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Castello Sforzesco - complesso
Milano (MI)
Indirizzo: Piazza Castello - Milano (MI) (vedi mappa)
Tipologia: architettura fortificata; castello
Caratteri costruttivi:
- strutture: muratura portante in mattoni; travi e pilastri in cemento armato; travi e solette ad elementi prefabbricati in cotto e cemento
- facciata: muratura di mattoni; pietra; intonaco rustico
- coperture: a falde, con manto in coppi
- serramenti: in ferro
Cronologia:
- progettazione: 1948 - 1959
- esecuzione (corte Ducale): 1954 - 1956
- esecuzione (cortile della Rocchetta): 1962 - 1963
- data di riferimento: 1948 - 1963
Committenza: Comune di Milano
Autori:
- progetto: BBPR
- progetto (museografia): Baroni Costantino
- progetto (collaborazione): Chiavelli Remo; Lanzani Giuseppe
- direzione lavori: Ghiringhelli Enrico
- progetto (calcoli strutturali): Ghiringhelli Enrico
- progetto (impianti): Ghiringhelli Enrico
Uso: museo
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Descrizione
Il restauro e la sistemazione dei Musei del Castello Sforzesco di Milano costituiscono uno degli episodi più alti della cultura architettonica italiana per il progetto degli allestimenti museali. Realizzato dallo studio BBPR con la consulenza del professor Costantino Baroni per gli aspetti museografici, l'intervento ha comportato una prima fase di restauro e consolidamento statico delle murature, con la rimozione di alcune superfetazioni e la ricostruzione quasi integrale del primo piano e delle coperture del cortile della Rocchetta e di parte della Corte Ducale, danneggiati dai bombardamenti del 1943; stante la decisione di risistemare in un unico percorso espositivo l'intero corpus delle Raccolte Civiche esistenti, la complessità dell'intervento derivava dal doversi adeguare all'eterogeneità di spazi e contenuti mantenendo l'unità dello stile; da questi presupposti scaturisce un allestimento scenografico le cui forme vengono desunte dalla conoscenza delle opere d'arte da valorizzare senza che questo impedisca una lettura unitaria dell'impianto museale. Nell'allestimento dei BBPR gli oggetti esposti partecipano alla narrazione insieme all'architettura che li ospita, in un gioco di reciproche relazioni che stabiliscono un nuovo contesto, una sintesi tra ciò che è contenuto e ciò che contiene. Le prime tre sale, al piano terra della Corte Ducale, sono dedicate alla scultura medioevale e progettate come un unico ambiente tramite il restauro e l'apertura dei grandi archi che le uniscono: si passa in sequenza dal portale della Pusterla dei Fabbri al monumento equestre di Bernabò Visconti, dalle sculture delle porte urbiche ai resti della chiesa di Santa Maria di Brera, tutti esterni trasportati in un interno. La celebre Sala delle Asse, affrescata da Leonardo con il disegno illusionistico di un pergolato creato dall'intreccio dei rami dei gelsi, viene allestita con un originale labirinto di pannelli lignei per mostre temporanee. Nella Cappella Ducale gli affreschi quattrocenteschi delle pareti e della volta vengono restaurati; all'interno sono collocati una Vergine orante sistemata sul pavimento e una Madonna del XV secolo. Di straordinaria intensità simbolica è il Cristo ligneo della Cappelletta, in cui la croce, ancorata alla muratura, diventa parte integrante dell'allestimento. Dopo la sala delle armature, scandita dalla sequenza dei tre grandi portali, la prima parte del percorso termina nella Sala degli Scarlioni, così chiamata per le decorazioni a linee spezzate bianche e rosse. Qui il percorso espositivo raggiungeva il suo momento più alto con la Pietà Rondanini di Michelangelo, per la quale i BBPR stravolgono l'assetto spaziale della sala: parte del