Mensa e spogliatoi Alfa Romeo
Arese (MI)
Indirizzo: Via Giuseppe Eugenio Luraghi - Arese (MI) (vedi mappa)
Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; struttura ricettiva
Caratteri costruttivi:
- strutture: travi e pilastri in cemento armato
- facciata: pannelli in ferrofinestra; calcestruzzo tinteggiato allo Snowcem; intonaco Terranova lamato; mattoni pieni a vista (basamento)
- coperture: piana non praticabile, con alloggiamento per impianti di fabbrica
- serramenti: ferrofinestra (originali); in metallo, con sistemi oscuranti alla veneziana esterni (sostituiti)
Cronologia:
- progettazione: 1961 - 1963
- esecuzione: 1961 - 1963
- data di riferimento: 1961 - 1963
Committenza: Alfa Romeo
Autori:
- progetto: Minoletti Giulio; Chiodi Giuseppe
- esecuzione (cementi armati): Ediltorno
- esecuzione (infissi): Curtisa
- esecuzione (vetri): D'Adda
- esecuzione (pavimentazioni): Valsecchia
- esecuzione (impianti termici): Castagnetti Aster
- esecuzione (controsoffittatura): Bula
- esecuzione (verniciatura): Pagliuca Beraud
- progetto strutture: de Miranda Fabrizio; C.M.F.
Uso:
- (attuale) non utilizzato/ uffici
- (storico) mensa/ spogliatoi
Condizione giuridica: proprietà privata
Descrizione
Il lungo edificio in linea - formato dalla Spina centrale, di quasi un chilometro di estensione, e dal braccio perpendicolare della Spina est - è realizzato su progetto di Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi per ospitare gli spogliatoi, i servizi e le mense dei reparti di fabbrica Alfa Romeo, ad esso collegati attraverso una serie di passaggi in quota ortogonali al corpo di fabbrica. Il volume, con sezione a T, si sviluppa lungo l'asse trasversale dello stabilimento, in posizione baricentrica rispetto ai grandi padiglioni destinati alle lavorazioni industriali e ai servizi ausiliari (reparti stampaggio e assemblaggio, verniciatura, abbigliamento e montaggio finale, prodotti finiti, centrale termica), tutti progettati dall'Ufficio Tecnico Alfa Romeo. Il piano seminterrato e il piano rialzato erano occupati dagli spogliatoi, mentre al piano superiore erano situate le cucine, i servizi e la mensa: una sequenza lineare di spazi utilizzati a rotazione che potevano contenere i quasi ventimila dipendenti degli impianti di produzione. All'ultimo livello, al di sopra delle mense, è collocato un corridoio panoramico, un vero e proprio elemento di riconnessione continuo che si estende per tutta la lunghezza dell'edificio, sulla cui copertura sono fissate le tubazioni degli impianti che alimentano lo stabilimento. La spina esprime un'idea di architettura seriale che ben rispondeva alle esigenze distributive e organizzative dell'azienda, costituendo una sorta di nastro funzionale a cui gli operai potevano accedere in breve tempo da ogni punto della fabbrica tramite eleganti passerelle appese a travi d'acciaio - anch'esse progettate da Minoletti e Chiodi - connesse al lungo corpo in linea. Inoltre, la continuità dei collegamenti interni consentiva agli operai di muoversi all'interno della fabbrica al coperto, senza dover utilizzare i percorsi esterni ricavati sotto i grandi aggetti dell'edificio. Il volume a sbalzo del piano superiore, caratterizzato da finestrature continue inserite tra i moduli strutturali del fabbricato, consente la creazione di ampi e luminosi spazi per i locali mensa senza che il fabbricato occupi grandi superfici nell'attacco a terra. Al piano stradale un lungo basamento formato da un rivestimento in mattoni pieni inserito in sottili riquadri metallici e interrotto soltanto dalle aperture dei locali seminterrati è sovrastato da una sequenza di finestre a nastro, mentre l'uso di colori vivaci (il rosso-arancio nelle travi e nei montanti delle passerelle, il verde acqua per i pannelli di tamponamento dei serramenti) favorisce la riconoscibilità degli elementi architettonici e dei percorsi attenuando la monotonia della vita della fabbrica. Alla quota delle mense la testata terminale a sud - più alta di due piani rispetto al resto dell'edificio - si inseriva attraverso una passerella direttamente al centro del corpo di fabbrica degli Uffici Tecnici, costruito tra il 1970 e il 1974. Al limite nord dell'edificio una passerella, questa volta parallela al corpo di fabbrica principale, si stacca dal volume lineare piegandosi ad angolo retto per collegarsi alla centrale termica e consentendo il passaggio delle tubazioni tecniche. Le dotazioni impiantistiche all'avanguardia e l'esperienza nella gestione architettonica degli spazi collettivi - basti ricordare la mensa per gli impiegati Pirelli alla Bicocca (1954-56), uno dei capolavori di Giulio Minoletti, Giuseppe Chiodi e Giuseppe Valtolina, o il Padiglione Finmare-Finmeccanica, realizzato per la X Triennale (1954) dallo stesso Minoletti con Mario Tevarotto e Renzo Zavanella - hanno favorito la creazione di un sistema semplice e modulare, adattabile funzionalmente: le passerelle in quota sono state pensate anch'esse come elementi modulari, per poter essere inserite in qualsiasi punto del lungo corpo di fabbrica in base alla conformazione e alla distanza degli edifici dei reparti di produzione, anche con la possibilità di nuove connessioni e modifiche nel tempo.
Notizie storiche
L'Alfa Romeo di Arese, costruita su oltre due milioni di metri quadrati di terreno in un'area compresa tra i comuni di Rho, Lainate, Garbagnate Milanese e Arese, è stato il più grande stabilimento produttivo della storica e gloriosa casa automobilistica milanese. La produzione, che in precedenza avveniva negli stabilimenti del Portello, nella zona nord-ovest di Milano, viene trasferita nella nuova fabbrica a partire dal 1963 in conseguenza della crescita esponenziale del marchio, con lo scopo di superare l'obbiettivo delle 150.000 vetture realizzate in un anno, traguardo impossibile da raggiungere negli spazi limitati del vecchio comparto urbano. Il nuovo complesso produttivo - una vera e propria città-fabbrica - dopo un primo piano urbanistico "industriale" sviluppato dalla "Production Engineering LTD" di Londra era stato realizzato durante gli anni Sessanta su progetto degli "Uffici Impianti (servizio "Edilizia")" dell'Alfa Romeo. Sull'area vengono costruiti anche gli Uffici Tecnici di Fabbrica, di Ignazio e Jacopo Gardella e Anna Castelli Ferrieri (1967-74) e - decentrato rispetto al nucleo produttivo - il Centro Direzionale con il Museo Storico Alfa Romeo, progettato da Vito e Gustavo Latis, Antonio Cassi Ramelli e Vittore Ceretti tra il 1967 e il 1976. Il Museo, che vanta una straordinaria collezione di modelli storici Alfa Romeo, era stato inaugurato nel 1976 e, dopo la chiusura nel 2011, è stato riaperto al pubblico nel 2015 insieme al Centro Documentazione, al bar-ristorante e al bookshop in seguito ai lavori di riqualificazione da parte di FCA Partecipazioni. Dopo la grande crisi degli anni Ottanta e l'acquisizione da parte del Gruppo Fiat, all'inizio degli anni Duemila lo stabilimento ha cessato ogni attività produttiva. I fabbricati industriali sono stati progressivamente dismessi e in gran parte demoliti. Tra il 2014 e il 2015 la Spina est - il segmento perpendicolare al lungo corpo di fabbrica principale della Spina centrale - è stata abbattuta; all'interno, in corrispondenza della portineria est, si trovava la sede del Consiglio di Fabbrica, con il grande murale realizzato nel 1978 da Giovanni Rubino insieme agli allievi di un liceo artistico milanese e a un gruppo di operai. Sempre nei pressi della portineria est era collocato il monumento "L'Uomo Libero" di Mario Robaudi, una singolare opera d'arte realizzata con i paraurti delle vecchie "Giulia". Entrambe le opere sono in attesa di una nuova collocazione. Oggi al posto dei capannoni a sud-ovest della Spina centrale sorge uno dei più grandi centri commerciali d'Europa.
Documentazione allegata
- Prospettiva. (Fondo Giulio Minoletti, Fondazione Archivio del Moderno)
- Schema generale. Scala 1:1000, 10 luglio 1961. (Fondo Giulio Minoletti, Fondazione Archivio del Moderno)
- Prospetto corpi laterali. Scala 1:100, 2 marzo 1962. (Fondo Giulio Minoletti, Fondazione Archivio del Moderno)
- Sezioni. Scala 1:100, 31 gennaio 1962. (Fondo Giulio Minoletti, Fondazione Archivio del Moderno)
- Riprese del cantiere, immagine d'epoca. Stampa fotografica b/n. (Fondo Giulio Minoletti, Fondazione Archivio del Moderno)
- Riprese del cantiere, immagine d'epoca. Stampa fotografica b/n. (Fondo Giulio Minoletti, Fondazione Archivio del Moderno)
Fonti archivistiche
Fondo Giulio Minoletti. Università della Svizzera Italiana, Fondazione Archivio del Moderno, Mendrisio - scheda fondo vedi »
Fondo Giulio Minoletti. Università della Svizzera Italiana, Fondazione Archivio del Moderno, Mendrisio - sito vedi »
Bibliografia
Finelli L., L'architettura. Cronache e storia, Nuovo stabilimento dell'Alfa Romeo ad Arese, 1965, n. 112, febbraio, pp. 648-57
Villani A., Città e Società, Alfa Romeo: organizzazione del lavoro, ambiente di lavoro, assetto del territorio, 1983, n. 3-4
Pozzi D., Una sfida al capitalismo italiano: Giuseppe Luraghi, Venezia 2012, pp. 199-207
Triunveri E., Giulio Minoletti, 1910-1981. Inventario analitico dell'archivio, Mendrisio 2014, pp. 86, 278
Sumi C./ Viati Navone A., Giulio Minoletti. Architetto, urbanista e designer, Mendrisio 2014
Credits
Compilatore: Suriano, Stefano (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea