Chiesa di S. Maria del Carmine - complesso
Pavia (PV)
Indirizzo: Piazza del Carmine - Pavia (PV)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: La chiesa ha pianta a croce latina con coro quadrato e corpo longitudinale suddiviso in tre navate. Il perimetro della chiesa, con la giustapposizione delle cappelle laterali, assume forma rettangolare, con le sole eccezioni della lieve sporgenza del presbiterio e dei contrafforti impostati in corrispondenza delle pareti che dividono internamente le cappelle laterali. A ridosso del coro si erge l'alta torre campanaria, a pianta quadrata. Il monastero si articola intorno a due corti, di cui il chiostro occidentale, porticato sui quattro lati, si addossa alla navata destra della chiesa.
Epoca di costruzione: 1373 - seconda metà sec. XV
Autori: da Venezia, Bernardo, progetto; Maciachini, Carlo, rifacimento facciata
Comprende
- Chiesa di S. Maria del Carmine, Pavia (PV)
- Campanile della Chiesa di S. Maria del Carmine, Pavia (PV)
- Canonica della Chiesa di S. Maria del Carmine, Pavia (PV)
- Convento di S. Maria del Carmine (ex), Pavia (PV)
Descrizione
L'interruzione della fabbrica in concomitanza con l'avvio dei lavori della Certosa e le molte coincidenze cronologiche con le vicende costruttive del Castello di Pavia fanno pensare che la paternità progettuale della chiesa sia da assegnare a Bernardo da Venezia, attivo nei due grandi cantieri cittadini; a sostenere tale ipotesi sono però soprattutto le soluzioni planimetriche e strutturali dell'edificio, riscontrabili in altre costruzioni progettate dall'architetto veneziano; in particolare la chiesa del Carmine di Milano fu realizzata, a partire dai primi anni del Quattrocento, riprendendo le soluzioni icnografiche, la tipologia dell'alzato e persino le misure del Carmine di Pavia.
La chiesa ha pianta a croce latina con coro quadrato e corpo longitudinale suddiviso in tre navate; la navata maggiore è scandita in quattro campate quadrate a ciascuna delle quali corrispondono, nelle navate laterali, due campatelle pure quadrate aperte a loro volta su due cappelle sempre quadrate. Coppie di cappelle quadrate uguali a quelle del corpo longitudinale trovano spazio sul lato orientale dei bracci del transetto, costituiti ciascuno da una campata corrispondente, nelle dimensioni, alla campata del coro e a quella dell'incrocio. Il perimetro della chiesa viene così ad assumere forma rettangolare, con le sole eccezioni della lieve sporgenza del presbiterio e dei contrafforti impostati in corrispondenza delle pareti che dividono internamente le cappelle laterali. L'intera struttura risulta dunque scandita dall'elemento base del modulo ad quadratum, caro a Bernardo da Venezia; un unico quadrato di base è replicato in larghezza, lunghezza e altezza (la navata centrale ha altezza doppia rispetto alle minori), in una sapiente ricerca di corrispondenze matematiche che conferisce un rigoroso equilibrio allo spazio interno dell'edificio.
Le volte, a crociera archiacuta, sono sottolineate da costoloni a toro in cotto, in risalto cromatico sull'intonaco chiaro; anche l'alternanza dei sostegni - robusti pilastri a fascio e pilastri deboli, più corti e privi delle semicolonne verso la navata maggiore - gioca sull'accostamento di materiali e colori diversi, il cotto e la pietra grigia di Angera. A ridosso del coro si erge l'alta torre campanaria, a pianta quadrata, con coronamento cuspidato e fianchi traforati da eleganti bifore.
Sopra l'alto zoccolo in serizzo azzurrognolo la larga, solida facciata a capanna, con linea spezzata, è suddivisa da sei poderosi contrafforti rettangolari in cinque campiture verticali, ritmate dai tre portali di rifacimento ottocentesco ornati dalle sculture di Luigi Marchesi (lunetta centrale con l'Annunciazione, laterali con i Santi Pietro e Paolo); l'elemento romanico del profilo a capanna viene rinnovato però nella leggerezza delle aperture a bifora, nel traforo del rosone affiancato da aperture minori, nello svettare dei sette pinnacoli di coronamento e, infine, nella fitta e raffinata decorazione del paramento murario in cotto lavorato a stampo. Ai lati del rosone due piccole nicchie ospitano sculture in terracotta raffiguranti l'Angelo annunciante e la Vergine annunciata, stilisticamente riconducibili all'ambito amadeesco.
Della decorazione interna della chiesa assai poco risale all'epoca gotica. Nel transetto sono riemersi alcuni affreschi votivi, restaurati negli anni Sessanta del Novecento da Ottemi Della Rotta: sulla parete ovest del braccio di destra si trovano tre raffigurazioni della Madonna col Bambino, santi e donatori, già assegnate a Michelino da Besozzo e alla sua cerchia e variamente collocate tra il primo e il quarto decennio del Quattrocento, quindi riferite all'anonimo Maestro dell'ancona Barbavara; il braccio settentrionale ospita invece i santi Cristoforo e Alberto carmelitano con donatori inginocchiati, databili intorno alla metà del secolo e ancora legati all'esperienza di Michelino, cui in passato sono stati assegnati.
Notizie storiche
Giunti a Pavia sul finire del Duecento, i Carmelitani si insediarono dapprima fuori dalle mura della città, su di un terreno ceduto loro dai Francescani, quindi, nel 1364, per assecondare le esigenze di Galeazzo II Visconti che intendeva espandere lo spazio prospiciente il proprio palazzo, presero possesso della chiesa dei SS. Faustino e Giovita, di proprietà dei canonici regolari di S. Pietro in Ciel d'Oro, che era situata nella zona nord-orientale dell'attuale chiesa del Carmine. Della fabbrica di una nuova chiesa, intitolata a S. Maria del Monte Carmelo, si ha notizia già intorno al 1370, ma la costruzione dell'edificio dovette procedere piuttosto lentamente, e non senza interruzioni. Intorno al 1390 Gian Galeazzo Visconti elargì una cospicua donazione, ma qualche anno più tardi, all'aprirsi del cantiere della Certosa pavese, i lavori si arrestarono per riprendere solo trent'anni più tardi. Nel 1461 fu eretta la facciata, con soluzioni ormai non conformi al progetto originario, e ancora nel 1490 era in fase di allestimento la pavimentazione interna dell'edificio.
Uso attuale: chiesa: cultuale; monastero: istituto scolastico
Uso storico: intero bene: cultuale
Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/ecclesiastica
Accessibilità: La Chiesa è aperta al Pubblico dalle 07,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 19,00
Per informazioni:
sito web: www.chiesadelcarminepavia.it
e-mail: carmine@parrocchie.diocesi.pavia.it
L'Oratorio è sito in via Valla 1 (angolo piazza Petrarca)
don Daniele Baldi - Parroco
don Nando (Coadiutore)
via XX Settembre 38 - 27100 Pavia
telefono: 0382 - 27357
Per raggiungere il bene:
da Milano: A7 uscita Bereguardo, pi proseguire per Pavia
oppure Strada Vigentina, da Via Ripamonti
col bus autostradale: da Famagosta fino a Pavia
col treno: dalla Stazione Centrale, diretto per Pavia
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2004)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009); Marino, Nadia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00116/
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