Compreso in: Villa Antona Traversi - complesso, Meda (MB)
Villa Antona Traversi - complesso
Meda (MB)
Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto, 3 (P),2 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Meda, Meda (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Al corpo quadrato dell'antico monastero, sviluppato intorno ad un chiostro, l'architetto viennese Pollack, aggiunse, all'inizio del XIX sec. un nuovo corpo di fabbrica con funzione d'ingresso, comprendente una corte, ed un giardino, trasformando il complesso in una villa per un facoltoso mercante. Edificio in muratura con volte a piano terra e solai ai piani superiori; corte interna (ex chiostro), corte rustica verso piazza Vittorio Veneto.
Epoca di costruzione: sec. XIX
Autori: Pollack, Leopold, ampliamento; Palagi, Pelagio, ristrutturazione
Comprende
Descrizione
La facciata esterna neoclassica del palazzo (4), in piazza Vittorio Veneto, si distingue per sobrietà; lascia trapelare l'eleganza essenziale degli interni, quasi in continuità con l'austerità dell'antica vita monastica. Immediatamente a destra del volume della villa si alza la ricca facciata barocca della chiesa di S. Vittore (1), l'unica parte dell'antico monastero a non aver subito una trasformazione totale. Per schema planimetrico e decorazioni pittoriche l'edificio è spesso comparato con la chiesa del coevo monastero milanese di S. Maurizio. L'invaso si presenta a navata unica affiancata da otto cappelle laterali, coperta a botte.
Tra gli affreschi luineschi sorprende la decorazione della volta, per la straordinaria vivacità dei colori e per l'originalità della composizione: i simboli della Passione e i tondi contenenti effigi di profeti e santi sono intrecciati a motivi profani rinascimentali. Nella prima cappella a sinistra rispetto all'ingresso della chiesa, è conservato un grandioso gruppo statuario in legno policromo rappresentante un Compianto su Cristo morto. L'opera è di scuola lombarda, realizzata presumibilmente all'inizio del XVI secolo.
Giulio Campi (1502-1572) ha realizzato gli affreschi laterali all'altare mentre la pala centrale è opera di Giovan Battista Crespi detto il Cerano (1573-1632). L'opera, che raffigura Cristo in Gloria circondato da Santi, collocata nel 1626, sovrasta un'urna in cui sono conservati i resti dei Santi Aimone e Vermondo, fondatori dell'antico monastero.
La preziosa chiesa, a cui si accede sia dall'esterno che dall'interno della villa, corrisponde solo alla metà dell'edificio originario, ovvero alla parte esterna. L'architettura sacra, terminata nel 1520, fu infatti progettata secondo lo schema a doppia chiesa, detto di Santa Giustina o Cassinense, tipica delle chiese monastiche della prima metà del '500. Tale schema planimetrico prevede una chiesa a navata unica ma separata in due ambienti da un divisorio: la parte interna è riservata alle monache, quella esterna al popolo. Mentre la chiesa esterna non ha subito manomissioni, quella interna è stata modificata radicalmente da Pollack, divisa nel senso dell'altezza in modo da creare due sale denominate Sala del Coro e Limonera.
La Sala del coro (3), 215 mq per un'altezza di 9,50 metri, è stata ricavata nello spazio riservato al coro del monastero e vanta una ricchissima decorazione cinquecentesca, opera di Bernardino Luini. Il tondo con Cristo benedicente al centro della parete di fondo mostra la chiara derivazione leonardesca dell'autore. Dopo esser stata utilizzata come granaio nell'Ottocento, è stata recentemente sottoposta a restauri: attualmente è utilizzata per convegni e manifestazioni di carattere artistico e culturale.
Il piano inferiore dell'ex chiesa interna è un vasto ambiente, 200 mq per 5 m di altezza, articolato da sei poderosi pilastri che sorreggono grandi archi in muratura. Il locale, che reca tracce degli antichi affreschi, viene denominato Limonera (2) in quanto per tutto l'Ottocento fu utilizzato come ricovero invernale degli agrumi coltivati in vaso.
Dalla Limonera si raggiunge l'ampia corte interna quadrata (C), oltre 600 mq scoperti circondati da un quadriportico coperto, di circa 400 mq, intorno al quale si sviluppa il corpo principale della villa. Si tratta di uno spazio di profonda suggestione, l'antico chiostro, cuore del monastero, trasformato da Pollack in cortile d'onore. L'architetto ne rifece i lati principali e chiuse gli archi di quelli laterali con finestroni senza serramento. Oggi lo spazio è lasciato a prato ed attraversato da un camminamento di lastre in granito dalle dimensioni irregolari.
Affacciati sul chiostro si aprono la Sala della Maschere (5) e l'Ottagono (6), due eleganti saloni neoclassici, di 140 mq complessivi, di cui il primo prende il nome dal motivo che ne decora pareti e volta: maschere della commedia e della tragedia tra fregi e greche.
