Villa Giovio della Torre, Martini Rossi, Tagliabue - complesso

Sovico (MB)

Indirizzo: Viale Brianza, 15 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Sovico (MB)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua, con ambienti voltati e ambienti con solaio a travatura lignea.

Epoca di costruzione: seconda metà sec. XVII

Descrizione

Da Carate Brianza scendendo a sud verso Monza il territorio gradualmente tende a perdere il profilo dei rilievi collinari, preannunciando l'ampia pianura. In breve si giunge a Sovico, attraversato dalla strada provinciale tracciata in parallelo al più antico percorso della via Giovanni da Sovico.
Al margine nord del nucleo storico si trova la vasta proprietà della Villa Giovio Della Torre, Rossi Martini, Tagliabue. L'area pressoché rettangolare è in massima parte occupata dal parco paesaggistico attraversato da percorsi e organizzato attorno a radure e boschetti. Ad est, lungo viale Brianza, il bordo è delimitato da una cancellata di ampio respiro attraverso la quale si colgono vedute sul parco. Qui è collocato l'ingresso principale, aperto al fianco dell'edificio della portineria, un villino su tre piani con falde di copertura a forte spiovente.
La dimora principale si raggiunge attraverso un sinuoso percorso dal quale la vista spazia sui prati, alberi secolari isolati o addensati, un laghetto alimentato da una fresca cascatella. Lo scenario è molto appagante, pressoché privo di contaminazioni derivate dall'edificazione all'esterno della proprietà.
La villa appare di lì a poco, magnifica, e la visita offre continue occasioni di godimento dei sensi per la coerenza degli spazi, la bellezza delle forme e lo stato di conservazione.
L'impianto odierno è costituito dall'ala settecentesca, a pianta rettangolare, alla quale è attestato un più ampio edificio a corte, derivato dalla ristrutturazione delle irregolari e decadute preesistenze dei fabbricati di servizio, con quadriportico passante a colonne binate su cui impostano archi ellittici a monta fortemente schiacciata.
Le facciate sono tutte identicamente ordinate dalla regolare sequenza di finestre incorniciate da modanature mistilinee a rilievo in leggero contrasto di colore, con balconcini caratterizzati da un cartiglio in pietra posto in chiave a guisa di mensola ed elaborate ringhiere in ferro battuto al piano nobile, ed una fascia sottogronda scandita da mensole in pietra.
L'edificio su due piani è elevato di un ulteriore livello al vertice nord-ovest, nel punto in cui si allunga la porzione più antica del complesso, cui corrisponde internamente lo scalone monumentale con la balaustra scolpita di pietra molera, proveniente dalla dimora cremasca del conte Rossi Martini.
Notevoli gli ambienti dell'antica abitazione, con saloni affrescati, soffitti lignei a passasotto dipinti accanto alle volte di due sale con stacchi di affresco provenienti dal palazzo Colleoni di Bergamo, cartigli e cornici marmorei a parete entro le quali sono dipinti personaggi legati alla famiglia, un monumentale camino. Allo splendido arredo con mobili del settecento lombardo si aggiunge una collezione di 220 tavole con ritratti, opera del pittore cremasco Vincenzo Civerchio, delle 300 originarie smembrate in seguito ad un furto.

