Compreso in: Castello Visconteo - complesso, Pavia (PV)
Castello Visconteo - complesso
Pavia (PV)
Indirizzo: Piazza Castello (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Pavia (PV)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: castello
Configurazione strutturale: Il complesso è costituito dal castello, dal giardino, dai resti del muro settentrionale di chiusura del castello, dai tre ponti di accesso, dal fossato e dal muro di cinta che lo contiene. Ha un impianto quadrato, con due torri d'angolo pure quadrate e suddivisione regolare dei corpi di fabbrica in campate quadrate. La costruzione è in muratura di mattoni a vista; si eleva, nei bracci, su due piani fuori terra, un sottotetto e un piano interrato a livello del fossato, mentre le torri sud e ovest hanno quattro piani fuori terra e uno interrato. Gli accessi sono protetti da ponte, un tempo levatoio. La copertura è mista a due falde con struttura in cemento nei tre bracci verso l'esterno, a leggio con orditura in legno verso il cortile interno. Nelle due torri la copertura è a padiglione con capriate in legno e travi su muri. Il manto è in coppi di laterizio.
Epoca di costruzione: 1360 - fine sec. XV
Autori: Bernardo da Venezia, costruzione
Comprende
Descrizione
In un passo molto citato, Stefano Breventano (1570 ca.) riassume, due secoli dopo, con estrema chiarezza gli intenti di unitaria rimodellazione che animarono l'azione di Gian Galeazzo Visconti a Pavia: "E Giovan Galeazzo Visconte primo duca di Milano fu quello che fece fabbricare il castello di Pavia, il parco e la Certosa..., dicendo che voleva avere un palagio per sua abitazione, un giardino per suo diporto e una cappella per sua devozione".
Sottomessa la città da Galeazzo II nel 1359, appena un anno dopo iniziano i lavori di costruzione del castello, in un'area a nord, in direzione di Milano, dove era già stata edificata una più antica rocca, distrutta da Luchino Visconti nel 1342. Architetto ne fu con tutta probabilità Bernardo da Venezia, autore di S. Maria del Carmine, che gli conferì una forma nitidamente stereometrica. La fabbrica procedette in modo spedito, anche grazie alle corvées cui furono costretti vari comuni (i piacentini scavarono il fossato; i novaresi fornirono gran parte delle maestranze), e si concluse nel 1366, quando Galeazzo II chiese a Mantova i pittori per decorarla (della decorazione a fresco restano purtroppo solo esilissime tracce). Assunse così quell'aspetto sontuoso - più di palazzo di città che di vero e proprio castello - che indusse Pier Candido Decembrio, umanista e segretario di Filippo Maria Visconti, a definirla una "dimora che non ha eguali in Italia", nella quale, accanto alle esigenze difensive, si sviluppavano interessi artistici e culturali come la formazione della celebre biblioteca (poi in parte confluita nella Bibliothèque Nationale di Parigi) e persino devozionali (reliquie). Nell'ala poi distrutta si trovavano affreschi del Pisanello (1439-40), che ritraevano diversi animali "fatti d'oro" (è sempre il Breventano - che li vide - a descriverli).
Alla dimora si collegò il vasto parco, interamente recintato, che inglobò l'antica strada romana per Milano, ormai caduta in disuso, e un tratto della roggia Vernavola, destinato al diporto del duca e soprattutto alla caccia. A tal fine furono intensificate le aree boschive e venne costruito un piccolo padiglione, il Mirabello, ancora in parte conservato, dove risiedeva il capitano del parco. La fauna era ricchissima e variata (stando alle stime di età sforzesca vi erano 5.000 caprioli). Furono comunque conservate le attività agricole precedenti, insieme alle abitazioni dei contadini.
Le definizioni attestate nei più antichi documenti di "parchetto", "parco vecchio" e "parco nuovo" consentono di ipotizzare una progressiva crescita dall'età di Galeazzo II alla fine del XIV secolo, quando Gian Galeazzo chiamò la comunità certosina di Siena a fondare, all'estremità nordoccidentale del "parco nuovo," la chiesa destinata a diventare il nuovo pantheon dinastico, dopo il duomo di Monza e quello di Milano (la prima pietra venne posta il 27 agosto 1396).
Notizie storiche
Il complesso fu concepito come dimora di caccia e di svago nel 1360, all'inizio della signoria di Galeazzo II Visconti, che pensò anche ad un collegamento con Milano attraverso un canale navigabile, quello che sarà più tardi il Naviglio.
Non si sa chi fu esattamente l'ingegnere militare che assecondò il progetto di Galeazzo II di creare un grande palazzo, di 142 m. di lato e 4 torri angolari, in forma militare: vi era contenuto infatti accanto alla più grande biblioteca del tempo (circa 2000 incunaboli) e alle residenze signorili anche la più grande armeria del periodo. Beltrami agli inizi del '900 lo ascrive all'opera di Bernardo da Venezia.
Fu ultimato alla fine del XIV sec., ma pesantemente danneggiato durante la battaglia di Pavia del 1525, combattuta nel parco retrostante, per l'egemonia sul ducato, tra Spagnoli e Francesi. Andò distrutta insieme alle due torri posteriori l'ala settentrionale, vera espressione del vivere cortese visconteo, con le sale affrescate dal Pisanello e con i finestroni sulla tenuta di caccia.
Dal 1525 al 1921 fu adibito a caserma. Il restauro successivo ne alterò l'aspetto soprattutto nel cortile interno, poichè si modificarono le logge superiori con superfetazioni tratte da un falso modo di leggere l'antico e sull'esterno, con l'aggiunta di merli e beccatelli sugli spalti che avrebbero dovuto esaltarne il sapore medioevale.
Oggi gli spazi interni ospitano i Musei Civici.
Uso attuale: corpo principale: musei civici/ biblioteca; parte: biblioteca; sotterranei: spazio espositivo
Uso storico: castello: abitazione signorile, difensivo; castello: caserma militare
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: Ospita i Musei civici di Pavia, per cui la visita agli interni è legata alle modalità di ingresso agli stessi.
Orari:
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 17.50.
Nei mesi di luglio, agosto, dicembre, gennaio da martedì a domenica dalle 9.00 alle 13.30.
La cessione dei biglietti termina 45 minuti prima dell'orario di chiusura.
Chiuso il lunedì.
Biblioteca d'arte, Fototeca e Uffici
lunedì / mercoledì / venerdì: 8.30 - 13.30.
martedì e giovedì: 8.30 - 13.30 / 14.00 - 17.00.
Chiusi sabato e domenica.
Intero: euro 8,00 (tutte le sezioni aperte).
Ridotto: euro 4,00 (singole sezioni).
Come arrivare:
in treno: stazione di Pavia.
in auto: da via Ripamonti seguire per la Vigentina oppure con l'A7 uscire a Bereguardo
Riferimenti bibliografici
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Fonti e Documenti
relazione: Vicini D./ Tolomelli D. "Il castello visconteo di Pavia. Stato attuale degli studi e delle conoscenze", 2001
tesi di laurea: Università degli studi di Napoli, Zeccato S." Il sistema culturale e museale a Pavia tra '800 e '900"
tesi di laurea: Università degli studi di Pavia, Tallarini A.M. " I visitatori dei musei civici di Pavia"
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2001); Perani, Germana (2001); Vergani, Cristina (2001)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2004); Marino, Nadia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Cassanelli, Roberto; Ribaudo, Robert
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV110-00010/
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