Villa Penati, Ferrerio - complesso
Burago di Molgora (MB)
Indirizzo: Piazza Matteotti, 12 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Burago di Molgora (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua e solai a travatura lignea.
Epoca di costruzione: sec. XVIII
Descrizione
Giungendo a Burago di Molgora lungo il tracciato storico che risale verso nord da Caponago, il paese è annunciato a distanza dall'imponente mole di Villa Milyus, Oggioni, al limite sud del nucleo storico.
Superata la dimora, la strada si addentra sinuosa nel minuto tessuto edilizio a cortina, offrendo subito scorci visuali verso il complesso della Villa Penati Ferrerio, oggi sede municipale. Restaurata e riadattata in anni recenti, la villa offre nuovamente un'immagine architettonica degna del ruolo dopo un periodo di decadenza.
Sulla piazza Matteotti, a nord, l'insieme è delimitato da una muratura nella quale si apre il portale di ingresso alla corte, fiancheggiato da due finestre a vento, memoria del preesistente edificio rustico. Sul cortile, quasi una piazzetta interna, è attestato un edificio su due piani, caratterizzato da un porticato passante su colonne binate di pietra che sorreggono cinque arcate a tutto sesto. Il rilievo architettonico della galleria è messo ancor più in evidenza dall'estrema semplicità compositiva del prospetto, marcato da leggeri sfondatini sulle arcate e in corrispondenza delle finestre, in serie regolare e prive di persiane.
Attraverso la galleria porticata, con un soffitto ligneo a cassettoni, si oltrepassa l'edificio lungo un asse prospettico che collega i due ingressi alle estremità nord e sud, confluendo su un piccolo giardinetto di bordo. Il prospetto presenta lateralmente un triportico arcuato a tutto sesto, liberato durante la recente ristrutturazione dalla muratura che lo chiudeva e ora tamponato da vetrate, e un ordine superiore di finestre.
Accanto, lo spazio è delimitato dal corpo ortogonale della villa padronale, su due piani, il cui impianto ad U è marcato da due ali allungate verso est, dove al posto dell'originario giardino vi è ora un ampio prato che si estende sino al limite della proprietà della Villa Milyus, Oggioni, immediatamente a sud.
Lo sviluppo dei prospetti con le ali di identica altezza è l'elemento di maggiore connotazione dell'edificio che presenta una regolare serie di aperture cui si aggiungono, verso est, i balconcini con ringhiera in ferro al primo piano. Oltre ai due posti in asse sulle testate, ve ne è un terzo sul corpo centrale, disassato, e caratterizzato dalla ricca elaborazione del ferro battuto della ringhiera panciuta.
A valorizzare l'intero complesso è il vasto prato delimitato da murature che ne hanno mantenuto l'integrità spaziale, mentre nell'immediato intorno le suggestioni evocate dal parco della Villa Milyus Oggioni sono contrastate dell'edificazione "casuale" a palazzetto della seconda metà del secolo scorso.
Notizie storiche
Dal 1475 infeudato sotto il titolo del feudo di Vimercate, il territorio dell'antica Buirago, o Bovirago, era strutturato dal villaggio principale e da cascine sparse nella fertile campagna attraversata dal torrente Molgora. Allo stretto rapporto degli insediamenti con il paesaggio agrario, caratterizzato dalle piantate di gelsi, dai prati e dagli aratori a vicenda di cereali, faceva riscontro il compatto tessuto edilizio aggregato.
Fra le maggiori possessioni dell'epoca vi era quella del nobile Orazio del Conte che annoverava campagne e caseggiati del borgo, nel quale emergevano alcuni edifici di rilievo. Fra questi vi era un fabbricato a corte, con basse cortine attestate alla strada di attraversamento del nucleo abitato lungo l'itinerario di collegamento tra i paesi della pieve, costituita attorno al Vico Mercatum, maggiore centro localizzato poco più a nord.
Nel 1633 il nobile lasciò in perpetuo tutti i beni posseduti in Burago all'Ospedale Maggiore di Milano, compresi i fabbricati al centro del paese.
Nei primi decenni del Settecento il sito della villa è costituito da una cortina edificata aperta verso est, lungo un'area a ortaglie e coltivi. Il rilievo condotto durante la monumentale ricognizione sul territorio del Ducato di Milano avviata dall'imperatore Carlo VI ne registra la presenza nelle mappe di campagna, assegnandone la proprietà all'Ospedale Maggiore di Milano. L'identificazione di una "casa di proprio uso con giardino" poteva corrispondere ad una dimora agreste che si distingueva nel minuto tessuto rurale di Burago.
L'edificio fu poi ampliato con fabbricati propriamente funzionali alla conduzione del fondo agricolo della proprietà e il giardino ridotto alla coltura di ortaglie, assumendo nell'Ottocento una configurazione ben definita. Alla metà del secolo il sito della villa è rilevato nella carta del catasto Lombardo Veneto con un impianto ad U attestato ad una corte rettangolare e con l'ampio terreno di pertinenza ad est, sul quale la dimora padronale volge il prospetto principale.
La villa, passata di proprietà dall'Ospedale Maggiore ai nobili Penati, Ferrerio che detenevano cascine e fabbricati a Burago, fu abitata sino alla metà del Novecento quando, ormai in precarie condizioni, fu acquistata dal Comune.
Nell'ultimo decennio del secolo scorso l'intero complesso è stato interessato da un progetto di recupero all'uso pubblico coordinato con la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano. L'intervento è stato completato nei fabbricati affacciati alla corte, col trasferimento del Municipio e della biblioteca civica, mentre attende nuove risorse finanziare il corpo principale, attualmente inagibile e risanato solo nelle murature esterne e nella copertura.
Uso attuale: intero bene: servizi: Municipio
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: In auto da Milano:
Seguire le indicazioni per Lecco/Tangenziale Nord/Tangenziale Est/Usmate Velate/Venezia/A52/A4/A51/E64/E70 ed entra in A51/Tangenziale Est
Prendere l'uscita 18-Burago verso SP200
In treno: Stazione di Arcore a 8 Km; Stazione di Carnate a 10 Km
In autobus: Linee NET (Nord est trasporti - www.nordesttrasporti.it)
Z 307
Z 312
Z 315
Z 321
Z 322
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.nordesttrasporti.it
Riferimenti bibliografici
Cazzani E., Burago Molgora. Vicende civiche ed ecclesiastiche, Saronno 1987
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Ferrario Mezzadri, Elisabetta (1993)
Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1998); Morandi, Claudia (2002); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01343/
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