Compreso in: Villa Sacro Cuore - complesso, Triuggio (MB)
Villa Sacro Cuore - complesso
Triuggio (MB)
Indirizzo: Via Sacro Cuore, 7, 9(P), 11, 13 (Fuori dal centro abitato, isolato) - Zuccone Robasacco, Triuggio (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua, con ambienti voltati e ambienti con solaio.
Epoca di costruzione: sec. XVI - secondo quarto sec. XX
Descrizione
Lasciato l'abitato di Tregasio, frazione a nord del centro comunale di Triuggio, la strada si allunga con andamento pressoché rettilineo verso sud, attraversando un paesaggio di campagne lievemente ondulate. Lungo il percorso s'incontra dapprima il notevole nucleo di Villa Jacini con le corti rurali annesse, per giungere poi, dopo un breve tratto, a Villa Sacro Cuore. L'accesso al luogo è annunciato da una elaborata cancellata delimitata da due pilastri di pietra sormontati da lanterne e affiancata da due cancelletti, aperti nella muratura e delimitati da cornici lapidee mistilinee.
L'ingresso alla villa è mediato attraverso il parco sistemato con vialetti e caratterizzato da alberi secolari, cedui e conifere, caratterizzato da dislivelli superati da scalette e percorsi ombrosi; vi si incontrano le stazioni di Via Crucis e un gruppo scultoreo dedicato a Maria, dove una lapide narra della "Vergine, cattedrale del silenzio... sei lo splendore dei campi, roveto e chiesa bianca di montagna...".
Brani di natura che circondano il monumentale complesso, la cui ampia facciata è aperta al centro da un portale ad arco spezzato sormontato da un balconcino dalla ornamentale ringhiera in ferro battuto.
L'edificio è costituito da un nucleo centrale più elevato, su quattro piani con mezzanino e l'aggiunta di un quinto livello sottostante alla terrazza centrale, cui si addossano due ali più basse, rivolte a sud ad originare una corte d'onore, e due pressoché simmetriche ali che si allungano ad est e ad ovest, su tre e quattro piani con mezzanino.
L'atrio d'ingresso principale è illuminato da ampie vetrate aperte sulla corte d'onore, una galleria voltata a crociera che si allunga sino a raggiungere le due ali ai lati del nucleo centrale. Accanto allo scalone in pietra che sale al piano nobile, a pavimento è una policroma posa di marmo alla veneziana ornato da greche e dall'acronimo A M D G, Ad Maiorem Dei Gloriam. Ampi gli spazi per la raccolta e la meditazione, con quattro cappelle e una cripta voltata su colonne al piano interrato.
L'impianto planimetrico della storica dimora vede contrapposto al giardino a boschetti e radure un ampio appezzamento sistemato a prato, dalla forma pressoché rettangolare, lungo il cui bordo si allineano alberature di cipressi cadenzate, messe a dimora a memoria annuale.
Dalla corte d'onore si accede ad un brolo sistemato all'italiana con una vasca fontana centrale bilobata circondata da otto puttini che si innalzano al ciglio di quattro percorsi a crociera. Tra alberi cedui si giunge al bordo, piantumato con pini marittimi e delimitato da una balaustrata mistilinea in pietra dalla quale la vista si perde all'orizzonte, in posizione nettamente rialzata da uno spalto in conci di pietra tra il vasto prato circostante, la campagna coltivata all'intorno e fitte macchie di bosco che ancora stemperano l'impatto dell'edificato della conurbazione milanese.
Poco discosto, sul margine boscato, rimane il nucleo rurale della Cascina Braghettone a suggello di un gratificante insieme.
Notizie storiche
Risale al Cinquecento il primo documento dal quale s'avvia la storia del luogo, detto Zuccone sin dall'epoca medioevale, sul quale oggi si eleva, monumentale, Villa Sacro Cuore. E' un atto notarile del 1523 che documenta l'acquisto da parte della nobile famiglia Morigia di una dimora e delle vaste possessioni annesse. Della famiglia rimase unico erede Giacomo Antonio, sin dalla giovinezza introdotto negli ambienti colti della Milano dell'epoca, dove frequentò alcuni intellettuali che fondarono l'Ordine dei Chierici Regolari di San Paolo Decollato, successivamente detti Padri barnabiti.
Il giovane prese i voti e il 17 agosto 1536 scrisse il testamento, lasciando alla madre Orsina Barzi un cospicuo vitalizio e nominando eredi del patrimonio gli zii paterni Francesco e Giovanni Ambrogio, compresa anche la dimora identificata come Villa di Zuccone San Giovanni di Tregasio.
Poco prima di morire egli modificò il proprio testamento, disponendo che alla madre fosse incrementato il lascito, mentre ai Padri Barnabiti fu assegnato per sorteggio l'esteso possedimento di Zuccone, un edificio del borgo e alcune possessioni terriere della zona.
Passata ai religiosi, la possessione acquisì col tempo un maggior rilievo e ai primi ampliamenti e trasformazioni si affiancò l'accorta gestione del fondo agricolo.
Il governo dei Padri Barnabiti sulla dimora proseguì nei secoli sino all'Ottocento, quando col decreto del 15 aprile 1805, la Repubblica Cisalpina prese possesso della villa e allontanò i religiosi.
Da quel momento seguirono numerosi passaggi di proprietà, con la pressoché totale spoliazione di ogni suppellettile e dei beni che testimoniavano dell'antica origine.
Uno degli ultimi occupanti fu l'ingegnere Guido Susani, da Mantova, che, acquisita per pochi soldi la dimora, l'adattò per sistemarvi un allevamento di bachi da seta.
I Barnabiti non rimasero in disparte e di fronte al degrado in cui era caduta la villa misero in atto ogni iniziativa per rientrarne in possesso. Una svolta si compì durante la prima Guerra Mondiale quando la Compagnia di Gesù entrò in possesso della villa, avviando primi interventi mirati a fermare il degrado e, più tardi, un paziente restauro.
Il 4 giugno 1922 la rinnovata dimora fu inaugurata sotto il nome di Villa Sacro Cuore e a memoria del momento venne innalzata sulla torretta del corpo centrale la statua del Redentore, opera dello scultore monzese Pagnoni.
Nel 1984 la Compagnia di Gesù lasciò la villa, avviata ad un nuovo ed incerto capitolo. La prefigurata trasformazione fu però evitata grazie a Don Pietro Brivio, parroco a Tregasio che rivolse accorate parole all'Arcivescovo Cardinal Martini creando i presupposti per arginare il rischio di un nuovo abbandono.
Nasce da quel momento il piano per dare nuova linfa vitale alla storica dimora che nel 1987 sarà nuovamente restituita alla collettività come casa di spiritualità della Diocesi di Milano.
Uso attuale: intero bene: abitazione; intero bene: casa di spiritualità
Uso storico: intero bene: abitazione; intero bene: monastero
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: In treno: FS171 Sesto S.Giovanni - Monza - Molteno -Lecco
In autobus: linea Brianza Trasporti:
z226 Besana B (FS)-Biassono-Monza (Ospedale S.Gerardo)
z233 Triuggio-Albiate-Seregno (FS)
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.brianzatrasporti.it
Riferimenti bibliografici
Boretti F., Triuggio e le sue frazioni, Triuggio
Mauri M./ Ronzoni D.F., Ville della Brianza, Missaglia 2003, v. I
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Spataro, Annamaria (1995)
Aggiornamento: Mozzi, Attilio (1998); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-07400/
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