Bagni Vecchi

Valdidentro (SO)

Indirizzo: Strada Statale dello Stelvio (Fuori dal centro abitato, isolato) - Valdidentro (SO)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: terme

Configurazione strutturale: Insieme di edifici di impianto medievale su più livelli e in parte scavati nella roccia: grotte, cunicoli, cappella, albergo.

Descrizione

I rinomati Bagni Vecchi si trovano a nord di Bormio, arroccati all'imbocco della strada dello Stelvio. Il prolungato sfruttamento delle sorgenti ha comportato continui rimaneggiamenti delle strutture deputate al soggiorno degli ospiti e all'erogazione dei servizi termali. I fabbricati giunti sino a noi esprimono con assoluta eloquenza il valore storico di un luogo speciale, amatissimo dagli abitanti di Bormio e delle Valli, e apprezzato dai turisti di tutti i tempi per il benessere che regala. Il corpo laterale di sinistra, con lo stemma del Comune di Bormio affrescato in facciata, è il più arcaico, come suggeriscono i possenti muri di sostegno. Conservano un volto antico i Bagni romani, due vasche alimentate da una sorgente che sgorga direttamente dalla roccia. Accanto ad essi sorge la chiesetta ad aula unica absidata di S. Martino, di impianto medioevale ma ricostruita e affrescata durante il Cinquecento. La parte del complesso che più si inoltra nella montagna è il tunnel ottocentesco che conduce alla grotta sudatoria di S. Martino, dove l'acqua scaturisce dalla roccia a una temperatura intorno ai 40°. Alcuni settori del percorso termale rievocano, nei nomi, una storia lunga duemila anni, contrassegnata da ospiti prestigiosi: i Bagni romani, i Bagni medioevali, i Bagni imperiali, i Bagni arciduchessa. Lo stabile aggiunto verso Bormio e diversi ambienti interni al corpo centrale come la Sala da conversazione, sono felici espressioni del gusto déco di inizio Novecento.

Notizie storiche

Le sorgenti di acqua termale di Bormio erano già note nell'antichità e verosimilmente risale lontano nel tempo la costruzione di vasche per immergersi. In virtù dei benefici effetti curativi, la fama dei Bagni andò diffondendosi ben oltre l'ambito locale, grazie anche agli scritti di numerosi medici e trattatisti. Persino Leonardo da Vinci, nel suo Codice Atlantico, menziona i Bagni di Bormio. Vicino passava una strada di antica percorrenza, perciò nel Medioevo il sito fu fortificato e dotato di una chiesa intitolata a S. Martino. Al contempo, furono via via ampliate le strutture termali e ricettive che, in linea con i caratteri dell'architettura abitativa alpina, erano parte in muratura e parte in legno. Le sorgenti appartenevano alla comunità; il Comune di Bormio ne regolamentava lo sfruttamento e ogni cinque anni affidava la gestione dei Bagni ad affittuari che garantivano la manutenzione del complesso e delle condutture. All'inizio del Cinquecento si mise mano alla chiesa, danneggiata dal crollo di un muro, mentre nel 1513-14 fu ricavato il bagno per le donne. L'appellativo "Bagni Vecchi" subentra negli anni Trenta dell'Ottocento per distinguere queste terme dai Bagni Nuovi edificati più a valle. L'offerta di lusso del nuovo complesso non impedì agli Svizzeri, subentrati nel 1858 nella proprietà di entrambi gli stabilimenti, di ristrutturare il più antico, la cui capacità ricettiva fu in seguito potenziata con l'Hotel Belvedere disegnato dal milanese Ugo Zanchetta (1912).

Uso attuale: intero bene: terme

Uso storico: intero bene: terme

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: Info:
tel.0342.910131
http://www.bagnidibormio.it/
info@bagnidibormio.it

Riferimenti bibliografici

Gianasso M., Guida turistica della provincia di Sondrio, Sondrio 2000, pp. 405-406

Guida pratica, Guida pratica ai luoghi di soggiorno e di cura d'Italia. Parte III. Le stazioni idrotermali, Milano 1936, p. 49

Lombardia Guida, Lombardia, Guida d'Italia del Touring Club Italiano, 2005, Milano 2005, p. 412

Credits

Compilazione: Marino, Nadia (2006); Vergani, Cristina (2006)

Aggiornamento: Ballarino, Elena (2014)

Descrizione e notizie storiche: Bormetti, Francesca

Fotografie: Bonetti, Luca

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