoli con cascina (già orti di S.Dionigi) con affaccio sulla via Isara ( Via Palestro). Nel 1790, commissiona a Giuseppe Piermarini il progetto di una villa presso il pubblico passeggio sul lato meridionale dei giardini di Porta Orientale, da lui stesso ripensato. Questi passa l'incarico al suo allievo preferito, l'austriaco Leopold Pollack, riservando per sè gli interni e indicando il Parini come ideatore dei temi decorativi
Lepold Pollack fra il 1790 e il 1796 realizza una villa neoclassica suburbana nel centro della città, anche se in una zona poco costruita, nei pressi dei piermariniani "boschetti". L'intera complesso architettonico,di gusto francese,organizzato su tre piani, è sviluppato, sul fronte, intorno ad un cortile d'onore che si apre su strada, racchiuso da due ali; sul retro da una elegante facciata,caratterizzata da alte colonne scanalate su un alto basamento a bugnato, terminante con un attico e da due corpi laterali, sporgenti con frontoni. Il giardino all'inglese retrostante fu ideato dal conte Ercole Silva, in collaborazione con lo stesso Pollack e accanto allo stesso conte Belgiojoso. Il conte Belgiojoso, decide di ritirarsi qui dalle fatiche della vita militare e dagli incarichi della corte asburgica.
Nel 1796, dopo l'entrata in città dei francesi, ospitò lo stesso Napoleone, con sua moglie Giuseppina. Ma solo nel 1802, dopo la morte del conte, la Repubblica italiana acquistò la villa come residenza istituzionale di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte. Entrata sccessivamente come patrimonio della Corona, diviene Villa Reale, ospitando in maniera continuativa il vicerè Eugenio di Beauharnais. E' il periodo in cui viene richiesto al Canonica, interventi per il rinnovo degli interni.
Con la Restaurazione, gli austriaci rientrati in città, prendono possesso del bene, divenendo poi dimora del maresciallo Radetzky, che qui muore nel 1858
Con l'ingresso delle truppe piemontesi in Milano, anche la villa, con l'Unità d'Italia, diviene proprietà della monarchia sabauda.
La Villa Reale, nel 1919, passa per legge dalla Corona al Comune di Milano, che nel 1921, la apre al pubblico godimento, destinandola a sede espositiva del Museo artistico Municipale, poi Civica Galleria d'Arte Moderna. La mancanza di spazio, dopo il trasferimento delle opere dal Castello, da Brera, per non citare i numerosi lasciti privati, già da adesso fanno intravedere la possibilità di usare lo spazio delle scuderie attigue, già usate come aule laboratorio dal vicino Politecnico (le cui strutture si estendevano fin qui dalla Via Vecchio Politecnico).
Dopo le acquisizioni del periodo fascista, con l'ingresso di opere dei futuristi, si decide il rilancio delle strutture, attraverso un restauro generale e ad una nuova sistemazione delle sale (1934 ca.). Si arredano gli spazi al piano terra con mobilia e oggetti di età neoclassica, si sistemano i magazzini, i locali della gipsoteca, delle sale terrene delle ali per ospitarvi le raccolte di sculture. Approfittando del generale riordino si redige un catalogo delle opere.
Per ovviare ai danni del secondo conflitto mondiale, nel 1949 si avvia un nuovo restauro dell'intero complesso, con il riordino delle collezioni e l'avvio del vecchio progetto di creare un nuovo padiglione nell'area delle scuderie. A questo sovrintende l'arch. Ignazio Gardella che realizza il Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC), rompendo con la tradizione e introducendo le forme pulite del razionalismo (1949-1954)
In seguito al sanguinoso attentato del 1993, all'interno di una strategia criminosa tesa a colpire il patrimonio culturale dell'intero paese, il PAC viene distrutto. Si decide di avviare oltre alla ricostruzione del PAC, nelle forme originarie, condotta dall'arch. Jacopo Gardella, anche un nuovo restauro di Villa Reale, con un nuovo allestimento che ne fa il nuovo Museo dell'Ottocento (1996-2006)
Uso attuale: intero bene: museo
Uso storico: intero bene: palazzo
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: Informazioni su orari e costi d'ingresso della Galleria d'Arte Moderna disponibili sul sito internet: www.gam-milano.com
Riferimenti bibliografici
Rosa G., La Galleria d'arte moderna di Milano, Milano 1961
Reggiori F., Ville di una volta intorno a Milano, Milano 1964
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Bescapè G.C./ Celona T./ Bassi M.P., La Villa reale di via Palestro, Milano 1986
Simoncini G., L'uso dello spazio privato nell'età dell'Illuminismo, Milano 1986
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Buccellati G./ Marchi A., Parini e le arti nella Milano neoclassica, Nuovo Palazzo Belgiojoso (Villa Reale) 1790. G.Barbarisi (a cura di), Milano 2000
Mazzocca F./ Morandotti A./ Colle E., Milano neoclassica, Milano 2001
Villa Reale. Un giardino da esplorare, Milano 2004
Villa Belgiojoso Bonaparte. Museo dell'Ottocento. La Galleria d'arte moderna. La riscoperta delle origini e il rinnovamento del museo, Milano 2004
Masoero A., I musei civici di Milano. Presente e futuro, Milano 2004
Milano, Milano 1998
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2008)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2015); Zanzottera, Ferdinando (2015)
Descrizione e notizie storiche: Magnani, Ada; Marelli, Paolo; Ribaudo, Robert
Fotografie: Dell'Orto; Uva, Cristina
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00546/
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