Centrale Idroelettrica Taccani
Trezzo sull'Adda (MI)
Indirizzo: Via Visconti, 12 (altrove) - Trezzo sull'Adda (MI)
Tipologia generale: architettura industriale e produttiva
Tipologia specifica: centrale elettrica
Configurazione strutturale: La centrale elettrica è situata lungo il fiume Adda alla base del promontorio roccioso che determina l'ansa di Trezzo e sulla cui sommità rimangono le rovine del castello. L'edificio, che si sviluppa su due piani fuori terra, presenta due ali asimmetriche (l'ala lunga per le turbine a sinistra e l'altra per le macchine a vapore a destra) e un corpo centrale sporgente in corrispondenza della sala dei comandi. Il prospetto principale, prospicente il fiume, è caratterizzato dal corpo centrale più alto. Le strutture in cemento sono rivestite in ceppo dell'Adda che bene si integra con l'ambiente naturale circostante e con i ruderi del soprastante castello medievale
Epoca di costruzione: 11/07/1904 - 1906
Autori: Moretti, Gaetano, progetto
Descrizione
La serie di centrali idroelettriche del primo '900 che si incontrano lungo l'Adda è di grande interesse per l'archeologia industriale. A Cornate d'Adda si susseguono la Esterle e la Bertini, più a valle la Rusca di Cassano, mentre in sponda bergamasca sono la Semenza di Calusco d'Adda e quella di Crespi d'Adda.
Tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 le centrali sono stata parte di un processo di profonda trasformazione paesaggistica, economica, produttiva e sociale dell'area, legata allo sfruttamento della forza idrica del fiume. Alle prime filande, cartiere e mulini si affiancarono stabilimenti sempre più complessi, infrastrutture e villaggi operai.
Queste centrali, per quanto ancora in funzione, hanno conservato pressoché intatte le loro forme originarie e testimoniano una cultura industriale legata fortemente alle concezioni architettonico-ingegneristiche più avanzate dell'epoca.
A Trezzo sull'Adda, sulla riva destra del fiume, si trova la Taccani, alla base del promontorio roccioso che determina l'ansa del fiume e sulla cui sommità rimangono le rovine del castello, visconteo (1370) che domina la città.
La centrale fu realizzata da Gaetano Moretti che, utilizzando la caratteristica pietra locale - il ceppo dell'Adda - e accogliendo i moduli verticali suggeriti dalla sovrastante torre viscontea, riuscì a produrre un'opera di grande armonia compositiva, perfettamente integrata con l'ambiente fluviale che la circonda e con i ruderi del castello medievale, la cui merlatura è riecheggiata dalla conclusione frastagliata del prospetto.
In funzione ininterrotta dal 1906, quando era dotata di 10 generatori per un totale di 10.000 kW, l'impianto costituiva per l'epoca, un vero e proprio ''polo energetico'' in quanto comprendeva anche una sezione termoelettrica con quattro generatori a vapore della potenza complessiva di 4.000 kW destinati a integrare la produzione durante le magre dell'Adda.
La centrale presenta una successione lineare di volumi, con un corpo centrale e due ali di lunghezza differente, che connota l'architettura in senso protorazionalista e che dà unità ai diversi elementi di stile. Nel corpo centrale, più alto, si trova il locale dei quadri di comando, mentre il corpo di sinistra corrisponde alla sala turbine e quello di destra all'impianto a vapore di riserva.
Richiami mesopotamici (come l'accostamento di volumi orizzontali e l'uso di finestre a feritoia), medievali (i doccioni affiancati ai contrafforti e le modanature ortogonali al piano di facciata), siriaci (i profili geometrici e l'andamento spezzato dei volumi), indiani (le finestre graduate nell'ala sinistra) e motivi ispirati allo Jugendstil viennese (come l'alternanza di superfici lisce e lesene nell'ala destra) sono trattati in un'unità compositiva e razionale.
Notizie storiche
All'inizio del '900 Cristoforo Benigno Crespi (1833-1920), capostipite della dinastia attiva nell'industria cotoniera, acquista a Trezzo il promontorio sull'Adda e i resti dell'antico castello visconteo, con l'intenzione di creare una centrale che fornisse energia al complesso di Crespi d'Adda, Sito UNESCO dal 1995.
Nel 1897 l'ingegnere Pietro Brunati, che aveva lavorato per Crespi alla costruzione del villaggio industriale, aveva già eseguito alcuni studi preliminari sulla nuova centrale, di dimensioni più ridotte rispetto all'impianto poi realizzato.
Nel 1903 Crespi, ottenute le concessioni necessarie per produrre energia elettrica, costituisce la "Società Anonima per le Forze Idrauliche di Trezzo sull'Adda Benigno Crespi". Nello stesso anno aumenta la capacità di sfruttamento delle acque acquisendo anche la concessione con cui i fratelli Rolla sin dal 1892 producevano energia per il loro opificio tessile situato sul promontorio.
Il progetto tecnico viene affidato agli ingegneri Adolfo Covi, Alessandro Taccani e Oreste Simonatti e quello architettonico a Gaetano Moretti (1860-1938), già autore del cimitero e del cenotafio di famiglia a Crespi d'Adda.
Per rispondere alla richiesta di Crespi che la centrale si inserisse armonicamente nel contesto paesaggistico evitando soluzioni di eccessivo impatto, Moretti riveste completamente la struttura in cemento con pietra di ceppo estratta dal fiume.
La prima pietra dell'edificio motori viene posata l'11 luglio 1904 e la centrale idroelettrica entra in funzione nel 1906.
Nello stesso anno, per ovviare alle deficienze di portata del fiume, viene costruito il corpo laterale di destra che ospita l'impianto a vapore di riserva.
Oggi la centrale, assieme alle numerose testimonianze di archeologia industriale presenti lungo questo tratto dell'Adda e al patrimonio naturale rappresentato dal fiume e dal territorio circostante sono al centro di una serie di iniziative di valorizzazione ambientale, paesistica e turistica dell'area tutelata con l'istituzione del Parco regionale Adda Nord.
Uso attuale: intero bene: attività produttive industriali
Uso storico: intero bene: attività produttive industriali
Condizione giuridica: proprietà privata
Credits
Compilazione: De Nittis, Grazia (1993)
Aggiornamento: Bianchini, Fabio (2015)
Descrizione e notizie storiche: Bianchini, Fabio
Fotografie: Bianchini, Fabio; Roselli, Massimo
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09081/
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