Notizie storiche

L'origine della villa risale al XVII secolo, quando prese forma un primo consistente aggregato abitativo a corte con stalle e giardino, a ridosso dei caseggiati dell'antica Sovicho.
Col tramonto del feudalesimo, alcune nobili famiglie presero il governo delle maggiori possessioni e, fra queste, le casate dei Landriani, dei Giovio e dei Rossi Martini ebbero una comune e plurisecolare vicenda che ha attraversato la storia dell'antico borgo castellano.
Più che ai Landriani, antica ed illustre famiglia di Milano che prese nome dal luogo di Landriano, ove possedeva un castello, è nei Giovio, coi quali erano legati da parentela, che si ritrovano le origini della dimora. Nel Settecento è documentata a Sovico la "famiglia Giovia", illustre casata decurionale di Como originaria, nel IX secolo, dell'Isola Comacina. Da un legame matrimoniale tra Elisabetta Giovio con Pietro Martire della Torre di Rezzonico discese Virginia Giovio della Torre che si unì col conte Francesco Martini, originario di Crema, dando origine alla storia della villa Giovio della Torre.
Sotto il dominio austriaco fu promossa da Carlo VI la monumentale indagine sul territorio del Ducato di Milano che portò alla perfetta conoscenza dello stato dei luoghi e più tardi, regnante l'imperatrice Maria Teresa, all'entrata a regime del Catasto Teresiano. Il territorio di Sovico fu misurato nel 1722 e nelle mappe il sito della villa appare già ben identificato come una vasta possessione, con l'evidenza degli edifici attestati al margine sud della proprietà e del vasto giardino esteso a nord, efficacemente rappresentato con il disegno ad aiuole e volute, tipico delle mappe di campagna settecentesche.
Nel 1867, alla successiva soglia storica del Catasto Lombardo Veneto, la possessione è individuata nella sua totalità con grande precisione del sedime edificato, mettendo in evidenza la corte interna.
L'unità d'Italia era da pochi anni compiuta quando a Sovico giunse il conte Alberto Martini, imparentandosi con la famiglia Giovio Della Torre. Di umili origini cremasche, divenne uno dei più illustri cittadini e il maggiore proprietario fondiario.
Verso la fine dell'Ottocento si costituì il legame con la famiglia genovese Rossi, quando l'ultima discendente dei Martini, la contessa Emilia, figlia di Alberto, sposò il senatore del Regno Gerolamo Rossi che, con provvedimento regio del 1895, assunse per sé e i discendenti maschi primogeniti il titolo di conte unitamente allo stemma gentilizio dei Martini.
Alla fine del secolo la villa fu così identificata col nome della casata Rossi Martini, che la mantenne in proprietà per tutta la prima metà del Novecento, pur con le drammatiche vicende della seconda guerra quando fu requisita.
Nell'ottobre 1928 la villa fu depredata da una banda di ladri che, in una notte di forte vento, si impossessarono di una grande quantità di oggetti preziosi, quadri e ricordi della famiglia.
Il lungo tempo passato, il parziale o improprio utilizzo degli ultimi decenni avevano lasciato evidenti segni sulla dimora. Il degrado fu fermato alla metà del Novecento per merito dell'attuale proprietario, l'ingegnere Pier Luigi Tagliabue che nel 1953, scomparsa l'ultima erede, acquistò la villa con il parco annesso.
Ai primi interventi di salvaguardia seguirono le fasi di restauro dell'ala settecentesca e la ristrutturazione dei fabbricati sulla corte, col ripristino del quadriportico trovato ampiamente tamponato, progressivamente estese all'intero edificio che è tornato all'antico splendore.

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: Sovico è servita dalla linea di autobus gestita dalla Società BRIANZA TRASPORTI (linea z221 Sesto S.G. - Monza - Carate B. - Giussano - Mariano), (linea z234 Vedano - Lissone - Muggiò) nonché dalla linea ferroviaria Seregno-Carnate Usmate (linea regionale FS172)
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.brianzatrasporti.it

Milano può essere raggiunta utilizzando la linea di autobus A.T.M. e quindi la metropolitana a Sesto F.S. (linea rossa), oppure, da Comuni nelle vicinanze di Sovico (Macherio Canonica, Triuggio, Biassono S.Giorgio, Lissone), utilizzando la linea ferraviaria F.S.TRENITALIA

Riferimenti bibliografici

Cazzani E., Storia di Sovico, Saronno 1974

Ingegnoli V./ Langè S./ Süss F., Le ville storiche nel territorio di Monza, Cinisello Balsamo 1987

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Mascione, Maria (1995)

Aggiornamento: Mozzi, Attilio (1998); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: Garnerone, Daniele

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