Villa Bonomi Cereda Gavazzi Aliprandi
Desio (MB)
Indirizzo: Via Giacomo Matteotti, 4 (Nel centro edificato storico perimetrato al 1995) - Desio, Desio (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Impianto a U con un corpo principale a due piani, interessato al centro da un portico a tre arcate su colonne binate, in corrispondenza del quale l'edificio è soprelevato di un piano. Le ali laterali - alte quanto il corpo principale, ove si prescinda dal sopralzo centrale - risvoltano anche sul lato d'ingresso, chiudendo parzialmente la corte verso la strada. Con l'asse principale della villa - che parte dal cancello e attraversa il cortile, arrivando all'arcata centrale del portico - se ne interseca perpendicolarmente uno secondario al centro del cortile, generato da due alti fornici, uno al centro di ognuna delle due ali laterali, i quali collegavano, tramite androni, il cortile d'onore ai due cortili di servizio laterali, oggi scomparsi. .
Epoca di costruzione: seconda metà sec. XVII
Descrizione
La villa presenta un impianto a U con un corpo principale, interessato al centro da un portico a tre arcate su colonne binate, in corrispondenza del quale l'edificio è soprelevato di un piano. Le ali laterali - alte quanto il corpo principale, ove si prescinda dal sopralzo centrale - risvoltano anche sul lato d'ingresso, chiudendo la corte verso la strada, più di quanto non avvenga solitamente in edifici di questo tipo.
L'impianto generale è costruito attorno a due assi che si incrociano perpendicolarmente: quello principale parte dal cancello e attraversa il cortile, arrivando all'arcata centrale del portico; l'altro è generato da due alti fornici al centro di ognuna delle due ali laterali, i quali collegavano, tramite androni, il cortile d'onore ai due cortili di servizio laterali, oggi scomparsi.
I prospetti della villa - scanditi da un discreto ordine di lesene, semplificate secondo il sistema a fasce - sono articolati in assi di finestre incorniciate da fasce intonacate, disposte su due file. Le finestrelle dei mezzanini sono presenti esclusivamente al piano terra nelle ali laterali e sul lato verso il cortile del corpo principale.
Il portico, soprelevato rispetto al piano della corte tramite una scalinata in granito di cinque gradini, è coperto da tre volte a crociera, dalla sezione a sesto ribassato, separate tra loro da tre archi trasversi, che collegano le colonne doriche alle lesene di ribattuta sulla parete di fondo.
In corrispondenza del portico, sul lato opposto del cortile, l'edificio è chiuso verso la strada da una sobria cancellata intervallata a quattro robusti pilastri a sezione rettangolare, coronati da statue di leoni.
Per quanto ampiamente rimaneggiata, l'area dell'ex giardino della villa è ancora perfettamente riconoscibile e, attualmente, è adibita a parco pubblico, sebbene non sembra vi si possano riconoscere tracce di quello che doveva essere l'impianto originario.
Notizie storiche
La villa compare nelle mappe del catasto di Carlo VI, nel quale risultava intestata all'avvocato Cesare Bindone, con un impianto leggermente diverso dall'attuale, consistente in quattro corpi di fabbrica chiusi attorno a un cortile con una piazza semicircolare antistante. Dovette, quindi, subire interventi di ridefinizione architettonica dopo il terzo decennio del XVIII secolo.
All'inizio del XIX secolo, essa era proprietà dell'industriale zuccheriero Luigi Bonomi. Probabilmente per tale motivo, il 20 aprile 1847 fu devastata in occasione di una rivolta di contadini. Pare che l'episodio abbia spaventato i proprietari, inducendoli a non ridare alla dimora una veste lussuosa e a mantenerle un aspetto il più possibile modesto. Ciò potrebbe anche spiegare il motivo per cui, a seguito dell'epidemia del 1855, la villa venne utilizzata per tenere in isolamento gli ammalati.
La proprietà passò, per via ereditaria, alla famiglia Cereda e, verso il 1880, fu comprata dall'ingegnere Pio Gavazzi, i cui eredi la vendettero nel 1951 agli Aliprandi. Attualmente è sede della Banca Popolare di Bergamo
Uso attuale: intero edificio: altro uso
Uso storico: intero edificio: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Accessibilità: Come arrivare
In auto da Milano: Statale dei Giovi, uscita Desio.
ferrovia treno per Desio FS da Centrale FS.
autobus Linea ATM (T2Fer6) da Milano Niguarda Dazio, 623 Milano-Desio.
Note
Essendo sede di un'agenzia della Banca Popolare di Bergamo, la visita non è consentita se non dall'esterno.
Riferimenti bibliografici
Bagatti Valsecchi P.F./ Cito Filomarino A.M./ Süss F., Ville della Brianza. Lombardia 6, Milano 1978, pp. 434-436
Beni architettonici ed ambientali della provincia di Milano, Milano 1985, p. 54
Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989, v. II p. 103
Fonti e Documenti
ASMi, Catasto, Mappe, Cessato Catasto, 193, f. 11
ASMi, Catasto, Mappe del Catasto Teresiano, 3055, f. 13
ASMi, Catasto, Mappe del Catasto Lombardo Veneto, 2485, f. 11
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Mascione, Maria (1995)
Aggiornamento: Mozzi, Attilio (1998); Montani, Anna Chiara (2006); Tolomelli, Davide (2006)
Descrizione e notizie storiche: Montani, Anna Chiara; Tolomelli, Davide
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02956/
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