Chiesa di S. Giovanni Battista
Morbegno (SO)
Indirizzo: Piazza S. Giovanni (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Morbegno (SO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Edificio a pianta ellittica coperto da imponente volta a crociera impostata su otto pilastri, con l'aggiunta del presbiterio molto profondo sormontato da una cupola emisferica. Facciata leggermente concava a due ordini sovrapposti divisi da un massiccio cornicione.
Epoca di costruzione: sec. XVIII
Autori: Ligari, Pietro, affreschi abside; Parravicini, Giacomo detto il Gianolo, affreschi cappelle laterali; Salterio, Stefano, sculture facciata; Buzzi, Carlo, decorazione plastica; Buzzi, Elia, decorazione plastica
Descrizione
Scenografica e imponente, la facciata curvilinea di S. Giovanni colpisce per l'alternanza degli elementi in pietra, dell'intonaco e delle sculture del coronamento che si stagliano contro il cielo.
Attraversata la luminosa piazza antistante, all'ingresso la chiesa è buia, quasi cupa. Alla maniera barocca, la luce scende dall'alto, attraverso aperture nascoste dai matronei e da cornici sporgenti. Abituato l'occhio, ci si accorge di essere sotto una enorme volta dal profilo ellittico insolito e ardito. Mano a mano si scorgono le cappelle laterali, le minori inserite nello spessore del muro, le due maggiori incorniciate da aperture a serliana e sovrastate da finestroni. Si può essere disorientati dalla pianta inconsueta dell'edificio, fin quando non si individuano al fondo il presbiterio, l'altare maggiore e l'abside, interamente affrescata da Pietro Ligari nel 1727, con la scena del Battesimo di Cristo al centro. Istintivamente lo sguardo risale fino all'abside dipinto con il Trionfo degli strumenti della Passione, dove è sospeso il grandioso reliquiario ligneo che custodisce la Santa Spina.
A luci accese si possono apprezzare a pieno i toni dorati delle pitture del Ligari e le ricche decorazioni murali delle cappelle laterali dove lavorò Giacomo Parravicini detto Gianolo. Gli altari secondari in marmi colorati ospitano tele di notevole qualità, opera di alcuni tra i maggiori esponenti del Settecento lombardo, quali Andrea Lanzani e Giuseppe Antonio Petrini.
Notizie storiche
Nel 1680 fu posata la prima pietra della nuova parrocchiale, ma una chiesa più piccola intitolata a S. Giovanni Battista a Morbegno già esisteva, proprio sul piazzale antistante la nuova fabbrica. Rimase in uso fino al 1714, poi si cominciò lo smantellamento e le funzioni furono spostate definitivamente nell'edificio più grande, sebbene non fosse terminato. La data incisa in facciata testimonia la conclusione dei lavori nel 1780. Nel frattempo il gusto era mutato e dagli schemi robusti e solenni del Seicento si era passati alla teatralità fastosa e vibrante del Settecento. Se per la facciata i tempi si erano allungati - Stefano Salterio impiegherà ancora un paio d'anni per realizzare le sculture - all'interno nel 1727 Pietro Ligari aveva già decorato tutta l'abside e la cappella di S. Michele, con grande coerenza formale e stilistica. Suoi anche i disegni per l'altare maggiore (1734-38) e per il catafalco smontabile, epicentro delle processioni del Venerdì Santo. Sua la pala d'altare della cappella del Crocifisso (1736) e quella con la Discesa dello Spirito Santo nella cappella omonima (1733). Prima di lui Giacomo Parravicini detto Gianolo aveva dato prova di sé affrescando la grande cappella del Carmine e quella di S. Giuseppe.
Numerosi furono gli artisti che fecero del S. Giovanni un esempio notevole di originalità barocca con derive rococò, tra i meglio riusciti dell'intera Valtellina. Tra loro Carlo ed Elia Buzzi, massimi interpreti della scultura in marmo nella Lombardia del Settecento.
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Credits
Compilazione: Ballarino, Elena (2014)
Descrizione e notizie storiche: Perlini, Silvia
Fotografie: Bonetti, Luca
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/SO010-00010/
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