Basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro - complesso
Pavia (PV)
Indirizzo: Piazza San Pietro in Ciel d'Oro, 1-5 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Pavia (PV)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Della chiesa longobarda rimangono pochissimi resti, nascosti sotto la ricostruzione romanica. Si presenta, così, come un edificio in mattoni, a tre navate con transetto, abside e cripta. Ai lati della chiesa si trovavano due conventi; quello a nord era occupato dai canonici lateranensi, quello a sud dai monaci agostiniani.
Epoca di costruzione: 1332 - inizio sec. XX
Comprende
- Basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro, Pavia (PV)
- Convento dei Padri Agostiniani di S. Pietro in Ciel d'Oro, Pavia (PV)
- Convento dei Padri Lateranensi di S. Pietro in Ciel d'Oro (ex), Pavia (PV)
Descrizione
La Chiesa di S. Pietro in Ciel D'oro è situata a nord del centro storico, nei pressi del Castello, e si affaccia sulla grande piazza omonima. Si tratta di una chiesa romanica con facciata a capanna, in cotto, tripartita da due contrafforti asimmetrici. Presenta elementi decorativi in arenaria: sottili lesene, profili di finestre e colonnine della loggetta non praticabile. Una finestrella cruciforme tra due oculi, tre monofore e più sotto tre bifore campeggiano al centro della facciata. La parte superiore si conclude con una loggia cieca sormontata da una cornice in cotto ad archetti pensili tipici dell'architettura romanica lombarda. Nella parte inferiore sono presenti tre arcate, traccia di un antico porticato che doveva essere addossato alla chiesa. Al centro si trova il portale in arenaria, riccamente scolpito, con timpano classicheggiante, e in una nicchia un angelo e due figure di oranti. Il portale risalta su un fondo a fasce alternate di laterizio e arenaria.
L'impianto planimetrico è di tipo basilicale, a tre navate con absidi. Le navate, risalenti al sec. XV, sono divise in cinque campate di volte a crociera, rettangolari nella navata maggiore e quadrate nelle minori, sostenute da pilastri.
Il finto transetto, coperto da volte a botte, è delineato attraverso la variazione dei volumi. All'incrocio tra la navata centrale ed il presbiterio, si elevano il tiburio ottagonale e la sovrastante cupola. Originariamente la copertura della navata maggiore doveva essere a capriate lignee dorate, a cui probabilmente rimanda il nome della chiesa. Il campanile non più esistente, è documentato in disegni dei secc. XVII e XVIII e si elevava sull'area oggi occupata dall'abside.
L'interno si contraddistingue per una grande imponenza e per il dislivello rispetto al piano della piazza; la chiesa si raggiunge mediante una gradinata che scende al piano delle navate. Questo doveva essere il livello della precedente basilica paleocristiana, mantenuto dai costruttori del medioevo.
Nella prima campata a sinistra sulle pareti vi sono affreschi quattrocenteschi con Storie della vita di Cristo attribuiti a Bartolomeo Bonone. In fondo alla navata di destra il pavimento dell'abside conserva avanzi di un mosaico del XII secolo. Nel presbiterio si trova l'arca di S. Agostino, capolavoro della scultura gotica del XIV sec. Questa è suddivisa in tre livelli: il basamento, ripartito in riquadri con figure di apostoli e santi sui quali si addossano i simboli delle virtù teologali e cardinali; il tempietto di S. Agostino costituito da pilastrini sui quali si appoggiano santi scolpiti a tutto tondo, che reggono la cimasa con riquadrature entro le quali sono raffigurati a bassorilievo episodi della vita del santo; il coronamento costituito da dieci timpani triangolari con i Miracoli del santo fra otto angeli. In un'urna d'argento dell'VIII sec. sono custodite le spoglie del grande Vescovo S. Agostino (354-430).
La cripta con il sarcofago di Severino Boezio (filosofo e consigliere di Teodorico), fu ricostruita nel 1884 dall'arch. Angelo Savoldi sulle tracce documentate di quella originaria senza rispetto per le stratificazioni storiche. Il fronte della cripta si eleva notevolmente sul piano della basilica ed è dotata di due accessi, ai lati dalla scalinata marmorea del presbiterio. L'interno è diviso da 5 navatelle longitudinali e 7 trasversali scandite da 24 colonne in marmo.
L'ampia sagrestia del 1561 presenta decorazioni di gusto manierista.
