Rotonda di S. Lorenzo
Mantova (MN)
Indirizzo: Piazza Erbe - Mantova (MN)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Il suo posizionamento ad un livello inferiore di circa 150 cm da quello della adiacente piazza Erbe, oltre all'esistenza di due colonne e altri particolari costruttivi in pietra, suggeriscono che la chiesa fu realizzata recuperando o ricostruendo un precedente edificio romano. La chiesa, un notevole esempio di arte romanica, è articolata su una pianta centrale circolare, completata da un'abside semicircolare, ed è caratterizzata da un matroneo che conserva lacerti di affreschi dei secoli XI-XII che rappresentano un raro esempio di pittura romanico-lombarda, di chiara scuola bizantina. Nel corso dei secoli l'edificio subì trasformazioni radicali, fino alla sua definitiva sconsacrazione, nel 1579, cosa che aumentò velocemente il deperimento Questo venne arrestato col restauro dell'inizio del XX sec. quando venne restituita al culto, liberandola delle superfetazioni sviluppatisi intorno e in parte ricostruendola.
Epoca di costruzione: 1082 - ca. 1115
Descrizione
È strutturata come rotonda con nucleo centrale e ambulacro su due livelli, le cui volte a crociera (costruite su archi incastrati e archi trasversali falcati) contraffortano le spinte della cupola centrale. Pervenuta nelle facies del restauro di ripristino degli inizi del XX secolo, evidenzia molteplici zone di muratura (in laterizio) ritessuta o ricomposta: gran parte dell'esterno (lesene semicircolari incluse) salvo pochi corsi inferiori, numerose parti dell'interno e l'intera cupola.
La galleria è raggiungibile mediante due scale in spessore di muro, ed è aperta sul nucleo centrale con una serie continua di arcate su colonne cilindriche in muratura, in corrispondenza di quelle analoghe del piano inferiore. Gli archi sono rialzati e aperti nella parete curvilinea. Al piano alto si trovano sette nicchie nello spessore del muro perimetrale: lo stesso numero di nicchie che appare nelle rotonde di S. Tomè ad Almenno e di Neuvy-Saint-Sépulcre. Almeno tre elementi fanno della rotonda di S. Lorenzo un singolare esempio di "copia" della rotonda della Tomba di Cristo/Anastasis a Gerusalemme, come aveva intuito Marani (1974).
Ai dieci sostegni dell'ambulacro corrispondono dieci sostegni al livello della galleria: la loro somma offre l'identico numero dei sostegni inferiori dell'Anastasis.
Infine, nel nucleo centrale si riconoscono parti di cinque affreschi romanici (scompartiti da pilastrini scanalati dipinti) relativi alla vita di Cristo (Magi davanti a Erode, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio, Crocifissione) e di uno di più difficile identificazione: Calzona (1991) vi individua il Martirio di san Lorenzo, ma Ferlisi (2004) preferisce pensare a una Anastasis. In questo secondo caso si avrebbe una maggiore omogeneità tematica del ciclo, che diverrebbe solo cristologico, ma la presenza di una figura nuda sopra lingue di fuoco sembra accreditare il martirio di Lorenzo. Esistevano dipinti anche sopra gli archi del matroneo. Nelle tre volte a sinistra dell'ingresso ovest attuale (ne esiste un altro verso sud) si leggono consunte tracce di figure di angeli, e figure di santi fiancheggiavano le nicchie della galleria, proponendo così il simbolismo di una Hierusalem/civitas coelestis. Il totale rivestimento pittorico originario denota l'importanza attribuita all'edificio. Erano dipinte a finti marmi anche le colonne della galleria e i relativi capitelli (ne restano due esempi), mentre i pilastrini dipinti che dividono le scene cristologiche sono allineati con i sostegni superiori e inferiori, a dimostrazione della stretta relazione fra architettura e apparato decorativo. Calzona (1991) ha puntato l'attenzione su un Romanus pictor, citato in alcuni documenti mantovani (1073, 1088, 1097) e forse di provenienza romana, al quale attribuisce parte delle pitture di S. Lorenzo, che tuttavia in seguito (Calzona 2008) ha giudicato eseguite verso il 1110-1120 e non in prima fase, visto che si sovrappongono ad alcune formelle in cotto con grifoni affrontati a un cantaro (però non necessariamente di reimpiego e non necessariamente destinate a essere visibili). È da segnalare anche, in prossimità dell'abside del matroneo, la presenza di tre pilastrini di recinzione di recupero (uno con croce), presuntivamente del IX secolo.