pavimento esistente viene demolito e ricostruito più in basso per consentire la creazione di un sistema di scale mistilineo che avesse come fulcro conclusivo l'opera michelangiolesca. Quest'ultima, contenuta all'interno di una nicchia in lastre di pietra serena, era posta su un piedistallo scultoreo che appoggiava su un pavimento in trachite. Il percorso discendente che accompagna il visitatore conduce con processualità quasi religiosa a uno spazio raccolto, che svelava la scultura - l'ultima opera a cui lavorò il maestro - come apice dell'intero allestimento museale. Al primo piano della Corte Ducale si trovano la sala degli Arazzi, la Pinacoteca e le sale dedicate ai mobili, mentre attorno al Cortile della Rocchetta sono raccolti gli strumenti musicali, le ceramiche, i vetri e i costumi. Per le ceramiche, gli smalti e gli avori i progettisti introducono le teche, elementi di mediazione tra gli oggetti esposti e il monumento che tuttavia si accordano nei dettagli e nei materiali con il resto dell'allestimento. L'uso di materiali durevoli - il ferro, il legno, la pietra, il bronzo - e il ricercato disegno di arredi e percorsi - in particolare quello delle panche, delle scale e delle passerelle - rispecchia la volontà di adeguarsi alla monumentalità dell'insieme architettonico.
Notizie storiche
Il 2 maggio 2015, dopo un lungo e intenso dibattito, la Pietà Rondanini viene spostata nelle sale dell'antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco, con il nuovo allestimento curato dall'architetto Michele De Lucchi. La scultura era stata acquistata dal Comune di Milano nel 1952, proprio mentre gli architetti BBPR si stavano occupando della nuova sistemazione; questa occasione spinse i progettisti a ritagliare per la Pietà un posto d'eccezione all'interno dei musei, dando origine a "un'architettura nell'architettura". La sala degli Scarlioni, destinata a concludere la prima sezione del percorso museale con la scultura rinascimentale lombarda, subisce profonde modificazioni spaziali per consentire una più scenografica fruizione dell'opera michelangiolesca. Nel lavoro dei BBPR la caratterizzazione dello spazio architettonico e la ricerca di un'immagine perfettamente rispondente ai manufatti esposti nelle sale fissa in maniera indelebile il rapporto tra le opere d'arte e gli ambienti, rendendo pressochè impossibile qualsiasi cambiamento nella disposizione delle stesse. Nelle intenzioni dei progettisti c'era comunque l'idea di una disposizione potenzialmente flessibile, che consentisse tramite fessure nei pavimenti e spine alle pareti di effettuare alcuni spostamenti. Le collezioni nel percorso espositivo del Castello istituiscono un rapporto diretto anche con il progetto di recupero dello stesso manufatto architettonico, in opposizione al concetto di neutralità museale secondo cui tutto deve annullarsi di fronte all'importanza dell'opera d'arte. Proprio questa particolare concezione culturale - quella del museo considerato come opera d'arte in se stessa - sta alla base delle polemiche che sono seguite allo spostamento della Pietà Rondanini. Nel 1999 il Comune di Milano bandisce un concorso internazionale di idee - vinto dal portoghese Alvaro Siza - per una nuova proposta di allestimento della Pietà. Il progetto non viene realizzato, ma nel 2012 l'Assessore alla Cultura Stefano Boeri riapre il dibattito sul possibile spostamento dell'opera, aprendo la strada alla soluzione definitiva che porta il Soprintendente del Castello Claudio Salsi a decidere per la nuova collocazione: la necessità di rispondere alle esigenze dei visitatori con uno spazio autonomo e più ampio interamente dedicato all'opera michelangiolesca e quella di una maggiore accessibilità - la scalinata