Villa Raimondi Carpegna - complesso
Lentate sul Seveso (MB)
Indirizzo: Via Raimondi Mantica, 18,20 (P),22,24 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Lentate sul Seveso (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: La villa ha pianta a U con fronte volta a occidente, verso il Parco delle Groane dal quale è separata mediante una recinzione semicircolare intervallata dalle aperture di tre cancelli. Le due ali si prolungano alle estremità in due corpi minori paralleli a quello centrale; l'ala Sud a formare un'altra U aperta verso il giardino. La facciata est, s'affaccia su un giardino a terrazze che segue digradando il declivio del colle e si apre sull'ampia piana della Valle del Seveso. Il corpo centrale sopraelevato e a tre piani, è aperto da tre archi a tutto sesto sorretti da pilastri e chiusi da ampie vetrate.
Epoca di costruzione: post 1630 - ante 1792
Autori: Cantoni, Simone, progetto; Bortoloni, Mattia, affreschi
Descrizione
A ragione della bellezza e della particolarità del paesaggio di questa zona della Brianza, fra boschi di groane e la brughiera, popolata di animali selvatici, il luogo fu fra i prediletti per la costruzione di numerose ville patrizie, utilizzate prima di tutto come residenza estiva. In questo contesto s'inserisce anche villa Raimondi, celebre luogo di ritrovo del bel mondo milanese, e che denuncia anche nel suo aspetto architettonico, il nesso strettissimo con il paesaggio che l'accoglie.
La villa ha pianta a U con fronte volta a Occidente, verso il Parco delle Groane dal quale la separa solo una recinzione semicircolare intervallata dalle aperture di tre cancelli. Le due ali si prolungano alle estremità in due corpi minori paralleli a quello centrale; l'ala sud a formare un'altra U aperta verso il giardino. La decorazione esterna è limitata all'ornamento delle finestre a monocromo mediante cornici dipinte, recentemente restaurate. La facciata est s'affaccia su un giardino a terrazze che segue digradando il declivio del colle e si apre sull'ampia piana della Valle del Seveso. Il corpo centrale, sopraelevato e a tre piani, è aperto da tre archi a tutto sesto sorretti da pilastri e chiusi da ampie vetrate. Il portico passante, scandito da volte a crociera affrescate con motivi geometrici e sostenute da pilastri quadrati, è di notevole interesse architettonico, poiché concepito per permette la visuale su entrambi i giardini. Gli ambienti a lato del portico, recentemente restaurati, sono affrescati con dipinti attribuiti a Mattia Bartoloni (1695-1750), pittore veneto, esponente principale della corrente tiepolesca in Lombardia: si tratta di grandi scene mitologiche con storie di Paride; oltre a ciò, le pareti di alcune sale sono rivestite da ceramiche. Fra queste, spicca la cosiddetta sala blu, o sala delle piastrelle, interamente rivestita - caso unico in Lombardia - di ceramiche di Deft. Di notevole interesse anche la sala dei cuoi, dal rivestimento in cuoio decorato delle pareti. Uno scalone seicentesco a quattro rampe permette l'accesso al piano superiore. Qui, nel grande salone centrale, sono altri affreschi del Bartoloni, questa volta di argomento storico. Perduti molti elementi decorativi che connotavano il giardino (sculture e fontane), solo le statue che ancora accompagnano il visitatore lungo l'antico viale d'accesso e le scalinate di raccordo ai parterre, sembrano oggi nostalgicamente rinviare ai fasti del passato.
Notizie storiche
La costruzione della villa ha inizio nel 1630, su progetto di Simone Cantoni, per volontà della famiglia Casnedi, proprietaria a Lentate di un vasto fondo agricolo, ed è documentata fin dal Catasto di Carlo VI ove è di proprietà di Ottaviano Confalonieri. Nel 1792, il complesso appartiene a Vitaliano Confalonieri, procuratore dei figli Federico e Ansperto, eredi della madre, Antonia Casnedi Confalonieri, morta di parto nel 1789 e ultima rappresentante della famiglia. Venduta nel 1794 al marchese Raffaele Raimondi e lasciata nel 1806 al figlio Giorgio, la villa è in questo torno di tempo arricchita di pregevoli arredi e, particolarmente di finissime porcellane; qui i Raimondi ospitano, durante la stagione estiva, personalità di spicco della cultura e dell'aristocrazia lombarda: rinomatissimi i ricevimenti, gli incontri mondani e le battute di caccia. Fra il 1848 e il 1855 i Raimondi, noti per la loro adesione agli ideali risorgimentali, subiscono il sequestro dei beni da parte austriaca e, abbandonata ogni cosa, sono costretti a riparare nel Canton Ticino. La villa subisce devastanti saccheggi e atti vandalici, con la distruzione degli arredi e del giardino all'italiana (del quale sono perfino poste in vendita le tubature che alimentavano fontane e giochi d'acqua). Al rientro, il marchese ripristina l'antico splendore; nel 1860 è celebrato lo sfortunato matrimonio, subito sciolto, fra Giuseppina Raimondi, figlia del marchese, e Giuseppe Garibaldi. Vent'anni dopo Giuseppina sposa l'avvocato Ludovico Mancini, sostenitore fattivo della causa italiana, dal quale ha una figlia, Nina Mancini. Il '900 segna l'inizio di un lungo decadimento; il complesso, venduto ai baroni Achille e Corrado Iuvalta, viene suddiviso da un muro che "taglia" a metà l'edificio, la corte e il parco; nel 1962, la famiglia Audazio di Lentate acquista una delle due parti. Finalmente, nel 1978, l'intero complesso viene acquistato e ripristinato dal conte Ranieri Brivio Gabrielli di Carpegna, che attualmente vi risiede con la famiglia.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Accessibilità: Come arrivare
In auto da Milano: Statale dei Giovi, uscita Lentate sul Seveso, proseguire per la frazione Birago.
ferrovia treno per Lentate sul Seveso da Centrale FS.
Note
Di proprietà privata, è visibile solo dall'esterno.
Riferimenti bibliografici
Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989
Mauri M./ Ronzoni D.F., Ville della Brianza, Missaglia 2003, v. I pp. 109-120
Langé S., Ville della provincia di Milano. Lombardia 4, Milano 1972
Fonti e Documenti
ASMi, Mappe del Catasto di Carlo VI, cart. n. 3455, f. 2
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Frangi, Cecilia (1995)
Aggiornamento: Moretti, Micaela (2001); D'Ascola, Simona (2006); De Francesco, Anna (2006)
Descrizione e notizie storiche: D'Ascola, Simona; De Francesco, Anna
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03673/
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