Villa Cusani Confalonieri, Cito Filomarino - complesso
Carate Brianza (MB)
Indirizzo: Via Bernardo Caprotti, 7, 11 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Carate Brianza (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua, con ambienti voltati e ambienti con solaio a travatura lignea.
Epoca di costruzione: sec. XIV - sec. XVIII
Comprende
Descrizione
Nel punto più elevato del nucleo storico e all'interno del parco pubblico si trova la Villa Cusani Confalonieri, dalla cui origine castellana è derivata la dimora agreste dei nobili Confalonieri.
L'edificio ha pianta sviluppata a C corrispondente a circa la metà del complesso a corte seicentesco, derivato dalla demolizione dei fabbricati rustici e delle scuderie completata all'inizio del Novecento.
L'impianto poderoso delle murature e la permanenza di un mastio costituiscono la parte più antica, elevata su tre piani oltre ad un livello interrato esteso solo ad alcune parti del complesso.
Il piano cantinato presenta ambienti voltati messi in comunicazione attraverso un passaggio ad arco a sesto acuto, e una ghiacciaia circolare posta a ridosso della torre.
Le facciate hanno finestre prive di cornici, posteriori a quelle dell'originario fortilizio caratterizzate archi a sesto acuto in laterizio. Rimangono ulteriori tracce evidenti nel coronamento del mastio, dove i merli in laterizio riemersi dopo l'ultimo restauro raccontano delle diverse fasi costruttive e della lontana origine fortilizia di parte ghibellina
A due piani è il corpo allungato sull'asse nord-ovest sud-est, corrispondente al corpo principale della dimora dei nobili Confalonieri. La facciata principale, rivolta a sud-ovest, è aperta al piede da un portico a trabeazione orizzontale su quattro colonne di pietra, residua porzione del quadriportico seicentesco. A destra della galleria si allunga lo scalone a due rampe, con balaustra traforata di pietra molera, che porta al piano nobile organizzato in ambienti disimpegnati da una galleria veranda.
Gli ambienti interni conservano l'atmosfera del passato, anche con vigore nonostante le spoliazioni. Risalgono ai primi anni del XVII secolo i saloni con camini scolpiti di pietra, accanto ai quali sono mantenuti i soffitti a passasotto, i pavimenti in cotto, alcuni arredi d'epoca e gli arazzi.
Ad ovest lo spazio introdotto da due statue è del giardino disegnato all'italiana di impianto seicentesco, diviso a campi rettangolari delimitati da siepe di bosso e percorsi che si allungano sino al limitare del pianalto, dove si trova un edificio a pianta quadrata, torretta di avvistamento lungo il perimetro delle mura riadattata ad uso dei massari che lavoravano al servizio dei nobili Confalonieri. Più oltre si distende il parco in forte declivio a nord-est, verso il fiume Lambro dove sin quasi arrivava nella prima metà dell'Ottocento.
Al bordo del giardino lungo il perimetro ovest della proprietà si coglie la piccola fabbrica dell'Oratorio di Santa Maria Maddalena, la cui struttura in mattoni con archi a sesto acuto e le decorazioni in cotto avvalorano la datazione al Trecento, quindi successiva a quella del mastio, costruito impiegando ciottoli di fiume. Pur essendo esterno al perimetro dell'antico castello doveva ad esso essere strettamente legato funzionalmente come cappella privata.
Notizie storiche
Il borgo di Carate ha avuto nell'antico passato un ruolo strategico di piazzaforte lungo itinerari di collegamento tra Milano e la Brianza, sino al territorio comasco. Un primo fortilizio eretto dopo il Mille fu distrutto da Federico Barbarossa alla metà del XII secolo, assieme ad altri castelli sparsi sul territorio durante la dura lotta contro i Comuni. Su quelle stesse rovine fu riedificato poco dopo, rafforzato con murature e fossati difensivi e acquisendo col tempo una più compiuta forma castellana a corte quadrangolare, in posizione d'altura sulla Valle del Lambro.
