Realizzato nell'immediato dopoguerra, il complesso, che sorge nella periferia nord-est di Pavia, lungo la via Vigentina che collega la città alla fascia meridionale milanese, si compone di due palazzine fronte strada collegate tra di loro da un portico che segna l'ingresso al complesso produttivo. Lo stabilimento è costituito da una teoria di capannoni caratterizzati da ampie vetrate e dalla copertura a volta ribassata estradossata. I vari accessi ai capannoni sono individuati da portali a travi curve in cemento armato, che determinano sul fronte una linea ondulata continua. Al centro del complesso sorge la torre per la raccolta delle acque. Oggi il complesso è parzialmente dismesso e in parte utilizzato da diverse imprese.

L'architetto Eliseo Mocchi, progettista dello stabilimento, è attivo a Pavia soprattutto negli anni '30, dove è chiamato a realizzare opere pubbliche di chiaro linguaggio razionalista. Nell'immediato dopoguerra è impegnato nei progetti di ricostruzione e rinnovamento urbano della città di Pavia. Sebbene in parziale dismissione, lo stabilimento è la testimonianza di una ricerca formale, di una volontà di fare architettura di qualità, anche su edifici industriali improntati all'economicità.

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2014); Servi, Maria Beatrice (2014)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio