Museo della Basilica di Gandino
Gandino (BG)
Indirizzo: Piazza Emancipazione, 9 (Nel centro abitato integrata con altri edifici) - Gandino (BG)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: museo
Configurazione strutturale: Edificio di forma rettangolare con murature perimetrali in pietra, solette in c.a. , coperture a doppia falda con orditura in c.a. e manto in coppi. Significativo è il fronte dei loggiati sovrapposti, all'interno dell'edificio e i locali con soffitti di travature dipinte. La facciata verso la Chiesa è più semplice ma conserva finestre e un portale in pietra di Sarnico.
Epoca di costruzione: sec. XVII - sec. XX
Autori: Angelini, Luigi, restauro; Angelini, Sandro, progetto ampliamento
Descrizione
Il Museo della Basilica di Gandino è ospitato in una tipica dimora gandinese, di gusto rinascimentale, acquistata nel 1919 per raccogliere le numerose opere d'arte egli oggetti sacri legati alla religiosità della popolazione, straordinariamente ricca di tessitori e mercanti lanieri che avevano contatti con l'intera Europa. Questo fenomeno comportò grosse donazioni alla Basilica di Santa Maria Assunta, che a partire dal XV secolo venne dotata di pregevoli manufatti artistici, da qui la necessità di creare un museo che potesse ospitare tutto quanto ciò che non trovava spazio nell'edificio sacro. Il prospetto principale è caratterizzato dal cavalcavia che collega al sagrato, che corrisponde all'ingresso museale individuabile anche per la presenza di due cippi sovrastati da pinnacoli. La parte retrostante è invece definita dalle tipiche logge che si affacciano su ampi broli. Le collezioni sono costituite da opere italiane, francesi, tedesche, austriache e fiamminghe e sono suddivise in tre sezioni. La prima sezione, dedicata all'Arte Sacra, raccoglie materiale legato alla liturgia con paramenti sacri, oreficerie, arazzi, merletti, tessuti, codici miniati, statue lignee e dipinti. A partire dalle croci lignee, una del XV secolo di pittore lombardo e l'altra del XVI secolo di fattura tedesca, per passare alla serie degli arazzi fiamminghi di Frans Guebels, di Cornelio ed Enrico Mattens, fino alla teca che contiene l'altare e i manufatti in argento sbalzato e cesellato conservati anche nella sala del tesoro. Numerosi i dipinti con opere di area lombarda e veneta, fra questi l'Assunta di Alvise Benfatti, Cristo cade sotto la Croce di Niccolò Frangipane, Immacolata Concezione di Antonio Balestra, Comunione di San Casimiro di Sebastiano Ricci, l'Annuncio ad Anna e Giocchino e e il Matrimonio della Vergine di Domenico Carpinoni, Ritratto di nobildonna in nero di Antonio Cifrondi, Viatico e Corteo funebre di Ponziano Loverini, Viatico di Pietro Servalli. Anche la scultura lignea è degnamente rappresentata con opere del XV e XVI secolo. Straordinaria la collezione di opere tessili e di merletti, che vanno dal XV secolo fino al XX secolo, con manufatti di grande valore provenienti dall'Italia e da diverse aree europee in particolare Fiandre e Francia. Costituiscono un'unicità i ventitré pannelli, utilizzati durante il Triduo dei Morti, con rappresentazioni macabre costituite da vari scheletri che rappresentano le diverse classi sociali. La seconda sezione, aperta nel 1998, è invece riservata alla collezione di 280 presepi, mentre il terzo settore è dedicato all'archeologia tessile che consente di comprendere al meglio la storia dell'economia gandinese, entrambe sono ospitate nella dimora adiacente a quella dell'arte sacra nell'edificio delle vecchie scuole elementari.
Notizie storiche
Il Museo della Basilica di Gandino venne inaugurato il 15 dicembre 1929, oggi è considerato tra le più antiche e prestigiose istituzioni culturali italiane di questo genere. L'artefice di questa iniziativa fu il prevosto monsignor Giovanni Bonzi, uomo colto e amante delle arti, che colse appieno gli inviti di monsignor Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, per dar vita ad un museo in grado di conservare i preziosi arredi stipati nella sagrestia. Anche il vescovo di Pistoia monsignor Giuseppe Sarti, in visita nel 1908, suggerì di dare vita al museo. Per la sua vicinanza alla Basilica fu individuata la casa del vicario, tipica dimora gandinese del XVI secolo, acquistata nel 1919. Per rendere più agevole il collegamento tra il museo e la Basilica, venne realizzato un cavalcavia per consentire il passaggio diretto dal sagrato al piano primo dell'edificio. I lavori di sistemazione del museo vennero affidati all'ing. Luigi Angelini di Bergamo e durarono dal 1924 al 1928. Le sale furono abbellite dal pittore gandinese Michele Frana e le vetrine furono realizzate da Santo Gualeni e finanziate dai diversi gruppi che appoggiano l'istituzione. Nel 1930 il museo gandinese venne descritto nella Guida di Lombardia del Touring Club. Nel 1931 i beni del museo vennero pubblicati dal Ministero dell'Economia Nazionale - Direzione Generale Antichità e Belle Arti. Venne anche realizzata una specifica monografia scritta da Padre Luigi Sisto Pandolfi. Nel 1935 il museo venne ampliato grazie all'acquisto dell'attigua casa sul lato ovest. Nel 1964 il prevosto monsignor Antonio Giuliani riapriva il museo a seguito di un altro ampliamento della superficie museale e del rinnovo dell'esposizione realizzati dall'architetto Sandro Angelini, figlio di Luigi. Un ulteriore ampliamento è degli anni Ottanta quando il prevosto monsignor Alessandro Recanati ha sistemato l'edificio delle vecchie scuole elementari, le sale al piano terra vennero destinate all'arte tessile e, ai piani superiori, vennero ospitati i numerosi presepi provenienti da tutto il mondo donati dal gandinese monsignor Lorenzo Frana.
Uso attuale: p. 1, p. 2: museo; p. t.: deposito
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: Visibile negli orari di apertura del museo
Riferimenti bibliografici
Savoldelli A., Il museo della Basilica di Gandino, Villa di Seriane 1999
Antiche sete e argenti d'Europa: fede, arte e commercio in Val Gandino, Silvana editoriale 2000
Pagnoni L., Le chiese Parrocchiali della diocesi di Bergamo, Bergamo 1974
Fonti e Documenti
N. Rep. 3033, atto pubblico del 19 luglio 1919, Vendita casa del beneficio Parrocchiale alla Fabbriceria
Credits
Compilazione: Tiraboschi, Diego (2003)
Aggiornamento: Scaburri, Luca (2007); Morandini, Lucia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Morandini, Lucia
Fotografie: Morandini, Lucia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/RL560-00006/
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