Compreso in: Cascina S. Damiano - complesso, Valle Salimbene (PV)
Cascina S. Damiano - complesso
Valle Salimbene (PV)
Indirizzo: Via Valle (Nel centro abitato, isolato) - Motta S. Damiano, Valle Salimbene (PV)
Tipologia generale: architettura rurale
Tipologia specifica: cascina
Configurazione strutturale: Si tratta di un grande complesso agricolo che confina a nord con la S.S. Pavia-Cremona. L'ingresso padronale è situato a nord, mentre l'ingresso dei mezzi agricoli è collocato nell'angolo sud-est. L'articolazione dei corpi di fabbrica definisce al centro una grande aia. A nord, lungo la strada statale, è collocato il corpo allungato a U delle case coloniche; a fianco di questo fabbricato si trova la casa padronale, con pianta rettangolare e portico verso l'aia, leggermente arretrata rispetto alla strada. Il lato est della casa padronale è racchiuso dal fabbricato principale dalla cascina, con pianta a U, che ingloba anche il piccolo oratorio. Si tratta di un edificio che definisce al suo interno una corte chiusa sulla quale si affacciano il lato sud dell'oratorio ed il lato est della casa padronale. I lati sud ed ovest dell'aia sono limitati da fabbricati rustici: lo stallone e le stalle più piccole; mentre sul lato est si trovano un fabbricato colonico e un rustico, oggi abitazioni.
Comprende
- Cascina S. Damiano, Valle Salimbene (PV)
- Casa padronale della Cascina S. Damiano, Valle Salimbene (PV)
- Oratorio di S. Damiano, Valle Salimbene (PV)
Descrizione
Il piccolo oratorio di San Damiano è inserito nel complesso architettonico dell'omonima azienda agricola di proprietà Marozzi in località detta Motta S. Damiano, e costituisce il lato nord del fabbricato principale a corte chiusa che si affaccia sulla strada per Belgioioso.
La chiesa probabilmente appartenuta all'Ordine degli Ospitalieri di S. Giovanni, era adibita all'accoglienza dei pellegrini che l'Ordine di S.Giovanni amministrava nel XII secolo. Una pianta del 1773 evidenzia la distribuzione dei fabbricati attorno a due nuclei disposti in direzione est-ovest. Il complesso è costituito da un'ampia corte quadrata, detta "corte da nobile", per la presenza, della casa del fittabile; su di essa, lungo i lati sud ed est si affacciano i locali di servizio (granai, cantina, tinaia) e le abitazioni dei braccianti, mentre sul lato nord, verso la strada per Belgioioso, è collocato l'oratorio. A ovest, attraverso il gruppo di case di contadini adiacenti all'abitazione del fittabile, si aggrega con andamento perpendicolare a "L" un altro corpo con fabbricati di servizio del fondo (stalle, granai, depositi e la bottega del fabbro).
E' difficile stabilire i tempi e i modi della progressiva costruzione del complesso che si suppone dilazionata nel tempo.
L'abitazione del fittabile, inglobata nell'attuale fabbricato a corte chiusa, deriva dall'accorpamento progressivo delle case dei braccianti ad un corpo originario; essa fu successivamente modificata con il conseguente parziale occultamento del settore sinistro del prospetto dell'oratorio.
L'oratorio è edificato su una sorta di rialzo, con una scala d'accesso di sette gradini in beola, per isolarlo dal passaggio della vicina roggia.
E' ad aula unica rettangolare, di piccole dimensioni e terminante con un'abside semicircolare in mattoni; oggi è inglobata all'interno di un corpo a due piani addossato alla chiesa. Dalla fascia basamentale partono sottili lesene collegate da una cornice ad archetti pensili binati. L'abside presenta tre monofore centinate, oggi tamponate, di cui quella mediana è stata aperta in tempi recenti.
La struttura portante è costituita da muratura di mattoni e copertura con orditura in legno e manto di coppi. L'interno è diviso in tre campate: quadrata la centrale, rettangolari e assai strette quelle a ovest e a est. La copertura della navata, risalente al settecento, in sostituzione della precedente copertura a tetto ligneo dipinto, è a volte intonacate: una volta a vela sulla campata intermedia e voltine a botte unghiate sulla prima e sulla terza campata; l'arco trionfale ribassato introduce al catino absidale.
La facciata, al cui fianco destro si addossa il fabbricato a corte chiusa della cascina, è a capanna, suddivisa da 4 lesene che in origine erano collegate tra loro dal coronamento ad archetti pensili intrecciati; al centro il portale ad arco, strombato a più ghiere; più sopra un ampio finestrone settecentesco con inferriata che ha sostituito un'apertura centinata. Nella parte alta della facciata un'apertura a croce (tamponata), compresa tra due piccoli oculi, anch'essi tamponati. Il paramento murario è caratterizzato dall'utilizzo di laterizi di grandi dimensioni e da graffiti ad incisioni diagonali. La facciata risultava dipinta con l'immagine di S. Rocco, della Beata Vergine e con tre armi della Religione di Malta ed aveva un portichetto voltato sostenuto da colonne. I prospetti laterali conservano il ritmo originario, nonostante alcune modifiche settecentesche. Questi prospetti si caratterizzano anche per la presenza degli stemmi della Sacra religione di Malta. A destra della facciata è addossato il piccolo campanile posteriore al 1773. All'interno l'altare in marmo nero con intarsi di marmi policromi, regge la statua della Madonna di Lourdes.
