Chiesa di S. Martino

Carpiano (MI)

Indirizzo: Piazza Colonna, 0 (P) (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Carpiano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Pianta a croce latina. L'interno è diviso in tre navate da pilastri cruciformi in cotto; l'impianto è del tipo "a sala". La zona del presbiterio comprende tre absidi, poligonale a nord, semicircolare a sud (più tarda) e semiottagonale al centro. Muratura perimetrale portante in mattoni pieni. Copertura sorretta da impianto strutturale ligneo non visibile all'interno della chiesa. Fu poi arricchita da un nutrito gruppo di sculture quattrocentesche in facciata e a coronamento del campanile. Verso la metà del Cinquecento alla chiesa fu annessa una grangia.

Epoca di costruzione: ultimo quarto sec. XIV - fine sec. XVI

Descrizione

La chiesa di S. Martino, oggi parrocchiale, presenta un aspetto sostanzialmente tardo-trecentesco, arricchito da un nutrito gruppo di sculture quattrocentesche in facciata e a coronamento del campanile. La fronte è a capanna, con salienti interrotti, ritmata da lesene e decorata con pinnacoli ed una cornicetta ad archetti pensili; la precede un elegante protiro a pianta quadrata impostato su colonnine tortili finemente decorate con rosette, tralci di vite e animali fantastici, che si ritengono provenienti dalla Certosa di Pavia, come pure le statue e i rilievi che ornano il pronao stesso ed il portale. Sopra il protiro si apre un ampio rosone, mentre i due portali laterali hanno profilo archiacuto. Sul fianco nord si aprono due cappelle più tarde e, all'altezza della terza campata, la torre campanaria in cotto, a pianta quadrata.
L'interno è diviso in tre navate da pilastri cruciformi in cotto; l'impianto è del tipo "a sala", cioè con uguale altezza di imposta nella navata centrale e nelle laterali. Queste ultime sono coperte da volte a crociera costolonate a profilo archiacuto, mentre la navata centrale prevedeva in origine una copertura lignea con tetto a vista, più tardi sostituita dall'attuale volta a botte. La zona del presbiterio comprende tre absidi, poligonale a nord, semicircolare a sud (più tarda) e semiottagonale al centro, con copertura ad ombrello tipicamente tardotrecentesca. Dal punto di vista strutturale l'edificio è riconducibile ad un gruppo di chiese dell'area lomellina, il cui prototipo è stato individuato nel S. Lorenzo di Mortara (1360-80 ca.). Di grande interesse è il bellissimo altare in marmo di Candoglia con rilievi raffiguranti le Storie della Vergine, che non è escluso decorasse in origine l'altar maggiore della Certosa di Pavia, per essere trasferito a Carpiano nel secondo Cinquecento. I rilievi, databili all'ultimo decennio del Trecento, spettano a due o forse tre artisti diversi, tutti di ambito campionese ma di differente livello stilistico e qualitativo. Le formelle del retro dell'altare sono state eseguite da un maestro più arcaico, con uno spiccato gusto per i dettagli naturalistici ma dai modi ancora un poco bloccati; un secondo scultore, operante nei rilievi dei fianchi dell'altare, potrebbe essere identificato con uno dei componenti della bottega di Bonino da Campione attivi nel sarcofago del monumento funebre di Bernabò Visconti, anticamente in S. Giovanni in Conca a Milano; un terzo, più nobile artista è infine responsabile dei rilievi del registro inferiore della fronte dell'altare (Presentazione di Maria al tempio, Sposalizio e Morte della Vergine), dove oltre all'abilità tecnica della resa si apprezzano la scioltezza e varietà della composizione, la serenità della narrazione e la vivace caratterizzazione di volti e gesti. Uno dei possibili scultori dell'altare, quel Giovanni "de Campiliono dicto Botio" che compare come lapicida nei primi registri di spese della Certosa, potrebbe essere lo stesso Botio pagato a Bergamo nel 1366 per l'esecuzione del portale minore settentrionale di S. Maria Maggiore, insieme con il più celebre Giovanni da Campione.

Notizie storiche

Fin dal 1399 si ha notizia della presenza del complesso monastico di Carpiano tra i beni dotali della Certosa di Pavia, cui fu donato da Gian Galeazzo Visconti nel 1396. Verso la metà del Cinquecento alla chiesa fu annessa una grangia; l'unione con la Certosa, confermata da una bolla di Leone X nel 1518, si protrasse fino alla soppressione dell'intero monastero nel 1769.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Per informazioni, rivolgersi alla parrocchia: Tel. 02/9815014

Come arrivarci:
in auto: da Via Ripamonti, imboccare la Vigentina, prendere lo svincolo per Binasco/Melegnano: alla rotonda prima uscita per Carpiano.

Riferimenti bibliografici

Gatto C.E., Carpiano in mano, Peschiera Borromeo 2001

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Madoi, Roberta (1992)

Aggiornamento: Falsitta, Nicola (1998); Andreoli, Ombretta (2001); Ribaudo, Robert (2009)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).