Chiesa di S. Stefano Protomartire

Vimercate (MB)

Indirizzo: Piazza Santo Stefano (nel centro edificato storico perimetrato al 1993) - Vimercate (MB)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Pianta basilicale con tre navate e terminazione a tre absidi semicircolari. Anche se continuano a sussistere zone d'ombra e incertezze, la parte più antica dell'edificio è stata riconosciuta nell'area presbiteriale collocata in un periodo ante x secolo. In momenti successivi è stato aggiunto il corpo longitudinale, sino alla facciata a salienti spezzati e frontone (entro ancora il X sec.), la costruzione delle volte sulle navate laterali e il presbiterio (XI-XII sec., ma ricostruite successivamente), la riorganizzazione del presbiterio, con lo scavo della cripta, o il rinnovamento di una precedente di minore dimensioni (sempre entro il XII sec.). La fabbrica del campanile sembra precedere quella della navata minore meridionale (sulla quale si imposta). Ad un secondo tempo si ipotizza la rielaborazione delle parti alte dell'edificio che la avvicina ai casi delle "chiese fortificate".

Epoca di costruzione: sec. X - sec. XII

Descrizione

Le testimonianze superstiti della scultura e della pittura gotica sono piuttosto scarse. Una nicchia al colmo della facciata ospita un gruppo di tre statue lapidee a figura intera raffiguranti la Madonna col Bambino tra santo Stefano ed un santo guerriero; collocate nella sede attuale nel Cinquecento, provengono probabilmente dalla decorazione delle porte urbiche di Vimercate, forse dalla porta di S. Damiano. Se i due santi hanno un'impostazione strutturale assai semplice, con volumi chiusi e bloccati e un solido modellato naturalistico nei volti, in linea con la severità della scultura campionese di metà Trecento (con particolare riferimento alle sculture del protiro nord di S. Maria Maggiore a Bergamo, di Giovanni da Campione), la Vergine presenta un'articolazione più agile e naturale, con proporzioni più allungate e un aspetto complessivamente più gotico. La testa poi, che è marmorea, denota influssi balducceschi per la serenità idealizzante del volto e la delicata modulazione dei piani.
Durante la campagna di restauri condotta nel 1988 (C. Fociani) è venuta alla luce parte della decorazione trecentesca della cappellina di S. Ambrogio, che costituiva la terminazione absidale della navata destra della chiesa romanica. Nelle vele della volta, suddivise da fasce decorative a scaglie policrome, sono raffigurati i quattro Dottori della Chiesa negli studi; agli angoli delle vele compaiono otto stemmi della famiglia Ghisolfi con figure di grifoni in posizione araldica in campo rosso e blu; la chiave di volta ospita invece l'Agnello mistico. La nicchia formata dalla monofora a destra dell'ingresso presenta inoltre sul cielino un coloratissimo motivo a intreccio geometrico e negli sguinci due figure di Santi. In generale molto impoveriti e danneggiati da ampie lacune, gli affreschi costituiscono tuttavia una testimonianza interessante nello scarno panorama della pittura lombarda del primo Trecento. L'ignoto frescante manifesta un certo gusto per la definizione degli ambienti spaziali, dotati di forte effetto illusionistico, ed un particolare amore per la resa dei dettagli realistici, soprattutto strumenti e accessori da scrittoio. La sua è una pittura arcaizzante e sostanzialmente disinteressata alle acquisizioni spaziali giottesche, ma di vigorosa volumetria e brillante cromatismo. I principali referenti culturali, da ricercarsi in opere di area milanese (gli Evangelisti nella cappella Visconti in S. Eustorgio) e lodigiana (l'affresco della Tomba Fissiraga in S. Francesco), suggeriscono una possibile datazione del ciclo agli anni Trenta del Trecento.

Notizie storiche

L'aspetto attuale della chiesa plebana di S. Stefano è il frutto di una lunga vicenda di trasformazioni. Situata nel nucleo storico di Vimercate, la chiesa, che ha dimensioni assai rilevanti, fu eretta tra il X e l'XI secolo, forse sul luogo di più antiche fondazioni. L'edificio ha pianta basilicale con tre navate e terminazione a tre absidi semicircolari, di cui quella centrale è ritmata esternamente da sottili lesene e decorata con una cornice ad archetti pensili, recentemente intonacati. In età ottoniana la navata centrale, illuminata da monofore, era probabilmente coperta a capriate, mentre il sistema dei sostegni era costituito da pilastri a sezione quadrata. Nell'XI secolo sotto la zona presbiteriale fu aperta una cripta voltata a crociera. Alla seconda metà del XII secolo risale la poderosa torre campanaria, innalzata a sud, praticamente in linea con la facciata; la parte superiore, forse quattrocentesca, fu rifatta nell'Ottocento riprendendo le forme originarie; al primo Trecento risale poi la decorazione della cappellina di S. Ambrogio, a sud del coro, ma gli interventi più rilevanti si registrarono fra il XIV ed il XV secolo, quando l'edificio venne trasformato con il rialzo di tutto l'ordine superiore, e la conseguente distruzione del tetto originario a capriate e della copertura a volta delle navate. Nel secondo Cinquecento si intervenne sulla zona absidale, che conserva gli scenografici affreschi di Lattanzio Gambara con le Storie di santo Stefano e la Gloria celeste (1566); la cripta ricevette poi una ricca decorazione in stucco e la facciata fu rifatta in forme classicheggianti. A partire dal 1805 l'interno della chiesa subì ulteriori modifiche sotto la supervisione di Leopoldo Pollack, cui si devono il nuovo altar maggiore e il pulpito; furono infine decorate le navate e le volte.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Ingresso libero
Per infprmazioni:
Tel/fax: 039.668122

Come arrivare:
In auto da Milano: prendere la Tangenziale Est, uscita Vimercate sud.

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Gibelli, Silvia (1993)

Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1999); Ribaudo, Robert (2013)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Barbalini, Fabio

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).