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Oratorio della Beata Vergine del Transito
Cesano Maderno (MB)
Indirizzo: Piazza Arese (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Cesano Maderno (MB)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: oratorio
Configurazione strutturale: Edificio a pianta rettangolare costituito da muratura continua in laterizio, con volta a botte con unghiature e copertura a tetto semplice a tre falde con manto di tegole a coppo in laterizio
Epoca di costruzione: 1642
Autori: Buzzi, Carlo, progetto
Descrizione
Il nucleo storico di Cesano Maderno presenta un'organizzazione spaziale ampiamente derivata dall'insediamento della casata Arese Borromeo, un sistema nel quale i palazzi padronali col compendio di parchi e giardini, gli edifici di servizio e le pertinenze rustiche hanno costituito con la trama dei percorsi stradali un piano urbanistico unitario, già compiuto nel Seicento.
Nella centrale piazza Arese della cittadina cresciuta sulle sponde del Seveso, lo sguardo del viaggiatore può lasciarsi coinvolgere nell'ammirazione dello spazio, anche soddisfatto nella contemplazione pur non dimentico di discutibili trasformazioni e sopportando alcune evidenti stonature che, tuttavia, non compromettono la percezione di un sostanziale equilibrio. Concorre all'ascolto dell'architettura la folta macchia di tigli che, disposti in duplice filare, animano la piazza introducendo volta a volta l'osservazione del Palazzo Arese Jacini, la domestica cortina edilizia contrapposta a questo e, al fondo, l'Oratorio della Beata Vergine del Transito, aperto alla platea alberata con un portico a serliana.
È un monumento, piccolo di dimensione ma necessario alla compiuta architettura dello spazio pubblico più antico della cittadina, quantomeno per il ruolo di luogo degli incontri e degli scambi tra gli abitanti.
Impostato sull'asse longitudinale, il santuario presenta una pianta a navata unica con un portico d'ingresso affiancato da un portale ad arco che, aperto all'antico brolo, s'innesta nel contiguo palazzo padronale come una quinta architettonica. Qui vi è il camminamento sopraelevato che i nobili percorrevano per raggiungere l'oratorio privato, assistendo dall'alto alle funzioni religiose, mentre i fedeli vi avevano libero accesso dalla piazza.
La facciata principale è elaborata nell'architettura di un centrale arco ribassato su due colonne doriche, fiancheggiate da fornici e sovrastate da una finestra rettangolare, elemento compositivo che contribuisce alla leggerezza e allo slancio del prospetto concluso da un rigoroso timpano neoclassico.
All'interno, l'equilibrio di linee e forme è sottolineato da un fregio che, raccolto il ritmo della facciata, prosegue nell'aula scandendo l'alzato in due partizioni. Da quella superiore, aperta da finestre, si imposta la volta a botte; sopra il portale è murata una lapide iscritta a memoria della volontà dei fratelli Benedetto e Giovanni Arese che fecero erigere il sacro edificio nel 1642. Al fondo è il presbiterio con l'altare maggiore, dove si può rimirar la pala del Transito della Vergine, opera compiuta nel 1642 dal milanese Gerolamo Chignoli, incorniciata da una pregevole architettura lignea.
Si fronteggiano nella muratura ai lati due bassorilievi a soggetto sacro. Da una porta aperta a sinistra dell'altare si accede alla sacrestia, meritevole di osservazione per il soffitto a cassettoni, per un lavatoio scolpito in pietra e per gli arredi d'epoca.
Parte delle opere pittoriche su tela un tempo presenti nell'aula sono oggi conservate nella galleria del contiguo palazzo, acquisito in proprietà pubblica nel 1971 e divenuto, dopo un mirato restauro conclusosi nel 2003, sede del locale municipio e dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda.
Notizie storiche
Accanto al Palazzo Arese Jacini, l'Oratorio della Beata Vergine del Transito è di poco posteriore, essendo stato avviato a costruzione nel 1642 su progetto dell'architetto milanese Carlo Buzzi, a circa tre lustri dal completamento della parte più antica del palazzo, verosimilmente compiuta prima del 1628 quando, alla morte del fondatore Marco Maria Arese fu compilato l'inventario dei beni afferenti.