d'accesso costituiva una barriera architettonica - prevale sulla volontà di preservare l'unità dell'allestimento museale dei BBPR. Già a partire dalla metà degli anni Settanta, con la creazione di tre direzioni diverse per ciascuna delle sezioni (archeologia, raccolte d'arte e arti applicate), si era verificata una progressiva erosione di quella unità museale che Costantino Baroni aveva faticosamente perseguito: l'intervento più significativo fu la decisione di rinnovare l'allestimento della Pinacoteca, che venne affidato allo studio Albini-Helg-Piva. Le eleganti soluzioni espositive realizzate, basate sulla leggerezza e sugli effetti di smaterializzazione dei sostegni, erano agli antipodi rispetto alla possanza materica della sistemazione dei BBPR. Quest'ultima tuttavia, anche se parzialmente alterata nel tempo con altri piccoli interventi e manomissioni che ne hanno talvolta modificato il delicato equilibrio, resiste nella sua valenza culturale e nella sua immagine complessiva soprattutto grazie alla qualità dei materiali e all'espressività delle sue soluzioni formali: un punto di svolta nella cultura del progetto museale dove ogni oggetto esposto non esibisce soltanto la propria materialità ma rievoca e racconta la storia che gli appartiene. Oggi i Musei del Castello comprendono il Museo d'Arte Antica, la Pinacoteca - nuovo allestimento realizzato nel 2005 - il Museo delle Arti Decorative, il Museo dei Mobili e delle sculture lignee e il Museo degli strumenti musicali. A questi si aggiunge il Museo Archeologico con le sezioni Preistoria, Protostoria ed Egizia.
Documentazione allegata
- La sala d'ingresso ai Musei con la scala e le sedute progettate dallo studio BBPR. Stampa fotografica b/n. (Archivio Belgiojoso, Milano)
- La Pietà Rondanini nell'allestimento storico. Stampa fotografica b/n. (Archivio Belgiojoso, Milano)
- Vista dall'alto della Corte Ducale. Stampa fotografica b/n. (Archivio Belgiojoso, Milano)
Fonti archivistiche
Archivio Belgiojoso, Milano
Bibliografia
Ghringhelli E., Città di Milano, Un anno di lavori al Castello, 1955, n. 4, aprile, pp. 212-218
BBPR, Città di Milano, Stile del Museo, 1956, n. 3, marzo, pp. 188-195
Casabella-Continuità, Il riordino dei musei del Castello Sforzesco, 1956, n. 211, giugno-luglio, pp. 50-77
Belgiojoso, L. B./ Peressutti E./ Rogers E. N.,, Casabella-Continuità, Carattere stilistico del Museo del Castello, 1956, n. 211, giugno-luglio, pp. 63-68
Cederna A., Il Mondo, Il regista invadente, 1956, 9 ottobre
Labò M./ Pane R., Architettura. Cronache e storia, Dibattito sul museo del Castello Sforzesco a Milano, 1958, n. 33, luglio, pp. 152-163
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BBPR, Città di Milano, Continuazione di un allestimento, Milano 1963, n. 23, febbraio, pp. 102-103
Arrigoni P., Città di Milano, Le nuove sale della Rocchetta, Milano 1963, n. 23, febbraio, pp. 69-75
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Tafuri M., Storia dell'architettura italiana 1944-1985, Torino 1986
Polano S., Architettura italiana del '900, Milano 1991
Morello P., Storia dell'architettura italiana. Il secondo Novecento, La museografia. Opere e modelli storiografici, Milano 1997
Fiorio M. T., La Pietà Rondanini, Milano 2004
Belgiojoso, A.B., Il Castello Sforzesco di Milano, La rifondazione del Castello nel dopoguerra, Milano 2005, pp. 335-345
Brambilla P., Do.co.mo.mo. Italia, Riordino dei Musei del Castello Sforzesco. Milano, 1952_1963 Studio BBPR, Milano 2013, n. 33, ottobre, p. 3
Salsi C. (a cura di), Michelangelo. La Pietà Rondanini nell'Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco, Milano 2015
Credits
Compilatore: Suriano, Stefano (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea