La chiesa si pone come fulcro dell'abitato della frazione di Paniga, dove si inserisce con maestria nel paesaggio circostante con un riuscito connubio fra tradizione e contemporaneità, sia nella materia costruttiva (la pietra) che nella forma (le linee sinuose, la torretta circolare che emerge dall'impianto). La planimetria dell'edificio muta la squadrata geometria rivolta verso strada, dai muri in sassi lisci del Bitto, nell'abbraccio sul sagrato, dove le falde del tetto si allungano in due brevi porticati. All'interno viene articolato uno spazio fluido che converge sull'area sacra dell'altare, illuminato da un tamburo finestrato e da vetrate policrome, che ricorrono nelle molte strategiche aperture e dosano colori e intensità. E' una sorta di open space, che tuttavia non rinuncia ad articolare attorno all'altare in chiara gerarchia l'aula liturgica e gli spazi accessori.

La Gèsa Növa (chiesa nuova), come è conosciuta nella zona la chiesa della Madonna delle Grazie, è stata progettata dall'architetto Luigi Caccia Dominioni ed ha visto posata la prima pietra il 18 maggio 1969. La consacrazione è avvenuta il 9 settembre 1979.

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2014); Servi, Maria Beatrice (2014)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio