Condominio in via Sacchi
Milano (MI)
Indirizzo: Via Giuseppe Sacchi 12 - Milano (MI) (vedi mappa)
Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici
Caratteri costruttivi:
- strutture: travi e pilastri in cemento armato
- facciata: intonaco a riquadri
- coperture: a una falda leggermente inclinata, con terrazza
- serramenti: in legno, con avvolgibili; a saliscendi (piano rialzato)
Cronologia:
- progettazione: 1947 - 1949
- esecuzione: 1947 - 1949
- data di riferimento: 1947 - 1949
Committenza: Società De Angeli Frua; Gustavo e Luigi Locati; Pini, Augusto
Autori:
- progetto: Lingeri Pietro; Pini Augusto
Uso: abitazione/ ufficio
Condizione giuridica: proprietà privata
Descrizione
Nel 1947 l'architetto Pietro Lingeri e l'ingegner Augusto Pini acquistano un vecchio edificio, pesantemente danneggiato dai bombardamenti dell'agosto 1943, allo scopo di ricostruirlo ex-novo e ricavarne il proprio studio. Lingeri vi realizzerà anche la propria abitazione, dal momento che l'appartamento e lo studio di corso Vittorio Emanuele II erano stati distrutti dagli stessi eventi bellici. L'edificio, al civico 12 di via Sacchi, era parte di un denso isolato triangolare che secondo i programmi del piano di ricostruzione doveva essere interamente ridisegnato a partire dall'individuazione di un grande spazio aperto al suo interno. I programmi urbanistici di edificazione dell'area verranno in larga parte disattesi e l'edificio si configura ancor oggi come un frammento di un disegno incompiuto. Dopo una prima proposta che ereditava l'impianto del fabbricato esistente, il 13 giugno 1947 viene presentato il progetto definitivo: la nuova costruzione, che si compone di un piano seminterrato, un piano terra rialzato e sei livelli superiori, prevede una minor superficie occupata e un arretramento rispetto al filo stradale. Il fronte principale, connotato da una sequenza regolare di aperture, è scandito al piano terreno da una serie di pilastri che si inseriscono nel volume sporgente della facciata soprastante e fuoriescono nuovamente, in forma di esili colonne, a definire l'elegante loggiato continuo al quinto piano. Sul lato destro una serie verticale di balconi molto sporgenti - in corrispondenza del punto in cui secondo il piano di lottizzazione avrebbe dovuto essere collocato un varco di accesso al grande cortile comune - costituisce una vivace variazione alla monotonia del partito compositivo del fronte. A livello strada, sotto la fila di balconi, è collocato l'ingresso carrabile, con una rampa che scende fino alla quota del seminterrato. All'interno un unico vano scala con ascensore distribuisce due appartamenti per piano, ad eccezione del piano rialzato dove si aggiunge anche l'abitazione del portiere. Secondo uno schema ricorrente negli edifici residenziali costruiti a partire dagli anni Trenta, gli ultimi piani sono riservati ai proprietari: al quinto piano si trova l'appartamento Lingeri, al piano superiore gli studi dello stesso Lingeri e dell'ingegner Pini, ricavati nell'ampio sottotetto e raggiungibili soltanto tramite le rampe della scala. Il quinto piano, arretrato rispetto al filo della facciata, lascia spazio a una terrazza di circa due metri di profondità, delimitata da colonne che sostengono una grande pensilina traforata nella parte superiore. La soluzione architettonica di arretrare il volume conclusivo dell'edificio ha origine dal rispetto delle prescrizioni edilizie del piano di ricostruzione, abilmente interpretate per ottenere un risultato di estrema leggerezza per il coronamento del fronte. Altrettanto leggero è l'attacco a terra: i pilastri che definiscono il basamento sono staccati dalla superficie della parete di tamponamento della facciata, secondo una soluzione che sarà in seguito utilizzata anche per il condominio Fronte Parco all'angolo tra via Giulianova e via Legnano. Questa volontà di separare gli elementi strutturali da quelli di tamponamento - rendendoli leggibili attraverso il sapiente gioco delle ombre - è una lezione che deriva dall'esperienza del Movimento Moderno e che Lingeri fa propria e declina in svariate soluzioni architettoniche, a testimonianza della continuità della sua ricerca e dell'originalità della sua poetica. Per quanto riguarda gli interni, la cura artigianale dei dettagli e la raffinatezza dei materiali e delle soluzioni d'arredo testimoniano la straordinaria capacità di passare dalla scala del progetto urbano ad una scala domestica: nell'appartamento che Lingeri realizza per se stesso, al quinto piano, il guardaroba, pensato come straordinario gesto plastico, riesce da solo a trasformare lo spazio della casa separando la zona dell'ingresso da quella del soggiorno.
Notizie storiche
L'edificio è parte di un più ampio Piano di Ricostruzione - messo a punto nell'immediato dopoguerra e mai portato a compimento - che attraverso una razionalizzazione dei lotti urbani avrebbe dovuto riconfigurare l'area tra via Ponte Vetero e via Sacchi; quest'ultima doveva essere allargata da 9,5 a 15 metri, mentre all'interno dell'isolato era previsto un grande spazio aperto collettivo, accessibile da tutti gli edifici all'intorno. Uno degli ingressi a questo cortile comune era previsto proprio in corrispondenza del lato destro della facciata dell'edificio di via Sacchi 12, che secondo le previsioni di piano avrebbe quindi assunto la funzione di chiusura di una delle parti costruite dell'isolato.
Documentazione allegata
- Prospettiva da Foro Bonaparte. Tav. 9, progetto realizzato. (Fondo Pietro Lingeri)
- Prospettiva da via Ponte Vetero. Tav. 7, soluzione non realizzata. (Fondo Pietro Lingeri)
- Pianta piano primo e secondo. Scala 1:100. (Fondo Pietro Lingeri)
- Pianta piano terzo e quarto. Scala 1:100. (Fondo Pietro Lingeri)
- Pianta piano rialzato. Scala 1:100. (Fondo Pietro Lingeri)
- Pianta sopralzo. Scala 1:100. (Fondo Pietro Lingeri)
- Disegno di progetto prospetto su strada. Tav. 8. Scala 1:100. (Fondo Pietro Lingeri)
- Imbocco di via Sacchi da via Ponte Vetero, immagine d'epoca. Stampa fotografica b/n. (Fondo Pietro Lingeri, Milano)
- Scorcio su via Sacchi. Fotografia Foto Fortunati. Stampa fotografica b/n. (Fondo Pietro Lingeri, Milano)
- Il cantiere, immagine d'epoca. Stampa fotografica b/n. (Fondo Pietro Lingeri, Milano)
- Interno, particolare schermo guardaroba. Fotografia Foto Fortunati. Stampa fotografica b/n. (Fondo Pietro Lingeri, Milano)
- Interno, particolare libreria e scrittoio. Fotografia Foto Fortunati. Stampa fotografica b/n. (Fondo Pietro Lingeri, Milano)
Fonti archivistiche
Fondo Pietro Lingeri, Milano - scheda fondo vedi »
Bibliografia
Forti G./ Gai G., Documenti di architettura, Case. 97 tavole, Milano 1955, serie A, fasc. 5, 23, pp. 394-395
Collotti F., Domus, Pietro Lingeri, case alte, medie, basse a Milano, Milano 1992, n. 741, settembre, pp. 100-106
Collotti F., Pietro Lingeri 1894-1968 la figura e l'opera. Atti della giornata di studio, Case alte, medie e basse a Milano: tra città concreta e programma modernista, Milano 1995, pp. 89-94
Baglione C./ Susani E. (a cura di), Pietro Lingeri (1894-1968), Milano 2004, pp. 314-317
Credits
Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea