Castello Cavazzi
Somaglia (LO)
Indirizzo: Piazza XXV Aprile - Somaglia (LO)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: castello
Configurazione strutturale: La villa si presenta con una pianta a forma di quadrilatero irregolare con cortile interno, anch'esso irregolare, con torre posta ad avancorpo sull'affaccio principale. È posta su una alto e largo basamento di antica fondazione che si restringe là dove si innalzano le pareti di mattoni a conci irregolari a est, mentre a ovest la superficie muraria è ricoperta da intonaco e decorata da cornici marcapiano con torretta campanaria a sud ovest e comignoli a base quadrata e circolare con decorazione a punte sporgenti. Dell'ingresso monumentale è rimasto il piccolo cancello di destra con pilastro e una colonna sul cui architrave poggia un elemento decorativo a pigna. Nel cortile, sul lato ovest si affaccia un portichetto aperto a serliana poggiante su colonne di serizzo e coperto a volte a crociera
Epoca di costruzione: ca. 1354
Descrizione
Poco discosto dalla cittadina di Codogno, il Castello Cavazzi di Somaglia si erge in posizione elevata su una piccola altura naturale che domina il territorio circostante. In seguito ai mutamenti politico-sociali e alle vicissitudini della proprietà attraverso i secoli, dell'originario castello oggi non rimangono che poche tracce celate nei sotterranei e nelle fondamenta. L'attuale aspetto è dunque da attribuire all'intervento, nella seconda metà del Trecento, di Bernabò Visconti e alla successiva trasformazione del castello in sontuosa residenza nobiliare operata dai Cavazzi nel XVII secolo. All'interno del castello oggi si accede attraverso un percorso in salita che conduce verso la Torre rettangolare, nella quale si staglia un ampio arco di ingresso a tutto sesto. Questa costruzione, in mattoni a vista come tutte le strutture edificate da Bernabò Visconti, ha perso il suo carattere prettamente difensivo e ostenta oggi una serie di ampie finestrature quadrangolari delle quali quella centrale è ornata da un lezioso balconcino in ferro battuto. Sul fianco sinistro della muratura si scorge l'ingresso originario, oggi tamponato, caratterizzato da un ampio arco ogivale; all'interno una semplice corte quadrangolare, con il corpo nobile segnato da fasce marcapiano e inquadrature leggermente aggettanti. Questa scelta stilistica è testimonianza del nuovo linguaggio artistico seicentesco che i proprietari introdussero per affermare il livello di cultura e di raffinatezza raggiunti, in un'epoca in cui le nobili famiglie abbandonavano i manieri fortificati a favore delle più piacevoli ville di delizia o ricchi palazzi urbani. Per questa ragione al centro della facciata principale della corte interna, l'anonimo architetto che ridisegnò il castello inserì un portico a serliana caratterizzato da due colonne in granito dalle evidenti ricercatezze geometriche.
Notizie storiche
La prima architettura fortificata a Somaglia risale probabilmente alla fine del X secolo, quando sull'altura del borgo è documentata l'esistenza di un "Castrum". Tuttavia di questa struttura non rimangono che esili tracce nelle parti interrate dell'attuale palazzo-castello, poiché, nella seconda metà del Trecento, Bernabò Visconti decise di edificare una nuova roccaforte che doveva far parte della serie di fortezze che egli stava realizzando in terra lodigiana per affermare il predominio di Milano sul territorio. Così come fece per il Castello di Sant'Angelo Lodigiano, dunque, anche a Somaglia eresse una nuova fortificazione che regalò poi alla consorte Beatrice Regina della Scala. Collocato in posizione strategica per il controllo del territorio, già nel XV secolo il castello cambiò numerosi proprietari, divenendo prima possedimento della piacentina famiglia Arcelli poi di Francesco da Bussone detto Conte di Carmagnola e infine della famiglia Isei e del perugino capitano di Ventura Niccolò Piccinino. Salito al potere Francesco Sforza, proprietaria del castello e feudataria del borgo ridivenne la casata dei Cavazzi che, nel Seicento, decise di ampliare l'originario castello adeguandolo alle nuove necessità estetico-simbolico dell'epoca. Nel 1688 il conte Antonio II Cavazzi morì senza lasciare eredi ed il castello passò nelle mani di Paolo Dati, che acquisì anche il titolo di conte della Somaglia. I nuovi proprietari, che si dimostrarono molto attivi in ambito filantropico, si occuparono della manutenzione del castello sino al momento dell'estinzione della famiglia, avvenuta nel 1816. Seguì un periodo di abbandono e di parziale decadenza che condusse alla perdita dei cicli pittorico-decorativi delle sale interne, delle quali permangono solo alcune testimonianze nella Sala d'Armi. Divenuta sede per gli sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale, il Castello fu completamente abbandonato negli anni settanta. Nel decennio successivo l'intero immobile fu donato al comune da Guendalina Cavazzi della Somaglia, consentendone un recupero funzionale e una valorizzazione culturale
Uso attuale: intero bene: abitazione/ uffici
Uso storico: intero bene: difensivo
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Riferimenti bibliografici
Agnelli G., Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, Lodi 1917, pp. 919, 923
Lombardia paese, La Lombardia paese per paese, Firenze 1985, p. 71
Marubbi M., Monumenti e opere d'arte nel Basso Lodigiano, Lodi 1987, pp. 196-199
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia : Province di Milano e Pavia, Novara 1990, v. I p. 96
Credits
Compilazione: Redaelli, Luana (2000)
Aggiornamento: Vergani, Cristina (2007); Caspani, Pietro (2015)
Descrizione e notizie storiche: Zanzottera, Ferdinando
Fotografie: Bonelli, Daniele; Caspani, Pietro
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00081/
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