Notizie storiche
A circa 5 km da Porta S.Giustina (fine Corso Garibaldi) in Pavia si trova l'antica chiesa dei Santi Cosma e Damiano, oggi dei SS. Guglielmo e Damiano Vescovo, che fa parte di un complesso rurale denominato Cascina San Damiano, in località Motta San Damiano (dal nome del Vescovo vissuto tra VII e VIII sec.). L'oratorio fu "Commenda" dei Cavalieri Gerosolimitani (una delle numerose proprietà attribuite da Papi, sovrani o potenti cittadini, come simbolo di riconoscenza verso i difensori della civiltà cristiana), sino al 1800 quando i francesi vendettero i beni. La chiesa costituisce il lato nord (che si affaccia sull'antica strada per Belgiosioso riservata ai Duchi di Milano) della corte principale del complesso rurale. L'Oratorio esisteva già nel 1459 (come si evince dal Perversi). Il piccolo oratorio di San Damiano, inserito nel complesso architettonico dell'omonima azienda agricola di proprietà Marozzi risale ai decenni centrali del XII sec.; si localizza nell'area extra urbana, che Tozzi sostiene ricalchi l'antico itinerario romano Ticinum-Placentia, corrispondente alla direttrice del decumanus maximus della seconda centuriazione pavese. Il rapporto con questa importante via di comunicazione fu un elemento topograficamente rilevante per la località San Damiano nel corso del Medioevo. Scarsa e incerta è la documentazione esistente relativa alla chiesetta: in un documento del 1189 si segnalano terreni in località S.Damiano, soggetti al pagamento di tasse di fodro e giogatico; un altro del 1189 menziona alcuni appezzamenti di terra presso S.Damiano concessi in feudo dall'abate di S.Pietro in Ciel d'Oro; un atto di investitura di terre, ubicate in località "S.Damiano in cava", datato 1395, segnala forse l'esistenza di una cava di argilla, ma in queste fonti non si menziona mai una cappella connessa ad una struttura agricola. Solo la presenza di un nucleo di case denominato "Motta" (a ovest della cascina S. Damiano), fa pensare all'esistenza nei pressi di S.Damiano di una "motta", cioè di una fortificazione rurale minore (questo toponimo è usato nel XIII sec. in tutta l'Italia del nord a indicare strutture "a metà strada fra la dimora signorile fortificata e l'azienda rurale", in genere disposte su alture naturali o artificiali dette "motte" e ubicate in campagna). La prima fonte esplicita relativa all'oratorio si ha nel XVI sec. ed è relativa alla Commenda dei SS. Guglielmo e Damiano. Infatti dal XVI sec. la chiesetta verrà aggregata alla Commenda dei SS. Guglielmo e Damiano dei Cavalieri di Malta (l'inventario del 1747 delle suppellettili sacre della chiesa cita la presenza di reliquie, entro un ostensorio argentato, di questi due Santi). Nel 1525, in seguito ai danni agli edifici provocati dall'assedio francese, la Commenda, già precettoria dell'Ordine dell'Ospedale di Gerusalemme, ubicata fuori porta S.Giustina, viene trasferita nell'oratorio extraurbano. E' probabile quindi, che la chiesetta di S. Damiano appartenesse all'Ordine degli Ospitalieri di S. Giovanni fin dalle origini, ciò comporterebbe le mansioni ospedaliere adibite all'accoglienza dei pellegrini che l'Ordine di S.Giovanni amministrava nel XII secolo, sia nell'area est della città (facente capo alla porta di S.Giustina, con le fondazioni di S.Giovanni delle Vigne e di S. Guglielmo) che nel territorio di Villanterio (con gli ospedali di Borghetto e di "Galberio"). Questa ipotesi sembrerebbe sostenuta anche dall'esame diretto degli edifici attuali e dalla documentazione sei-settecentesca (verbali delle visite priorali, corredati di piante dei fabbricati e delle proprietà terriere) relativa alla Commenda.
Uso attuale: casa padronale: in disuso; cascina: abitazione; case coloniche est: abitazione; oratorio: chiesa; stalle: magazzino; stallone: in disuso
Uso storico: casa padronale: abitazione; cascina: abitazione; cascina: magazzino; case coloniche: abitazione; oratorio: chiesa
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Perversi D., Storia della mia parrocchia e de' suoi luoghi principali, Pavia 1927
Bruché M., Bollettino Storico Pavese, Documenti per la storia dei Gerosolimitani a Pavia, Pavia 1940
Spini M., Annali di Storia Pavese, L'oratorio di San Damiano presso Valle Salimbene (Pavia), Pavia 1999
Tozzi P., Storia di Pavia, Il territorio di Ticinum romana, Pavia 1984
Minasi L./ Piacentini M., La chiesa dei Cavalieri di Malta, Pavia 2006
Credits
Compilazione: Marino, Nadia (2007)
Aggiornamento: Marino, Nadia (2008)
Descrizione e notizie storiche: Manara, Roberta; Marino, Nadia
Fotografie: Marino, Nadia
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00574/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).