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Lazzaretto di Milano (resti)

Varedo (MB)

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, 48 (Nel centro abitato, isolato) - Varedo (MB)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: lazzaretto

Configurazione strutturale: Edificio a pianta rettangolare costituito da colonne lapidee, muratura continua in laterizio, volta in laterizio a crociera, copertura su travatura lignea con manto di tegole a coppo in laterizio.

Epoca di costruzione: post 1513 - ante 1894

Autori: Bagatti Valsecchi, Fausto, ricostruzione; Bagatti Valsecchi, Giuseppe, ricostruzione

Descrizione

Dalla centrale piazza della Pace, simbolo a Varedo dell'autorità civica e della presenza religiosa con la sede municipale nella Villa ex Medici di Marignano e la Chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, il percorso si diparte ad est lungo la via Vittorio Emanuele II, raggiungendo ben presto le antiche scuderie e rimesse delle carrozze che delimitano a nord la vasta proprietà di Villa Bagatti Valsecchi.
Il luogo suscita grande emozione per la coerenza e l'unitarietà architettonica dello spazio, quasi un unicum nel sistema urbanistico sedimentato nel corso di secoli nella cittadina di Varedo dove, tra il XVI e il XX secolo, i Bagatti Valsecchi affermarono la propria autorità culturale, politica ed economica.
Furono soprattutto Fausto e Giuseppe a distinguersi nel panorama culturale e artistico della seconda metà dell'Ottocento, orientato alla ricerca di un nuovo stile che rappresentasse in chiave moderna l'eredità del passato e, da mecenati cultori del patrimonio artistico sedimentato nel corso dei secoli, intesero riproporne stili e contenuti con richiami ed evocazioni, sino a giungere alla fedele ricostruzione a perpetua memoria.
All'interno della vasta proprietà, un sistema organizzato nel solco della tradizione barocca lombarda presenta la dimora padronale, le case coloniche e gli edifici rurali, il giardino e gli orti, magnificando lo spazio di una villa agreste tra le maggiori dell'area milanese.
Qui si ritrovano le tracce del Lazzaretto di Milano, ricomposto con alcune campate sia nell'impianto delle pertinenze adiacenti alla villa, sia all'interno del parco, con la ricostruzione pressoché integrale della Porta Minore.
Varcato il cancello d'ingresso, lo spazio si dilata alla corte padronale, su cui affacciano la villa e gli edifici delle scuderie. Lo sguardo coglie subito a destra la lunga infilata di arcatelle su 24 colonne, portico ricostruito con i materiali provenienti dal Lazzaretto; centrale la campata maggiore cui corrisponde una portalino con serramento ligneo che comunica con lo stretto vicolo al viale.
Citazione dell'antico che i fratelli Bagatti Valsecchi intesero riproporre all'interno del giardino, con la fedele ricostruzione della Porta Minore, collocata ad est lungo il margine recintato, al fondo di un percorso alberato allineato all'asse est ovest su cui è impostata la dimora padronale.
Il portico a pianta rettangolare si sviluppa su cinque campate, con sei colonne su basamento a sorreggere arcate a tutto sesto su cui impostano le volte a crociera. Dominano i laterizi nelle cornici delle arcate, dei tondi e delle sovrapposte ghiere dentellate della fascia di gronda.
Nel portico, campeggia sulla muratura di fondo una lapide marmorea con l'iscrizione latina di Don Achille Ratti, poi divenuto Papa Pio XI, a ricordare l'arrivo del capostipite dei Bagatti a Varedo: "HOC LOCO DE VARADEO UBI ANNO MDXXIII A NATIVITATE DNI PAXINUS DE BAGATIS IO BERNARDINI FILIUS", dove "FAVSTVS ET IOSEPH DE BAGATIS FRATRES PIA QUADAM RELIGIONE MOTI ANNO MDCCCXXXIV COMPOSVERVNT".

Notizie storiche

La presenza a Varedo della famiglia Bagatti si perde lontano nel tempo, affondando le radici nel 1523 quando Paximus de Bagatis acquistò i terreni che le monache del milanese monastero di Santa Maria Maddalena possedevano all'antica Varedeo.
Secoli dopo, la casata divenuta Bagatti Valsecchi in seguito all'unione con i baroni di Belvignate, i discendenti e fratelli Fausto e Giuseppe, entrambi laureati in legge, si formarono alla medesima scuola di pensiero, rivelando analoghe predilezioni per la bellezza e le arti. Appassionati cultori, impegnarono gran parte delle proprie risorse nella ricerca e nello studio delle opere artistiche, in particolare nell'architettura, dove raggiunsero elevate conoscenze e competenze, operando all'unisono sino a condividere totalmente le scelte nella progettazione delle proprie dimore cittadine e di campagna.
L'arrivo a Varedo dei baroni Bagatti avvenne poco prima dell'avvio della dominazione spagnola, infausto periodo di cicliche epidemie di peste che portarono verso la fine del Quattrocento alla costruzione del Lazzaretto di Milano, completato nel 1509 secondo il progetto di Lazzaro Palazzi e del cognato Amedeo, poi demolito nel 1881.
La vicenda del monumentale recinto degli appestati giunse alla soglia terminale nella seconda metà dell'Ottocento, dopo svariate vicende e con la città in grande espansione edilizia. È il 4 maggio 1880 quando la proprietà, l'Ospedale Maggiore di Milano, avviò l'alienazione del Lazzaretto. Messo all'asta, fu aggiudicato al Banco di Credito Italiano, allora presieduto dal sindaco di Varedo, per la somma di 1.803.690 lire.
Alla demolizione del complesso, protrattasi per cinque anni sino agli ultimi colpi inferti al sacro recinto attestati all'angolo nord-est, fu deciso di salvare alcuni elementi architettonici. Non pochi furono, tra le ricche famiglie milanesi, coloro i quali si prodigarono per recuperare i laterizi lavorati e le colonne, materiali reimpiegati in palazzi cittadini e dimore di campagna. Accanto all'ingegner Luraschi, che riutilizzò alcune colonne per il proprio palazzo di abitazione in corso Buenos Aires, furono soprattutto i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi ad avviare il più consistente programma di recupero dello smantellato ricovero. Parti consistenti del monumentale quadrilatero cinquecentesco furono trasferite nel paese sulle sponde del Seveso, trovando reimpiego in diversi edifici di Varedo e, soprattutto, nella villa padronale al centro della vasta proprietà di famiglia, fulcro di un sistema organizzato con fabbricati rurali, edifici colonici, pertinenze rustiche, orti, giardini e il vasto parco.
Al viaggiatore in visita a Milano potrà capitare di rimirare ciò che resta dell'antico recinto, allineato lungo via San Gregorio: dal 1974 proprietà della Chiesa ortodossa greca dell'Antico Calendario, il tratto corrisponde a cinque camere e poco più, sei finestre e cinque fumaioli in copertura; sul lato opposto, interno, la sequenza di dieci arcate su undici colonne. Qui è murata una lapide alla memoria dell'immane sventura degli appestati: "O viandante, il passo trattieni ma non il pianto".

Uso attuale: intero bene: pertinenza

Uso storico: intero bene: lazzaretto

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico non territoriale

Accessibilità: il bene, di proprietà pubblica dal mese di luglio 2011, è attualmente visitabile solo nelle occasioni di apertura al pubblico di Villa Bagatti Valsecchi. Ulteriori occasioni possono essere concordate con la Fondazione La Versiera 1718, di cui è socio fondatore unico il Comune di Varedo.

Varedo, principali collegamenti:

trasporto privato su strada:
S.S. 35 dei Giovi (Genova-Milano.Como-Chiasso);
superstrada Milano-Lentate sul Seveso, uscita Varedo;
S.S. 527 Monza-Saronno-Busto Arsizio;

trasporto pubblico su ferrovia e strada:
linea FNM Milano-Seveso-Asso Ferrovie Nord Milano (FNME), fermata Varedo;
linea tramviaria Milano - Limbiate;

autobus Brianza trasporti e Linea Air pullman:
linea z205 Varedo - Nova M. - Muggiò - Monza (FS);
linea z251 Desio (FS) - Bovisio Masciago - Varedo - Senago - Limbiate - Cesano Maderno (FNM);
linea z240 Desio (FS) - Cesano Maderno - Limbiate - Senago - Varedo - Bovisio Masciago - Desio (FS).

Riferimenti bibliografici

Moretti G., La villa Bagatti-Valsecchi in Varedo, Milano 1894

Beltrami L., Il lazzaretto di Milano (1488-1882), Tip. Umberto Allegretti, Milano 1899

AA.VV., Lombardia, Touring Club Italiano, Milano 1985

Merico F., Varedo la sua storia la sua gente, Varedo 1986

Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese/ Aspetti decorativi, parchi e giardini, riuso, Banca Agricola Milanese, Milano 1989

Merati M., Varedo dalle origini ai nostri giorni, Mazzotta, Milano 2001

Pirovano C./ Bandera Bistoletti S., Museo Bagatti Valsecchi, Electa, Milano 2003

Cassanelli R. (a cura di), Ville di delizia nella provincia di Milano, Jaca Book, Milano 2003

Credits

Compilazione: Correggi, Monica (1995); Salerni, Patrizia (1995)

Aggiornamento: Garnerone, Daniele (2011)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: Garnerone, Daniele

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