La sua origine affonda nei percorsi seicenteschi della storia della casata dei nobili Arese a Cesano Maderno. Fu Benedetto Arese, secondogenito di Bartolomeo II, a disporre nel 1596 il lascito testamentario di 3000 lire imperiali e il compendio di alcuni terreni alla Confraternita del Santissimo Sacramento affinché fosse eretto un oratorio che, nelle intenzioni originarie, servisse "da parochiale".
La disposizione, tra iniziali difficoltà dovute alla ristrettezza delle risorse e successivi propositi di ampliamento dell'esistente parrocchiale di Cesano Maderno, fu poi intrapresa e conclusa con l'esito desiderato nel 1642.
Autore del progetto fu il milanese Carlo Buzzi, o Buzzo, Buzio e altre declinazioni secondo le fonti, uno dei maggiori progettisti dell'architettura nel Seicento milanese, succeduto a Francesco Maria Richino nella direzione dei lavori del Duomo e attivo in quegli anni anche a Desio, a Monza e sulle rive dell'Adda, dove dal 1641 attendeva all'esecuzione del Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago.
Fonte documentaria inoppugnabile della famiglia Arese, un diario alla data del 28 marzo 1642 riporta che "Fu incominciato a fabbricare la chiesa oratorio vicino al palazzo di Cesano sotto il nome del patrocinio della Madonna per il legato lasciato da Benedetto Arese nostro avo. Il disegno fu fatto dall'Ingegner Carlo Buzzo".
La mappa Carlo VI del 1722 ne evidenzia la posizione all'interno di un sistema edificato che, pur con contenute differenze di fabbrica, ha grande corrispondenza con lo spazio giunto sino a oggi. La piazza principale, allungata, la piazzetta secondaria sulla quale si affacciano gli aggregati a corte chiusa e aperta, sino a lambire il torrente Seveso; infine, il Palazzo Arese Jacini, all'epoca appartenente alla famiglia Arese di Seveso, con la pertinenza a giardino riccamente elaborato nelle forme tipiche della rappresentazione delle mappe settecentesche. Poco discosto, ampio e monumentale nell'articolazione planimetrica, il palazzo Arese Borromeo.
Come per l'oratorio di quest'ultimo, dedicato a San Pietro Martire, anche dell'oratorio privato di Palazzo Arese Jacini non vi è riscontro negli atti delle visite pastorali della Pieve di Seveso compiute tra il XVII e il XVIII secolo.
Alla fine dell'Ottocento, il palazzo con tutte le pertinenze fu acquistato per un valore di 550.000 lire dal conte Gilberto Borromeo Arese, con l'atto stipulato con la contessa Matilde Serristori, rimasta vedova del conte Marco Arese Lucini.
Nel 1941 l'intero complesso passò per via ereditaria alla madre del conte Giovanni Jacini. Trent'anni ancora e fu il Comune ad acquistare per la somma di 180 milioni di lire il palazzo, in cattivo stato dopo decenni di abbandono, con tutte le dipendenze.
All'interno del più ampio progetto di recupero all'uso pubblico dell'intero bene, ai primi anni Ottanta fu avviato il restauro del sacro edificio, di concerto con la Soprintendenza e con fondi stanziati dal Ministero dei Beni Culturali.
La "geseta dal Pasqué", com'è anche identificata localmente, ha così ritrovato nuova vitalità, perpetuando nel tempo la simbolica presenza per la comunità.
Uso attuale: intero bene: oratorio
Uso storico: intero bene: oratorio
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: l'accessibilità è completa.
Cesano Maderno, principali collegamenti:
trasporto privato su strada:
S.S. 35 dei Giovi (Genova-Milano.Como-Chiasso);
superstrada Milano-Lentate sul Seveso, uscita Cesano Maderno;
S.S. 527 Monza-Saronno-Busto Arsizio;
trasporto pubblico su ferrovia e strada:
linea FNM Milano-Seveso-Asso Ferrovie Nord Milano (FNME), stazione di Cesano Maderno;
autobus Brianza trasporti e Linea Air pullman:
linea H 309 Meda - Cesano Maderno - Saronno;
linea z251 Desio (FS) - Bovisio Masciago - Varedo - Senago - Limbiate - Cesano Maderno (FNM);
linea z240 Desio (FS) - Cesano Maderno - Limbiate - Senago - Varedo - Bovisio Masciago - Desio (FS).
Fonti e Documenti
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (1994)
Aggiornamento: Falsitta, Nicola (1998); (2007); Garnerone, Daniele (2014)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02249/
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