Villa Serponti (ex)
Vimercate (MB)
Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 63 - Vimercate (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Villa Serponti si trova all'inizio del borgo di Vimercate, a definire la contrada di Santa Caterina; presenta la tipica pianta a U, si compone di tre corti, una aperta verso strada, che definisce il giardino, e nella cui ala nord si trova un edificio rustico da lavoro; una rivolta verso l'interno, di rappresentanza e aperta verso la parte padronale della villa; la terza, verso nord est, destinata ad attività lavorative. Tutti i locali, sia quelli da lavoro sia quelli padronali, sono di tipo a corpo semplice: nel primo caso la distrubuzione avviene attraverso un ballatoio, nel secondo caso invece gli ambienti sono distribuiti a infilata. Lo scalone a sinistra dell'ingresso conserva ricchi soffitti lignei. La copertura è a padiglione con manto in tegole a coppo in laterizio.
Epoca di costruzione: sec. XVIII
Descrizione
Seguendo il percorso che dalla centrale piazza Roma giunge al margine meridionale del nucleo storico di Vimercate, si incontrano in serrata successione i maggiori complessi architettonici del luogo: a Ponente è dapprima Palazzo Trotti, seguito quindi dall'Ospedale e dall'attiguo Convento di San Francesco, poi Casa Banfi, unitamente ai rispettivi parchi; a Levante, il vasto insieme di Villa Sottocasa col relativo parco, subito appresso - dopo il vicolo Serponti, in antico Monzani - seguito da Villa Serponti.
Quest'ultima è certo meno appariscente, a ragione della modesta cortina edilizia che delimita la proprietà verso lo spazio pubblico, oltre tutto alterata al piano terra da adattamenti alla funzione commerciale del tutto estranei alla regola rappresentata dalla settecentesca costruzione.
E' nel portale di accesso centrale - asse raccolto anche dal balcone superiore -che si riconoscono gli elementi distintivi della signorile dimora, manifesta solo nello spazio del cortile interno.
L'androne carraio, delimitato da lapidei piedritti svasati e scolpiti sui quali s'imposta un arco a tutto tondo con modanature a rilievo, inquadra un cancello d'ingresso al filo del portico d'onore, su tre archi ellittici a monta schiacciata sostenuti da due colonne granitiche al centro e da due paraste a lato.
L'impianto planimetrico ad U irregolare deriva dal fabbricato principale ad L, cui sono addossati fabbricati minori ad uso di pertinenza, lungo il bordo a sud. Il corpo della villa, elevato su due piani, presenta su corte i due prospetti più significativi, l'uno appunto aperto dal portico e tripartito da lesene, l'altro rivolto a sud, con una serie regolare di finestre e due balconi simmetrici a lato.
All'interno della villa rimangono alcuni ambienti di particolare bellezza, con lo scalone monumentale coperto da un soffitto ligneo cassettonato a "passasotto", interessato da un recente restauro che ha messo in salvaguardia i pregevoli dipinti a volute e vegetali e le cornici modanate in stucco di impronta rococò.
Fra gli spazi pertinenziali si ricordano la serra grande, con il prospetto verso il cortile aperto da vetrate e concluso da un coronamento a balaustra, e il giardino alberato con vasche fontana e gruppi scultorei.
Notizie storiche
La configurazione di Villa Serponti passata alla storia è il risultato di un complessivo intervento di trasformazione e adattamento di un edificio preesistente, messo in atto nella seconda metà del XVIII secolo. L'impianto ad U rivela la matrice più consueta delle ville nobiliari lombarde, edificate lungo un arco temporale alquanto ampio e affermatesi in particolare tra il Settecento e l'Ottocento nell'area milanese.
La costruzione della dimora fu avviata nel XVIII secolo dai Serponti, marchesi di Mirasole - Caltignaga, nella pianura novarese - ed esponenti di una ricca casata che, alle cospicue e consolidate rendite aggiunse attività imprenditoriali, con la lavorazione dei metalli al maglio nelle fucine del lecchese.