Nella vicenda storica del sito fortificato trova posto anche un approfondito cunicolo che univa il castello di Carate con una torre posta al di là del fiume, passaggio segreto forse chiuso all'inizio del Novecento e divenuto leggendario come il tesoro che vi dovrebbe essere ancora nascosto.
Il luogo faceva parte della Pieve di Agliate, capitanata dal IX al XV secolo dai Confalonieri schierati con i Ghibellini nelle alterne vicende di lotta contro i Guelfi derivate dal secolare conflitto tra la Chiesa e l'Impero. Fu teatro di contese e scontri tra Torriani e Visconti, il più violento dei quali avvenne nel 1275.
Superata la primaria funzione difensiva, l'edificio perse progressivamente l'austera immagine già a partire dal Cinquecento e tra la fine del secolo e i primi anni del Seicento, divenuto proprietà del nobile Valerio Confalonieri, fu riadattato in forma di abitazione con un porticato aperto sulla corte quadrangolare.
Col XVII secolo le modifiche messe in opera ebbero maggior peso, quasi una trasformazione: così l'edificio assunse le forme di una villa nobiliare dove trascorrere prolungati soggiorni a stretto contatto con la campagna alla quale si andavano indirizzando sempre maggiori investimenti produttivi. A questa fase risalgono gli ambienti dell'ala a sud e il vicino scalone principale in pietra, l'aggiunta di un fabbricato a ridosso del mastio, una scala a chiocciola in pietra per raggiungere la nuova loggia aperta al terzo piano, affacciata al giardino.
In seguito all'indagine promossa sotto il dominio austriaco dall'imperatore Carlo VI e conclusa con l'entrata e regime del Catasto Teresiano, il territorio di Carate fu rilevato nel 1722 e lo stato dei luoghi riportato nelle mappe di campagna, dove l'edificio fu rappresentato con le evidenti forme del fossato a perimetro.
Nel corso del XIX secolo sono state avviate le demolizioni dei fabbricati rustici addossati alla muratura lungo il bordo stradale, aprendo la corte al giardino e al trecentesco oratorio di Santa Maria Maddalena, poi completate all'inizio del Novecento congiuntamente alla sopraelevazione di un piano del risvolto d'ala ovest.
All'inizio del Novecento sono state riportate alla luce alcune finestre del mastio, parzialmente modificate, e a metà degli anni Settanta, quando la dimora è divenuta di proprietà pubblica, un ulteriore restauro ha fatto riemergere anche le merlature ghibelline in laterizio a coronamento della torre.
Uso attuale: corpo principale: non utilizzato; edifici di servizio e dipendenze: biblioteca
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: In treno: La stazione ferroviaria di Carate è la Carate-Calò. della ferrovia Monza - Molteno. Lo scalo è situato in via della stazione, a pochi minuti sia dal centro di Carate Brianza che da quello di Calò, frazione di Besana Brianza.
In autobus: linea Brianza Trasporti: Z221 Sesto S.G. (M1-FS)-Monza-Carate B.-Giussano-Mariano C. (FNM)
Z231 Carate B.-Giussano-Seregno-Desio
Z232 Desio-Seregno-Carate B.-Renate/Besana B (FS)
Z233 Triuggio-Albiate-Seregno FS
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.brianzatrasporti.it
Riferimenti bibliografici
Bagatti Valsecchi P.F./ Cito Filomarino A.M./ Süss F., Ville della Brianza. Lombardia 6, Milano 1978
Beni architettonici ed ambientali della provincia di Milano, Milano 1985
La Villa Cusani-Confalonieri, Carate Brianza
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia. Province di Milano e Pavia, Novara 1990, v. I pp. 43-43
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Bonini, Michele (1995)
Aggiornamento: Mozzi, Attilio (1998); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01627/
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