Villa Toeplitz - complesso

Varese (VA)

Indirizzo: Via Giovanni Battista Vico 46 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Sant'Ambrogio, Varese (VA)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: La villa, circondata da un vasto parco nel quale vi sono alcuni edifici accessori, ha un impianto quadrangolare sviluppato su tre piani di altezza nel quale si innestano un corpo cilindrico collocato sull'angolo sud ovest e una torretta, con soprastante cupola metallica a copertura di una specola per osservazione astronomica, sul lato nord. L'edificio, impostato su un basamento in pietra a vista, ha un disegno di gusto eclettico e presenta prospetti con paramento in mattoni scanditi da lesene angolari in bugnato. Le aperture sono sottolineate da cornici in pietra di gusto neorinascimentale in parte architravate e in parte con timpano curvo o triangolare. L'ingresso alla villa è collocato sotto un portico sopra il quale vi è una loggetta con colonne di ordine ionico. Il prospetto orientale è caratterizzato da un'elegante loggia a sei arcate su esili colonnine con nicchia centrale delimitata da lesene di ordine corinzio ispirate a modelli rinascimentali

Epoca di costruzione: 1905

Autori: Speroni, Alfredo, progetto; Brasini, Armando, ristrutturazione

Comprende

Descrizione

Villa Toeplitz, oggi sede decentrata dell'università dell'Insubria, sorge sulla collina a est di Sant'Ambrogio, zona di Varese ai piedi del Sacro Monte, caratterizzata dalla presenza di numerose ville liberty edificate come dimore estive della nobiltà e dell'alta borghesia milanese, tra l'inizio del XX secolo e il primo dopoguerra. In posizione dominante verso il Monte Orsa, Brunate, il Comasco e la piana di Induno, l'edificio è immerso nella vegetazione del grande parco caratterizzato da un'originale architettura di vialetti impreziositi da giochi d'acqua e numerose varietà di specie esotiche.
La villa fu costruita in stile eclettico, per conto del fondatore della neonata Banca Commerciale Italiana, Giuseppe Toeplitz, a partire dagli edifici di una dimora di campagna appartenuta alla famiglia tedesca Hannesen. L'edificio, frutto dei lavori di ampliamento e trasformazione degli edifici preesistenti, eseguiti per volere del banchiere subito dopo l'acquisto, si articola in un corpo centrale con annesse torri laterali, una a pianta quadrangolare, con specola per le osservazioni astronomiche e l'altra circolare, sul lato opposto. Loggiati, balconate e terrazze panoramiche movimentano il profilo esterno della costruzione, aperto verso il paesaggio e lo straordinario parco circostante, oggi aperto al pubblico. I materiali usati per la definizione dei prospetti esterni laterizio, pietra e cemento si accostano creando forti contrasti chiaroscurali, in particolare, in corrispondenza delle aperture.

Notizie storiche

La Villa deriva la sua denominazione dal banchiere polacco Giuseppe Toeplitz che nel 1914 acquistò la residenza di campagna della famiglia tedesca Hannesen per trasformarla poi nell'eccezionale esempio di architettura eclettica che possiamo osservare anche oggi. I lavori riguardarono l'edificio ma anche il grande parco circostante, scenograficamente allestito a partire dal 1927 su disegno dello studio parigino di architetti e paesaggisti L. Collin, A. Adam & C., che lo ampliò fino a raggiungere l'estensione di quasi otto ettari. Le catene d'acqua, inserite con opere idrauliche volte a incanalare l'acqua proveniente dal vicino Monte Martica, furono realizzate successivamente su progettazione del varesino Rinaldo Frattini. Grande ispiratrice dell'opera fu la moglie di Toeplitz, Edvige Mrozowska affascinata da questo tipo di ambientazioni naturali durante i suoi viaggi in Oriente e in particolare in Kashmir, dove poté visitare i Shalimar-Bag e Nisha-Bag, le due più belle realizzazioni dell'imperatore mongolo Babar (detto "Padre dei Giardini"). All'interno del parco trovavano sede diverse strutture tra cui una cappelletta, edificata dall'architetto polacco Goraska, campi da bocce e tennis, una piscina, serre (oggi in stato di abbandono) e alcune piccole stalle. Alla morte di Giuseppe Toeplitz (1938), la villa e il parco furono ereditati dalla moglie e dal figlio Ludovico. Questi la cedette nel 1945 ai fratelli Mocchetti che avviarono il complesso verso un certo declino, fino all'acquisto da parte del Comune nel 1972. Nella Villa fu allestito il Museo etno-archeologico Castiglioni e il parco fu aperto al pubblico. Dal 2001 l'edificio è sede distaccata dell'Università dell'Insubria.

Uso attuale: dipendenza piano terra: università; dipendenza primo piano: museo; villa: università

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Ferranti P./ Speroni E., Calandari do ra famiglia Bosina par or 1981, La villa Toeplitz di S. Ambrogio Olona e l'Ing. Alfredo Speroni, 1980, pp. 119-128

Ferranti P., Calandari do ra famiglia Bosina par or 1980, Uno sguardo nel passato sull'attuale parco di S. Ambrogio Olona, 1979, pp. 55-73

Pacciarotti G., Storia dell'arte a Varese e nel suo territorio, L'eclettismo nel territorio di Varese, Varese 2011, 2, pp. 394-415

Cottini P., I Giardini della città giardino. A passeggio nel verde di Varese, Varese 2004

Credits

Compilazione: Leoni, Marco (2013)

Aggiornamento: Marino, Nadia (2016)

Descrizione e notizie storiche: Nava, Valentina

Fotografie: Leoni, Marco

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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