Notizie storiche
Giungendo in piazza Vittorio Veneto a Meda (A), si scorge sulla sommità di una collinetta una chiesa dalla facciata barocca (1) con un edificio signorile adiacente (4). Si tratta dell'antico complesso del monastero di S. Vittore trasformato nell'Ottocento in elegante villa.
Il monastero, ricco ed influente cenobio femminile fondato nell'anno 830 circa, vantava importanti diritti feudali su Meda, Cabiate, Novedrate, Cimnago ed altri territori. L'influenza dell'istituto era tale che nel 1194 vi furono ospitati l'imperatore Enrico VI con la sposa Costanza d'Altavilla. A seguito di un decreto emanato il 29 maggio 1798 dalla Repubblica cisalpina, il monastero venne soppresso. L'edificio fu quindi acquistato dal ricco commerciante Giovanni Maunier, che ne decise la trasformazione in residenza privata affidando i lavori al celebre architetto Leopoldo Pollack (1751-1806). Al corpo quadrato del monastero sviluppato intorno ad un chiostro (C), l'architetto viennese aggiunse un nuovo corpo di fabbrica con funzione d'ingresso, comprendente una corte (B), ed un giardino.
La facciata retrostante si affaccia su un giardino ad emiciclo chiamato la Rotonda (D) da cui si gode di ampia vista panoramica su Meda. La Rotonda, creazione di Pollack, completa con grande senso scenografico la sobria facciata neoclassica.
Nonostante la semplicità dell'impianto, circa 3000 mq disegnati a parterre, la maestria dell'architetto viennese consiste nell'aver saputo sfruttare le peculiarità orografiche del sito. La villa è infatti situata sulla sommità di una piccola collina di Meda circondata da un parco (E) che digrada fino all'abitato e che fa da schermo all'edificio, appena visibile attraverso gli alberi. La collina non ha subito cambiamenti dall'epoca della costruzione di Villa Antona Traversi, il vigneto esistente fin dai tempi del Monastero di S. Vittore è scomparso solo negli anni Cinquanta del Novecento.
La Rotonda costituisce il punto più alto dell'altura; assume perciò l'aspetto di una terrazza panoramica con ampia vista sulla pianura.
Il giardino oggi è lasciato quasi tutto a prato, attraversato da vialetti di ghiaia e arricchito da macchie di cespugli e tigli disposte davanti alla facciata del palazzo e ai bordi dell'emiciclo.
Della sistemazione del verde non sono state rinvenute notizie relative agli anni interessati della trasformazione in villa dell'antico Monastero. Il giardino compare per la prima volta in una planimetria del 1831 già nelle forme oggi visibili.
Sono ipotizzati anche interventi di Luigi Canonica (1762-1844), in particolare nel cortile maggiore, nel corpo verso il giardino, nei saloni e nelle facciate, e di Pelagio Palagi (1775-1860).
La chiesa inclusa nel complesso gentilizio come cappella privata, è un gioiello del Rinascimento lombardo, completamente affrescata all'interno da Bernardino Luini (1480/85-1532), e dalla sua scuola.
Nel 1836 il complesso venne acquistata da Giovanni Traversi; da lui passò a vari discendenti fino a giungere agli Antona Traversi Grismondi, attuali proprietari. In alcune sale sono raccolte le testimonianze dell'attività di alcuni membri della famiglia. Il senatore Giannino Antona Traversi (1860-1939), commediografo e letterato, vi ha conservato i propri materiali di lavoro ed una raccolta di cimeli della prima guerra mondiale cui partecipò. Giovanni Antonio Traversi, patriota negli anni del Risorgimento e deputato del Regno d'Italia, qui lasciò i suoi ricordi.
Nella villa trova inoltre collocazione un archivio storico privato composto di oltre 4000 pergamene e circa 15.000 documenti cartacei.
Uso attuale: ex monastero: uffici/ abitazione; villa: abitazione/ biblioteca/ archivi/ museo
Uso storico: intero bene: monastero; intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Guaita O., Le ville della Lombardia, Milano 1994
Zoppa L., Per una storia di Meda: dalle origini alla fine del secolo XVIII, Meda 1971
Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989
Cappelletti A./ Cazzaniga G./ Meroni M./ Peroni L., Meda: centro storico (tesi di laurea, relatore Boriani M., Politecnico di Milano, a.a. 1990/91), Milano 1991
Credits
Compilazione: Casartelli, Roberta (1995); Frangi, Cecilia (1995)
Aggiornamento: Lissi, Daniele (2001); Magnani, Ada (2007); Marelli, Paolo (2007)
Descrizione e notizie storiche: Simioli, Adele
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-04273/
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