Notizie storiche
La basilica attuale romanica, posta originariamente in una zona fuori dalla cerchia delle mura della città, sorse sul sito di un più antico tempio, di epoca longobarda, forse sul luogo del martirio e sepoltura di Severino Boezio (filosofo, primo ministro di Teodorico, accusato di tradimento, ucciso nel 524 per ordine del re e qui sepolto, base del pilastro destro della cupola). Assunse le forme attuali tra 1090 e 1130 ca. L'intitolazione della chiesa si deve probabilmente all'originaria doratura del soffitto (piano o a capriate lignee) o alla presenza di mosaici a fondo oro nel catino absidale. L'esistenza della chiesa è attestata da diverse fonti a partire dal VI secolo, Paolo Diacono nel 604 menziona la basilica attribuendo a re Liutprando la fondazione tra il 720 e il 725 di un monastero adiacente alla chiesa. Documenti attestano che la basilica esisteva già al tempo di Ariperto, ma raggiunse il suo massimo splendore sotto il re longobardo Liutprando (712-744) che trasferì il corpo di S.Agostino (722 ca.), per sottrarlo alle incursioni saracene, dalla Sardegna a Pavia (capitale del regno). In occasione di questa traslazione, Liutprando fondò, vicino alla basilica, un cenobio di monaci che seguivano la regola di S.Colombano, dotandolo anche di cospicui beni, presto sostituiti dai Benedettini. Nel 744 Carlo Magno vi istituì una scuola di studi superiori di grammatica e retorica, inviando il monaco irlandese Dungallo ad insegnarvi. Probabilmente l'incursione degli Ungari a Pavia nel X sec. non risparmiò il monastero, la basilica e le relative testimonianze documentarie. Nel 1120 ca. iniziarono interventi di ricostruzione della basilica in forme romaniche, che fu solennemente consacrata l' 8 maggio 1132 da Papa Innocenzo II, in occasione di una sua visita in Lombardia; furono traslati i resti del re Liutprando che fino ad allora erano custoditi nella chiesa di Sant'Adriano. La critica ritiene il 1132 una data valida per l'esecuzione della facciata, l'interno invece sarebbe ascrivibile all'ultimo decennio dell'XI sec., infatti i capitelli che sostengono le volte presentano contatti con la scultura milanese del 1090. La basilica divenne celebre, come luogo di culto, per la presenza di sepolcri di personaggi illustri (il filosofo Severino Boezio, il re Liutprando, il Dottore della Chiesa S. Agostino) e per esser stata celebrata da Dante (Paradiso X, 128), Boccaccio (novella di Messer Torello da Pavia) e Petrarca. Nel 1487 fu rifatta la volta della nave centrale da Giacomo de Santis da Candia, in sostituzione forse del soffitto ligneo a cassettoni dorati, nel corso dei restauri voluti dal Priore degli Agostiniani Martino da Vercelli. Nel 1789, in occasione della soppressione delle comunità religiose, il convento a nord, vuoto e incamerato dal demanio, ospitò strutture militari, mentre l'altro a sud nel 1803 fu in parte demolito; la basilica, depredata di ogni arredo, fu venduta ad un privato come magazzino e cadde in rovina. Il Demanio francese demolì il chiostro degli Agostiniani (a destra della basilica), comprendendo nella distruzione anche il porticato esterno che era divenuto sostegno necessario per la navata destra, che crollò. Nel 1825 il Vescovo Mons.Tosi, approfittando di una visita di Francesco I a Pavia, ottenne il Convento lateranense come sede del Seminario diocesano, mentre la basilica, ridotta a magazzino militare, rischiava di essere venduta ad una impresa per demolirla e utilizzare il materiale di recupero. Nel 1864 la chiesa, tornata al Demanio, degradò sino al 1877, quando crollò la parte della navata centrale che forma come l'atrio interno, mettendo in serio pericolo anche la facciata. Nel 1884 iniziarono i restauri della basilica: si ricostruì l'intera navata destra che era crollata nel 1833 e parte della nave maggiore caduta nel 1877. La chiesa fu restaurata integralmente dall'architetto Angelo Savoldi che ricostruì la nave destra e altre porzioni mancanti. Il 15 giugno 1896 la basilica fu riaperta al culto.
Uso attuale: chiesa: chiesa; corpo laterale: caserma
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/ecclesiastica
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2005)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2012); Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Manara, Roberta; Marino, Nadia
Fotografie: Marino, Nadia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00257/
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