Castello di Chignolo Po - complesso
Chignolo Po (PV)
Indirizzo: Via G. Aglieri, 2 (Fuori dal centro abitato, distinguibile dal contesto) - Chignolo Po (PV)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: castello
Configurazione strutturale: Il complesso fortificato si sviluppa lungo l'asse nord-sud, ordinando in successione le due corti del ricetto, una rustica e l'altra nobile, il castello vero e proprio e il giardino. Il corpo principale del castello è a pianta quadrata con cortile e porticato interno, ha muratura in mattoni a vista e si sviluppa su quattro piani totali, dei quali uno è seminterrato. Sul fronte nord si apre la porta d'accesso carraia alla corte d'onore, mentre il fronte sud sorge su di un ampio terrazzo dal quale si scende nel giardino e nel parco. Nella parte centrale si erge una torre quadrata, resto dell'antico castello medievale. Il ricetto posto a nord è costituito da due distinti corpi di fabbrica paralleli e speculari, divisi da brevi ali mediane in due cortili aperti. Un grande parco circonda l'edificio e si estende in direzione est. A sud un viale conduce ad un grande caseggiato detto "Teatro delle Uccelliere". Un muro di cinta in mattoni pieni modellato circonda il parco
Epoca di costruzione: sec. XVII - ante 1715
Autori: Regalia, progetto; Cremascoli, Pietro, decorazione; Bianchini, decorazione; Ciniselli, Camillo, progetto; Ruggeri, Giovanni, progetto
Comprende
Descrizione
Il Castello di Chignolo Po è una delle più fastose residenze castellate di campagna della Lombardia. La sua struttura originaria risale al 1200, poi rimaneggiato e parzialmente riedificato tra il XVII e il XVIII sec.
Il complesso fortificato si sviluppa lungo l'asse nord-sud, ordinando in successione le due corti del ricetto, una rustica e l'altra nobile, il castello vero e proprio e il giardino.
Il corpo principale del castello è a pianta quadrata con corte d'onore e porticato interno, ha muratura in mattoni a vista e si sviluppa su quattro piani, dei quali uno è seminterrato. Ha due fronti: quello nord ove si apre la porta d'accesso che conduceva le carrozze signorili alla corte d'onore ed il fronte sud che sorge su di un ampio terrazzo dal quale si scende nel giardino e nel parco.
Il fronte d'accesso rivolto a nord ha un portale riccamente lavorato e finestre incorniciate di bianco e termina con una galleria sporgente sostenuta da mensole in pietra che ricorda la merlatura degli antichi castelli. Nella parte centrale si erge una torre quadrata, resto dell'antico castello medievale, nella quale si ripete la galleria; sopra è presente un giro di merli leggeri a coda di rondine. Attraverso l'atrio, dove si trovano affrescati numerosi stemmi ed un affresco quattrocentesco, si passa alla corte d'onore con portici di ordine dorico. Al piano nobile corre una loggia con balaustrata in ferro battuto. Al piano terra e a quello nobile, sale vastissime sono coperte da volte riccamente affrescate da artisti veneziani allievi di scuola tiepolesca. Settantotto tra sale e salotti riproducono i più suggestivi temi mitologici. Tutto è arricchito da stucchi barocchi. Due scale d'onore portano al piano nobile dove si trova conservato l'appartamento del cardinale Agostino Cusani Visconti che poteva, attraverso una griglia pavimentaria, assistere alle celebrazioni liturgiche che si svolgevano nella Cappella al piano terra. Quest'ultima presenta in pianta lo schema tipico di molti oratori del seicento lombardo: un'aula rettangolare conclusa con presbiterio quadrato, mossa dal ritmico susseguirsi di leggere lesene angolari.
La facciata più imponente è quella che guarda il giardino a sud: due avancorpi laterali sono raccordati da due torri circolari, in parte incorporate nell'edificio, più alte di un piano e coronate da merli a coda di rondine. La parte superiore dell'edificio è leggermente sporgente e sostenuta da mensole, così da ricordare le bertesche e la merlatura con feritoie degli antichi castelli. Nelle torri di raccordo particolari finestre ovali si contrappongono a quelle triangolari e rettangolari della facciata.
Un grande portale conduce ad una terrazza che guarda sul giardino: la balaustrata è ondulata ed in parte in ferro battuto; ai suoi lati due scalee arcuate scendono al giardino e al parco che circonda l'intero complesso.
Il ricetto posto a nord è costituito da due distinti corpi di fabbrica paralleli e speculari, divisi da corte ali mediane in due cortili aperti: negli edifici della corte nobile antistante al palazzo erano collocate le abitazioni degli agenti e le rimesse; nell'ala est del cortile rustico si trovava una scuderia per trenta cavalli e, sul lato opposto, il luogo per riporre i tini per la conservazione del vino mentre il torchio era collocato nei due corpi mediani.
Il castello è posto in posizione elevata da dove il terreno a meridione degrada dolcemente. Questa situazione naturale ha permesso la suddivisione dei giardini su due diversi piani, con la creazione di una lunga terrazza e la distesa di grandi aiuole. A sud un viale conduce ad un grande caseggiato detto "Teatro delle Uccelliere". L'edificio, destinato alla ricreazione nel parco, era preceduto da un piccolo lago artificiale, dalle forme ancora visibili. A circondare il parco, oltre a ciò che resta dell'antico fossato difensivo, un muro di cinta in mattoni pieni modellato in linee morbide e in stile tipicamente settecentesco.
