Le case a schiera di Pegognaga riprendono in molti aspetti le scelte formali e l'impianto planimetrico delle case di Goito progettte da A. Rossi nello stesso 1979. A Pegognaga le case si caratterizzano per la presenza di un portico comune a doppia altezza esteso per tutto il fronte, da cui si accede alle abitazioni e che definisce una corte aperta e allungata, variante dello schema tipico delle case rurali lombarde padane. Anche i materiali riprongono in parte la tradizione edilizia lombarda, con il cemento mischiato al laterizio, in modo da ottenere una pasta consistente ocra/rossa da stendere sulle facciate. Il portico è sostenuto da sottili pilastri in cemento, mentre la struttura della copertura è in legno e i pavimenti esterni in cemento. Il complesso delle due case a schiera parallele tra di loro è chiuso verso via Einstein dall'edificio ortogonale che ospita i box, e che funge anche da portale di ingresso. Le case di Pegognaga anticipano per certi aspetti i temi propri dell'housing sociale, mutuandoli dall'architettura tradizionale agricola della zona.

Nel 1979 Aldo Rossi inizia con le case a Goito e quelle di Pegognaga un periodo di lavoro sul territorio mantovano, che durerà fino al 1983 con la stesura di un totale di cinque progetti. I due progetti sono l'occasione per Aldo Rossi di indagare le specificità della tipologia abitativa rurale del sud della pianura padana e, alla distanza di quasi quarant'anni, questa di Pegognaga mostra la vitalità di un'architettura costantemente in uso e recentemente sottoposta a manutenzione generale.

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2014); Servi, Maria Beatrice (2014)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio