Compreso in: Villa Simonetta Rapazzini - complesso, Lesmo (MB)
Villa Simonetta Rapazzini - complesso
Lesmo (MB)
Indirizzo: Via Giuseppe Mazzini, 14 (Fuori dal centro abitato, isolato) - Peregallo, Lesmo (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Edificio a pianta rettangolare elevato su due piani facente parte di un più ampio aggregato a corte in forma di tridente, costituito da muratura continua in laterizio, solai su travatura lignea, copertura a tetto su capriate con falde a padiglione e manto a coppo in laterizio.
Epoca di costruzione: post 1690 - ante 1850
Comprende
Descrizione
In sensibile declivio verso la valle del Lambro, la strada che si stacca da via Italia riunisce ben presto due capisaldi del patrimonio artistico e culturale di Peregallo, frazione di Lesmo. Se di Villa Curti Mattioli si coglie l'ampia cornice a verde del parco, di Villa Simonetta Rapazzini emerge il complesso edificato con la corte rustica adiacente al margine della proprietà, estesa su 120 pertiche sino alle sponde del Lambro.
La dimora padronale ha pianta a corpo doppio con sviluppo rettangolare lungo l'asse est-ovest, in netta divergenza dal rettifilo della strada che scende al fiume e discosta da questa a creare un vasto cortile di servizio, chiuso al fondo dalle arcate del fabbricato adiacente. Architettura e dimensioni sono di rilievo ma non vi è concessione al superfluo nella regola compositiva delle facciate, elevate su due piani e scandite da aperture regolari, con una cornice marcapiano e fasce angolari.
Tra due pilastri coronati all'angolo nord-est della proprietà, si apre il cancello di ferro battuto a lance, affiancato dal passo pedonale salutato da due bassorilievi murati nella testata dell'edificio, l'uno rappresentante una grottesca ed obesa figura maschile, l'altro due draghi marini con conchiglia.
Emerge dalla muratura di recinzione lungo la via Mazzini un edificio a pianta circolare, di piccole dimensioni, già identificato negli anni trenta del secolo scorso come Cafè House, dove attendere a piacevoli momenti di pausa con amici e conoscenti ospiti in villa, poi cappella privata per volontà espressa da Maria Montagnini in un voto. Arredata di sacre e preziose suppellettili, per sfortunata vicenda la chiesina fu trafugata da ladri e perse la funzione religiosa. Memore dell'antico fasto, il padiglione presenta la muratura stinta tra finestre e cornici ogivali, da cui emerge un medaglione in laterizio effigiato a bassorilievo.
Verso ovest si allungano le cortine edilizie delle pertinenze rurali, antica corte di supporto alla conduzione del fondo agricolo.
Oltre il muro di cinta è il vasto parco esteso sino al Lambro e confinante con il contiguo parco della Villa Reale di Monza, col quale ha in comune alberi secolari, fauna selvatica e un impianto paesaggistico a radure e macchie boschive, forse derivato dalla progettazione di Emilio Alemagna. Nel parco, alcune grotte aggiungono valore naturalistico e pittoresco al luogo, amplificando le sensazioni. Restaurate nel 1992, vi scaturisce acqua limpida, incanalata - sotto lo sguardo scultoreo di una figura femminile bifronte - verso una vasca circolare dalla quale esce la Ghiringhella, roggia che un tempo non lontano si spingeva sino alle campagne di Agrate Brianza.
Notizie storiche
Nel luogo di Peregallo la presenza della famiglia Simonetta risale ai primi anni del XVIII secolo, mentre agli atti ne è documentata la firma apposta a un manoscritto datato 1733. A quel tempo forse si può far risalire un casino di caccia dal quale prese forma la dimora padronale, poi assestata definitivamente nella prima metà dell'Ottocento.
Era il Settecento quando in queste terre s'insediò un convento di frati francescani, ai quali rimandano taluni documenti dell'epoca che attestano la presenza nel luogo del fondo denominato "Vigna dei frati". Il convento ebbe sistemazione in un edificio all'interno del parco, dove nel 1890 fu edificata Villa Curti.
Il 13 marzo 1833 nelle Regia Imperiale Pretura di Vimercate furono posti in vendita all'incanto tutti i possedimenti del Conte Gentile Simonetta, con gli stabili e le terre dei territori di Arcore e di Lesmo, fra i quali vi erano una villa con cascina annessa identificata come palazzo di Peregallo, e le pertinenze di 180 pertiche di terreno, in gran parte campagne aratorie, vitate e moronate. Ad aggiudicarsi i beni con la somma di 50.000 lire austriache fu Carlo Rapazzini, medico omeopata milanese nato nel 1783 che aveva tra i suoi pazienti anche gli abitanti di Peregallo.
La villa, divenuta Simonetta Rapazzini, fu descritta dall'architetto Antonio Citterio come una "palazzina settecentesca sostanzialmente rielaborata all'inizio dell'800 in semplici forme. Grande parco paesaggistico contiguo a quello della Villa Reale".
In una mappa del 1838, disegnata sotto il Regio Imperial Governo Austriaco, il luogo di Peregallo assume consistenza laddove un gruppo di case e corti rurali si addensa in prossimità della vallata fluviale del Lambro. S'individuano la Villa Sala con le pertinenze del parco e delle corti di Ferèe e di Bazaoi, mentre accanto s'identificano la Cascina Lagarit, poi Casa Curti, il Mulino della Folla, le località Variona, Brughiera, la Cà, Corte Giardino e il Casino Rapazzini. Da quest'ultimo edificio ristrutturato nella prima metà dell'Ottocento, potrebbe dunque derivare la dimora padronale dei Rapazzini che appare già nelle forme giunte sino a noi in un dipinto datato al 1825, nel quale la vista del pittore colse lo scorcio della dimora attestata lungo la strada che scende al fiume, oggi via Risorgimento.
Vi fu edificata anche una chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate, alla quale il Cardinale Visconti Federico fece menzione nella relazione della visita pastorale compiuta in quel luogo nel lontano 1686. Nella chiesa si tennero funzioni religiose a lungo, officiando in occasione di festività e ricorrenze.
Avviando una generazione che avrà illustri rappresentanti nella storia amministrativa e politico culturale di Lesmo e Arcore, Carlo Rapazzini scomparve a cinquantacinque anni lasciando due figli (Emilio e Giuseppe) e la moglie, contessa Giulia Durini, che si prodigò ancora nelle opere di sistemazione della padronale dimora. Alla sua morte, nel 1880, fu il figlio Emilio a ereditare la villa e il vasto parco. Dal matrimonio di quest'ultimo con Caterina Ceriali nacquero Giulio - scomparso a trentuno anni - e Guido, a lungo presidente della Congregazione della Carità di Lesmo e sposo di Maria Montagnini dei Conti di Mirabello, che pure dedicò ampia parte della propria vita alla beneficenza. A lei si deve anche l'erezione della chiesa di Peregallo, tramite la vendita e la donazione del terreno necessario allo scopo. Dei rapporti con le personalità più influenti del tempo testimonia l'ospitalità riservata a Massimo d'Azeglio, presidente del governo durante il Regno di Sardegna, in più occasioni presente a Villa Rapazzini.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Accessibilità: l'accessibilità al bene, a destinazione residenziale di condizione privata, è limitata agli spazi esterni.
Lesmo, principali collegamenti:
trasporto privato su strada:
Milano Tangenziale Est A51, direzione nord, uscita Vimercate, SP45 direzione ovest Arcore-Villasanta, SP7 direzione nord, Lesmo;
trasporto pubblico su ferrovia e strada:
Milano, Stazione FS Porta Garibaldi, Linee S8 e R,, Carnate FS, Linea R Carnate Usmate-Seregno, fermata Lesmo;
Milano, Stazione FS Porta Garibaldi, Linee S8 e R, Monza FS, interscambio autobus linea SAL (Servizi Autotrasporti Lecchesi), fermata Lesmo.
Riferimenti bibliografici
Beretta T., Lesmo/ Frammenti storici/ Raccolta di documenti e notizie su Lesmo, Cassa rurale e artigiana, Lesmo 1989
Testi F. (a cura di), Lesmo/ Istantanee di storia, immagini di vita : cartoline dalla fine '800 ai giorni nostri, Amministrazione Comunale, Lesmo 2002
Beretta T., Sulle orme delle Ville Antiche di Lesmo, Banca di Credito Cooperativo di Lesmo 2002
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Madoi, Roberta (1995)
Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1998); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2011)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09037/
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