Fra le ampie e signorili residenze di città e campagna possedute, tra Lombardia e Piemonte, vi erano quelle sul lago di Como, dove avevano più dimore a Varenna, e di Milano, vicino al ponte di San Damiano, parrocchia di San Babila, dove il segretario Giovanni Antonio Serponti alla metà del Seicento si stabilì con la famiglia, e ai Corpi Santi fuori Porta Marengo, dove possedevano parte del nucleo delle Lavanderie.
Sotto il dominio austriaco, la monumentale indagine sul territorio del Ducato di Milano, promossa da Carlo VI, portò alla perfetta conoscenza dello stato dei luoghi e più tardi, regnante l'imperatrice Maria Teresa, all'entrata a regime del Catasto Teresiano. Il territorio di Vimercate fu misurato nel 1721 e nelle cosiddette mappe di campagna il sito della villa appare identificato come un'ampia possessione con fabbricati e un giardino, nel contesto dell'adiacente villa Sottocasa, del palazzo Trotti e del convento di San Francesco rappresentato nella fastosa evidenza dei rispettivi parchi e giardini con il disegno ad aiuole e volute, tipico delle mappe settecentesche.
Nel 1802, alla morte del marchese Paolo Serponti, il palazzo milanese fu venduto dai discendenti che si procurarono di affidare all'ingegner Paolo Ripamonti Carcano il compito di redigere una stima dei beni avuti in eredità. Tale documento illustra che alle proprietà milanesi si aggiungevano tre estese tenute con le rispettive case utilizzate generalmente come dimore di villeggiatura: quella di Trecate, paese della provincia di Novara, concessa in dote a Donna Giulia Cicogna; quella di Germanedo, frazione di Lecco, che aveva nel cosiddetto Eremo - nei pressi dell'attuale Ospedale Manzoni - la villa di prestigio, ereditata dal marchese Antonio Serponti; da ultimo, la villa di Vimercate, costituita da un "Caseggiato civile, giardino e Brolo annessi", quest'ultima passata in eredità al figlio del marchese, il conte Angelo Serponti (singolarmente, nel documento non risulta la villa di Cusano (poi Cusano sul Seveso e, quindi Cusano Milanino), eretta in riva al Seveso, trasformata ed oggi sede di un istituto scolastico).
Alla successiva soglia storica del Catasto Lombardo Veneto, nel 1855 la possessione è individuata nella sua totalità con grande precisione del sedime edificato, già corrispondente all'attuale, mettendo in evidenza i fabbricati disposti ad U a delimitare la corte interna, questa affacciata alla vasta area libera ad est, corrispondente al giardino.
Nel Novecento la villa fu acquistata dalla famiglia dei coniugi Ferruccio Corti ed Emma Bricchi, della cui presenza sono testimonianza anche alcune fotografie degli anni Trenta, conservate nella collezione privata di Rosanna Cavalieri e gentilmente concesse all'Archivio Fotografico del Comune di Vimercate.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Accessibilità: In auto da Milano:
Seguire le indicazioni per Lecco/Tangenziale Nord/Tangenziale Est/Usmate Velate/Venezia/A52/A4/A51/E64/E70 ed entra in A51/Tangenziale Est
Prendere l'uscita 19-Vimercate Sud verso Via Bergamo/SP2
Da Milano: Dalle stazioni Fs di Porta Garibaldi e Centrale, treni in direzione Carnate, Bergamo o Lecco (sempre via Carnate). Scendere alla stazione Fs di Arcore. Da lì, la linea Z319 o Z320
MM2 (metropolitana linea 2 verde) fino al capolinea di Cologno Nord. Da lì, autobus NET linea Z322 (Cologno Nord - Trezzo sull'Adda) o Z323 (Cologno Nord - Vimercate).
Da Lecco: Treni Fs in direzione Milano. Scendere alla stazione Fs di Arcore. Da lì, la linea Z319 o Z320
Da Bergamo e da Brescia: Treni Fs in direzione Milano, via Carnate. Scendere alla stazione Fs di Arcore. Da lì, la linea Z319 o Z320
Da Monza e da altre località: consultare il sito www.trasporti.regione.lombardia.it
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.nordesttrasporti.it
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Gibelli, Silvia (1993)
Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1999); Bresil, Roberto (2009); Vicini, Emanuele (2009)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Vicini, Emanuele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09310/
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