Notizie storiche
Nel 1486, il feudo di Chignolo Po, essendosi estinto il casato dei Federici detti "Todeschini" per mancanza di figli maschi, passò a Beatrice Federici che lo portò in dote al senatore Gerolamo Cusani. La nobile famiglia milanese, investita di tale feudo e proprietaria del castello, ne mantenne il possesso sino al 1936. I Cusani trasformarono l'antico castello medievale, il cui nucleo originario risale al XIII sec., in villa di delizia, seguendo la moda che si andava diffondendo tra la nobiltà milanese negli ultimi decenni del XVII sec. Il complesso, che sorge isolato ai piedi delle colline di S. Colombano, è un ibrido, una sovrapposizione tra un'architettura fortificata e la tipologia della villa-palazzo. L'unico documento utile a datare la ristrutturazione, è una relazione dell'ing. Pasino Sforza, redatta nel 1698 in occasione di una controversia, in cui si indica il marchese Ottavio Cusani come finanziatore della prima campagna di lavori sul già costruito e ci permette di fissare il 1678, anno della sua morte, come termine ante quem per l'intervento. La ristrutturazione dell'oratorio, posto sul fianco est dell'antica torre, in forme barocchette dovute probabilmente all'ing. Ciniselli, risale con certezza alla committenza di Ottavio Cusani. La campagna di lavori, iniziata prima del 1678, subì varie interruzioni a causa di complicate vicende familiari e della successione nel cantiere di diversi architetti e progetti. Girolamo Cusani, alla morte del fratello, decise di continuare i lavori del castello, indisse un concorso e nominò Giovanni Gianelli come giudice per visionare i progetti degli ingegneri Ciniselli, Camerino e Regalia, preferendo il disegno di quest'ultimo. Certamente nel 1680 si procedette all'abbattimento dei corpi di fabbrica di sud-est e ad una parziale riedificazione. Forse la morte del Regalia, del quale si perdono le tracce alla fine degli anni ottanta, portò alla realizzazione di un secondo progetto anonimo, sicuramente condizionato dal rientro da Roma, nel 1690, dell'abate Girolamo che visse a Chignolo con il nipote Ferdinando, litigando continuamente sul progetto di ristrutturazione e facendo arrestare i lavori, forse per sopraggiunte difficoltà finanziarie. Il 22 settembre 1698 il Senato dovette risolvere nuovamente una contesa tra i due riguardo alla divisione degli immobili: all'abate furono assegnati i locali a sinistra dell'entrata principale del castello, mentre a Ferdinando e fratelli quelli a destra, ma le liti continuarono sino alla morte dell'abate avvenuta nel 1707. Il testamento dell'abate Girolamo Cusani, del 15 gennaio 1707, in cui si dice "Poichè mi trovo ben servito dal Signor Giovanni Ruggeri Architetto...li lascio filippi duecento per una volta tanto", risulta l'unica testimonianza documentaria a sostegno dell'attribuzione a Giovanni Ruggeri (nato nel 1668 ca. nell'area bergamasca, allievo di Fontana a Roma, attivo in Lombardia, artefice della facciata di Palazzo Cusani a Milano) del progetto di ristrutturazione del Castello di Chignolo, attribuitogli anche per confronti stilistici. Il Ruggeri, dovette affrontare una situazione non facile: una struttura precedente e le trasformazioni successive di altri architetti su una fabbrica inconclusa. Tra il 1695 e il 1703 costruì ex novo a nord il ricetto, in sostituzione di quello medievale. Un progetto di ristrutturazione del castello, datato 1679 e conservato presso l'Archivio interno al castello, ci tramanda la planimetria del nuovo palazzo da edificare e del fortilizio medievale, prima degli interventi seicenteschi, con le parti che dovevano essere mantenute della fabbrica antica e quelle che sarebbero state abbattute. Quattro corpi di fabbrica disposti attorno ad un cortile trapezoidale, porticato su di un lato e con una sola torre. Il cardinal Agostino Cusani intorno al 1724 amministrò il patrimonio del casato, a lui si devono i quattro torrioni, il riordino degli interni e la decorazione lapidea del cortile d'onore.
Uso attuale: castello: residenza; corpo speculare nord-ovest: attività dell'Associazione dei Cistercensi; rustici: attività agricole
Uso storico: castello: residenza; corpo speculare ovest: centro di cura; intero bene: difensivo
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Dragoni M., Bollettino della Società Pavese di storia Patria, La ristrutturazione sei-settecentesca del castello di Chignolo Po: una traccia per una storia degli interventi XLV, 1993, 157-175
Merlo M., Castelli, rocche, case-forti, torri della Provincia di Pavia, Pavia 1971
Vaccari P., Ticinum, Castelli del pavese: Belgioioso e Chignmolo Po, Pavia 1951, p. 2, n. 10
Rossi A., Chignolo Po e le sue frazioni, Pavia 1964
Mascheroni don G., Il borgo di Chignolo e la chiesa di S. Maria e S. Lorenzo. Note storiche dalle origini fino al 1925, Pavia 1980
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia, Novara 1990, 123
Credits
Compilazione: Mascione, Maria (1999)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2001); Perani, Germana (2001); Vergani, Cristina (2001)
Descrizione e notizie storiche: Manara, Roberta; Marino, Nadia
Fotografie: Ardiani, Paolo
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV110-00003/
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