Chiesa di S. Giacomo al Mella
Brescia (BS)
Indirizzo: Via Milano - Brescia (BS)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Lungo il decumano massimo della città romana e nei pressi del fiume da cui trae il nome, faceva parte di un complesso formato da un ospizio e da alcune strutture conventuali, in parte distrutte e in parte riconvertite ad uso residenziale. La chiesa è l'unico edificio che conserva ancora le antiche strutture. La facciata è a capanna, con oculo al centro e portale d'ingresso originale. Quest'ultimo è decorato da una lunetta. L'esterno è scandito da piatte e leggere lesene, che la dividono in cinque scomparti nei quali si aprono, nei tre centrali, tre monofore strombate, caratteristiche dell'epoca. La fascia di sottogronda è invece decorata da archetti pensili e da una cordonatura a dente di sega in cotto. L'abside è l'elemento di spicco della chiesa, semicircolare e costruita con blocchi regolari di marmo botticino e medolo
Epoca di costruzione: sec. XI - sec. XII
Descrizione
Prima che una sregolata espansione edilizia alterasse l'antico equilibrio tra città e contado, provenendo da ovest il torrente Mella costituiva il confine naturale del suburbio di Brescia. Oltrepassato il ponte che immette in via Milano, si ergono i resti di un complesso conventuale la cui chiesa spicca all'angolo nord-est grazie allo splendido emiciclo absidale, rivolto verso Brixia. I corsi di medolo e botticino squadrati, lo zoccolo modanato da cui salgono quattro lesene che delineano cinque specchiature, le tre monofore a strombo liscio e perfetto arco monolitico, il coronamento composto da archetti monolitici, denti di sega laterizi, toro, corso laterizio e sottogronda a gola mostrano tutta la perizia formale e stereometrica di un'équipe di scalpellini lombardi sul finire del secolo XII. Che tale alto livello professionale, pur per commissioni di media importanza, fosse la regola e non l'eccezione è suggerito dalle altrettanto raffinate absidi di Ognissanti a Brescia e della pieve di S. Maria a Erbusco.
Nella tessitura laterizia alternata a lastre di botticino il timpano absidale evidenzia un lieve sopralzo ancora medievale, in fase con il campanile a vela elevato sul cantonale sud. Il tamponato portale primitivo del fianco nord spicca per la sopraffina cottura e sagomatura dei laterizi della ghiera. Minore accuratezza caratterizza invece l'arco della lunetta del portale occidentale, che però reca tracce di una di quelle intonacature a finto paramento laterizio che gli studi di H.-P. Autenrieth (1984, 1987, 1997) hanno dimostrato appartenere spesso alla primitiva finitura. In questo caso è però difficile stabilirne la cronologia, e lo stesso vale per l'elaborata croce rossa in campo bianco della lunetta, cui peraltro si sovrappone una sagoma di figura aureolata con vessillo tracciata in nero assai diluito. Alla sommità si apriva una feritoia a croce (tamponata) identica a quella absidale nell'alternanza di conci di medolo e laterizi.
All'interno, il presbiterio e due terzi della navata sono caratterizzati dalla policromia eclettica (opera di Francesco Rovetta) che riveste i perimetrali e le due volte a crociera cupolata; quella orientale in muratura, l'altra, realizzata in vista delle pitture, in materiale leggero ancorato in più punti alla travatura del tetto. Dal sottotetto si evince che la precedente copertura, almeno nella fase rinascimentale testimoniata da mensoloni porta travi e dal bordo sommitale dipinto, prevedesse un soffitto piano. L'altare in muratura conserva invece i primitivi quattro piedritti di sostegno della mensa, intonacati e dipinti da tralci di palmette rossi su fondo bianco. L'ambiente voltato a crociera in aderenza al fianco sud del presbiterio e il corrispettivo livello superiore, da cui emerge una Crocifissione dipinta di XV secolo, costituiscono un ampliamento che necessita di ulteriori indagini.
Un muro di tamponamento separa lo spazio consacrato della chiesa dal vano più occidentale, a lungo adibito a legnaia e perciò rimasto indenne da sostanziali rimaneggiamenti. Pur scialbata, la muratura evidenzia la tessitura in ciottoli a spinapesce, evidentemente mai ricoperta da un intonaco livellante. Gli edifici che chiudono lo spazio della corte su cui prospetta la facciata sono adibiti ad uso abitativo o diruti, ma dal loro recupero potrebbero emergere tracce di strutture medievali.
Notizie storiche
Nel Liber Potheris Communis Civitatis Brixiae il "pons" e l'"ecclesia sancti Jacobi de Mella" sono pluriattestati fra gli anni 1224 e 1253, e nel 1286 compaiono "Ventura de Nivolinis et Ventura de Mazadoniis tunc procuratores et sindici hospitalis romeorum sancti Jacobi de la Mella facti per ipsos romeos in strata apud flumicellum". Per l'anno 1274 il Registro 2 della mensa arcivescovile attesta che i fratres di S. Giacomo pagavano ogni anno ai canonici della cattedrale censo e decime per l'area "super quam edificatum est hospitale"; inoltre riporta le spese "facte per [Iohannem Pey ministralem] ospitallis Sancti Iacobi Romeorum", relative ad attrezzi agricoli, a forniture alimentari e assistenziali, all'ampliamento dell'edificio caritativo e del refettorio (Archetti 1996). Il convento, retto da un priore a capo di fratres e sorores, nel 1354 confluì nell'ordine ospedaliero di sant'Antonio di Vienne, mentre nel 1574 fu unito all'erigendo Seminario vescovile. La soppressione del 1810 non interessò l'esercizio del culto nella chiesa, ceduta sul finire del secolo XIX alla famiglia Rovetta, che ancora ne detiene la proprietà. Eccetto l'apertura nel fianco nord (su via Milano) di un ampio portale e di monofore neomedievali, l'esterno conserva quasi intatta la struttura tardoromanica, giocata sulla policroma compresenza (mitigata dall'intonacatura di età moderna, ove rimasta) di ciottoli a spinapesce fra malta stilata, laterizi fra conci lapidei per monofore e portali, pietra squadrata per abside e cantonali.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa conventuale
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Credits
Compilazione: Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Scirea, Fabio
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00807/
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