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Oratorio di S. Margherita di Villa La Torretta

Sesto San Giovanni (MI)

Indirizzo: Via Caduti sul lavoro (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Torretta, Sesto San Giovanni (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: oratorio

Configurazione strutturale: Posizionato sul lato destro dell'ingresso della villa Torretta, l'oratorio presenta una pianta rettangolare poco allungata, cappella maggiore a pianta quadrata affiancata da due vani simmetrici. Si accede alla zona presbiteriale attraverso due gradini. La struttura verticale è in laterizio intonacato. L'aula è coperta da una volta articolata con lunette e semivolte a crociera in corrispondenza degli angoli; la cappella e i locali ai lati (sacrestia e "cubiculum") sono coperti con volte a crociera. La copertura è a falde con rivestimento in coppi.

Epoca di costruzione: fine sec. XVI - ante 1607

Autori: Barabino Simone, decorazione

Descrizione

Le forme architettoniche della facciata, di insolita ricercatezza per un oratorio gentilizio privato, rielaborano su scala ridotta stilemi dell'edilizia religiosa milanese tardocinquecentesca nell'area di Galeazzo Alessi e Vincenzo Seregni. Le pitture ad affresco dell'interno, di poco successive (le troviamo compiutamente descritte negli atti della Visita pastorale di Federico Borromeo del 1621), si devono all'iniziativa di Giovan Gerolamo Marino che, in un'iscrizione apposta nel 1619 su di una lapide in controfacciata, si definisce cugino, ed erede gratissimo, di Delia. I santi Giovanni e Gerolamo, che danno il nome di battesimo al Marino, sono affrescati in posizione preminente ai lati dell'arco che introduce nella cappella maggiore, ed unica. A lungo dibattuta è stata la questione della paternità degli affreschi (per i quali è stato anche avanzato, pur in forma dubitativa, il nome del giovane Daniele Crespi ai suoi esordi), comunque ricondotti dalla maggioranza degli studi all'ambito dei Procaccini, fino alla proposta di attribuzione al genovese Simone Barabino, operoso a Milano dal 1616 circa probabilmente all'interno della fiorente bottega di Camillo Procaccini, a fianco del quale lavora entro il 1619 nel coro della chiesa di Sant'Angelo. Gli affreschi raffigurano nell'aula Storie bibliche (Giuditta e Oloferne e Il Passaggio del Mar Rosso) sulle pareti, e l'Eterno in gloria sulla volta, nella cappella Storie della Vergine (Annunciazione e Riposo nella Fuga in Egitto) sulle pareti, una Gloria angelica e Angeli musicanti sulla volta. Perduta è la pala d'altare che, in base agli atti delle Visite pastorali sei-settecentesche, raffigurava la Natività. Nel recente restauro dell'interno, concluso nel 2002, oltre all'eliminazione delle deturpanti pennellature lignee lungo la porzione inferiore delle pareti dell'aula (retaggio della trasformazione dell'edificio in dormitorio per le maestranze femminili della vicina Breda), si segnala il recupero della spazialità originaria con la riapertura delle due porte tamponate ai lati della cappella maggiore (puntualmente menzionate nei citati verbali della visita di Federico Borromeo del 1621) che immettono in due piccoli vani: da quello di sinistra, con affaccio sul presbiterio, i nobili proprietari assistevano alle funzioni religiose separati dai fedeli raccolti nell'aula, quello di destra era adibito a sagrestia.

Notizie storiche

Posta poco oltre il confine nord-est di Milano, all'estremo margine del comune di Sesto San Giovanni, la Villa Torretta è una prestigiosa residenza gentilizia suburbana riedificata sull'area di una precedente costruzione, forse fortificata, di epoca medievale. Autrice di tale trasformazione, negli anni a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, sicuramente entro il 1607, fu la contessa Delia Spinola Anguissola. Figlia del genovese Leonardo Spinola, a Milano dal 1546 come uomo di fiducia e faccendiere del ricchissimo banchiere Tommaso Marino, pure genovese, Delia era andata sposa nel 1570 al conte Giovanni Anguissola, governatore di Como, che morì nel 1578 senza lasciare eredi. Alla morte di Delia nel 1611, la proprietà passò ai Marino, nella persona del cugino marchese Giovan Gerolamo, che ebbe un ruolo di rilievo nella definizione dell'assetto artistico degli interni, contrassegnati dall'eleganza fastosa e severa della Milano spagnola.
Anche l'oratorio, dedicato a Santa Margherita, venne riedificato entro il 1607 sull'area di un preesistente edificio religioso medievale sempre dalla contessa Delia Spinola Anguissola.

Uso attuale: intero bene: oratorio

Uso storico: intero bene: oratorio; intero bene: magazzino, fienile, dormitorio

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico non territoriale

Riferimenti bibliografici

Lincoln Cadioli P., Sesto San Giovanni dalle origini ad oggi, Sesto San Giovanni 1964, pp. 41-46

Langé S., Ville della provincia di Milano. Lombardia 4, Milano 1972, pp. 540-542

Binaghi Olivari M.T./ Cereghini B./ Coppa S., Affreschi a Sesto San Giovanni. Cicli decorativi nelle ville del territorio, Sesto San Giovanni 1988, pp. 55-93

Villa Torretta Milano, Roccafranca 2002

Credits

Compilazione: Susani, Elisabetta (1991)

Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1999); Laviscio, Raffaella (2006); Piccolo, Olga (2006); Varalli, Francesca (2006)

Descrizione e notizie storiche: Coppa, Simonetta

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