Notizie storiche
La chiesa di S. Lorenzo dipendeva nel 1151 dall'abbazia di S. Andrea e aveva - almeno in quella data - chierici propri.
Nel 1535 la chiesa conteneva una capella S. Sepulcri con relativo altare, che forse potrebbe essere interpretata come l'erede di un'originaria edicola del Sepulchrum, se l'unica abside della rotonda conteneva l'altare di San Lorenzo.
La chiesa forse non fu dedicata al S. Sepolcro per il solo fatto che le preesisteva una chiesa suburbana con questo titolo (Marani 1974). La relazione proposta (Calzona 1991) con la Cappella palatina di Aquisgrana non sembra avere possibilità di dimostrazione, né per via documentaria né per confronto tipologico/strutturale (come invece accade per la rotonda di S. Maria a Brescia e la chiesa di S. Fedele a Como, in ragione delle conformazione delle volte). D'altra parte è logico per una chiesa dedicata a un protomartire il riferimento alla tomba di Cristo, sulla scorta dell'idea del martirio come imitatio Christi. È possibile che tra le funzioni originarie di S. Lorenzo vadano enumerate quella di cappella cimiteriale (sulla base dello scavo di tombe esterne) e quella di sede dei riti paraliturgici pasquali dell'abbazia di S. Andrea (Piva 1999, 2000), come si può supporre per la rotonda, anch'essa "copia relativa" dell'Anastasis, di Vigolo Marchese nel Piacentino, affiancata alla chiesa abbaziale di S. Giovanni; oppure per l'oratorio di S. Giovanni/S. Benedetto presso S. Pietro al Monte di Civate. Ferlisi (2004) arriva giustamente a definire la rotonda come "pasquale", osservando fra l'altro la corrispondenza tra l'abside, le uniche due colonne lapidee di reimpiego e la soprastante Crocifissione. Sembra verosimile, sulla base dell'interpretazione di Marani, che correlava S. Lorenzo a Gerusalemme e le chiese soggette a S. Andrea a un possibile itinerario di pellegrinaggio legato al culto del Sangue di Cristo, che la motivazione dell'origine della chiesa risieda nell'eco della prima Crociata, come avvenne in molti luoghi. La chiesa sarebbe quindi di poco posteriore al 1100 (Porter la datava 1115 ca.), contrariamente alla tradizione che la vuole ricollegare alla data 1083 (Marani 1974, 1987), data che continua a essere accolta, ma che è priva di fondamento storico-documentario. La stessa data si trova scritta al livello della galleria della rotonda, ma con grafia del XV secolo, quando si era già imposto il "mito matildico" (per l'invenzione seicentesca del Donesmondi relativamente alle cronologie delle chiese altrettanto falsamente ritenute "matildiche": Piva 2002). Dubita di una eventuale committenza matildica della rotonda anche Glass (2010). D'altra parte il riferimento a un decreto di Urbano II (1088-1099), nel documento del 1151 che riguarda la rotonda, non significa che S. Lorenzo esistesse già al tempo del pontefice, ma soltanto che la chiesa doveva essere affidata a chierici idonei, secondo il decreto di Urbano relativo alle chiese di proprietà dei monasteri.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa; intero bene: magazzino
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Riferimenti bibliografici
Mantova storia, Mantova : la storia, le lettere, le arti, Mantova 1958
Calzona A., La rotonda e il palatium di Matilde, PARMA: UNIVERSITA' DEGLI STUDI, IST. DI STORIA DELL'ARTE, CENTRO STUDI MEDIEVALI, PARMA 1991
Restori V., Mantova artistica sotto forma di guida, Mantova 1937
Credits
Compilazione: Comin, Isabella (2010)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2013); Comin, Isabella (2014)
Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Comin, Isabella
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN360-01052/
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