Corte del castello
Cogliate (MB)
Indirizzo: Via IV Novembre, 25 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Cogliate (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: palazzo
Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua e solai a travatura lignea.
Epoca di costruzione: primo quarto sec. XVIII - sec. XX
Descrizione
Cogliate, anticamente chiamato San Dalmazio dal nome titolare del monastero benedettino di proprietà delle monache di Santa Maria in Valle di Milano, si è costituito attorno a corti rurali in un sistema strettamente correlato alla campagna, improntata dalle forme del paesaggio delle Groane.
Lungo l'asse di attraversamento nord-sud del centro storico, all'intersezione tra l'attuale via IV Novembre e la strada che portava all'antico mulino, di cui rimane memoria nella toponomastica, è organizzata una delle principali corti del paese, giunta a noi in condizioni di totale abbandono.
Identificata dalla comunità locale col nome di Corte del castello, costituiva l'ingresso secondario al Palazzo Rovelli, del quale era pertinenza all'interno di un'ampia proprietà fondiaria.
La corte chiusa su tre lati ha impianto quadrangolare nel quale emergono le cortine a due piani su tre lati principali, determinando uno schema ad U rivolto a sud, verso il Palazzo, con addizioni di fabbricati di servizio ai lati del cancello che introduce al decaduto parco della dimora signorile. Esterne alla corte, verso est, si allungano due testate ad uso di abitazione, una già presente alla metà dell'Ottocento, l'altra più tarda.
Lungo il perimetro esterno la cortina edilizia mantiene l'altezza d'origine e il regolare alternarsi di porte e finestre delle abitazioni, con evidenti alterazioni per gli interventi di adattamento compiuti nella seconda metà del Novecento nel prospetto su via IV Novembre. Su questo affaccio principale l'elemento di maggiore caratterizzazione è costituito dal portale ad arco ribassato, con evidenti richiami rappresentativi soprattutto negli elementi stilistici delle cornici sbalzate e delle lesene mistilinee appena emergenti ai lati, terminanti con capitelli sormontati da pinnacoli. Tutto è in muratura di mattoni pieni, mancando i presupposti per l'impiego di materiali lapidei di maggiore impegno essendo la corte destinata alla residenza della servitù e dei lavoranti agricoli alle dipendenze del marchese Rovelli.
Dal portale, ora senza portone, si allunga l'asse di attraversamento della corte, confluente in un secondo androne ad arco ribassato, aperto verso est. Le cortine a nord e ad est conservano pur nella decadenza il dato iconografico dell'abitazione rurale, con l'ordine originario delle aperture sostanzialmente mantenuto, mentre appare del tutto alterato il prospetto ad ovest dove, peraltro, si individuano tracce di un disegno decorativo mistilineo sopra l'arco dell'androne carraio. Soffermandosi in osservazione nel cortile si coglie la dimensione del lungo tempo andato. E il senso dell'abbandono si fa concreto.
Notizie storiche
La corte trae origine e fondamento nel formarsi del nucleo di Cogliate, in stretta relazione con l'assetto fondiario del luogo. Dalle prime edificazioni a cortina lungo la strada di attraversamento interno alla giustapposizione di fabbricati attestati sul retro a formare corti maggiori e minori secondo una gerarchia funzionale.
Seppur ancora non definita nelle forme giunte sino a noi, nel Settecento l'aggregato rurale appare già strutturato lungo la principale strada di attraversamento del paese. La monumentale indagine sul territorio del Ducato di Milano, promossa sotto il dominio austriaco da Carlo VI e completata dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria con l'entrata in vigore del Catasto Teresiano, rappresenta un imprescindibile strumento di documentazione dello stato dei luoghi nel XVIII secolo. Nella mappa di campagna detta di Cogliate con S. Dalmatio Pieve di Seveso Ducato di Milano, disegnata nel 1722, il sito risulta edificato e la rappresentazione lascia pochi margini al dubbio sull'esistenza di una corte corrispondente all'attuale, almeno a livello planimetrico. È del resto evidente anche il grande fabbricato poco più a sud, in stretta correlazione spaziale e funzionale con la corte. Vi dimorava la nobile famiglia Rovelli, di origine comasca, il cui ruolo preponderante nel piccolo paese era ben rappresentato dal seicentesco palazzo, sopravanzato da un giardino che si estendeva all'intorno, sino alla corte dove avevano dimora i contadini e i lavoranti a servizio del marchese Rovelli.
Un secolo dopo, la Corte del castello ormai consolidata nella forma risulta definita con precisione nella carta disegnata dal Tenente Giovanni Brenna, pubblicata nel 1838, e nella successiva mappa del Catasto Lombardo Veneto, entrambe con l'evidenza del lato aperto a sud, attraverso il quale si allunga il percorso di comunicazione con Palazzo Rovelli.
Durante il Novecento la corte ha conosciuto alterne vicende, strettamente legate alla famiglia Rovelli. Già prima dell'abbandono del palazzo, l'aggregato rurale fu frazionato e modificato secondo le necessità del momento e compromettendo l'originaria integrità di forme. Al decaduto palazzo divenuto di proprietà pubblica, al centro di un impegnativo progetto di risanamento per insediarvi la sede comunale, si è accompagnato il progressivo degrado degli edifici della corte, in attesa di un intervento di ristrutturazione.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/privata
Accessibilità: In auto da Milano.
Prendere la A8
Prendere l'uscita verso Chiasso/A9/Como
Entrare in E35
Continuare su A9
Prendere l'uscita Turate
In treno: Milano Cadorna (FNM) scendere a Saronno poi autobus Cogliate-Saronno della Restelli.
http://www.sila.it
Riferimenti bibliografici
Vazzoler G.M./ Bordoni M.L., Cogliate. Un paese, una storia, Cogliate 1992
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Filieri, Adriana (1994)
Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1998); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02391/
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