La conversione a museo dell'ex-birrificio lungo il fiume Mera, nella zona ex-industriale della Bottonera a Chiavenna, aderisce a un programma di valorizzazione dei Beni Culturali e Artistici di nuova concezione per l'epoca, basato sul rapporto tra le preesistenze ambientali e la nuova architettura, la trasformazione di un sistema di architetture minori in un aggregato di funzioni culturali e la scelta per il museo di cultura materiale e documentazione sul patrimonio storico diffuso, integrato con una biblioteca/archivio. L'area, una vasta corte definita su tre lati dai corpi del birrificio e confinante sul quarto con un altro ex-opificio, mantiene intatto l'impianto originario. Nel corpo più elevato e pregiato ha sede il museo; in uno dei capannoni a shed lungo il torrente, integrato da un nuovo corpo basso, la biblioteca; nell'altro capannone, un grande "coperto aperto", è esposto un monumentale torchio in legno. Il progetto distingue le integrazioni moderne dalle parti antiche conservate, nella scelta sia tipologica, come il nodo del vano scala, sia materica, il cemento armato a vista e le finiture in ferro verniciato per il nuovo, muratura in pietra e serramenti in legno per il preesistente.

Dalla metà dell'Ottocento a Chiavenna fiorisce l'industria della produzione della birra: nove sono i birrifici, che producevano il 20% della produzione nazionale. Nel '900 i birrifici si concentrarono nell'unica ditta Spluga, che resisterà fino al secondo dopoguerra, Nel 1975 inizia il progetto per recuperare il complesso abbandonato da tempo, che verrà aperto al pubblico nel 1983. Vi troveranno spazio la biblioteca e il museo della Valchiavenna e la Comunità Montana della Valchiavenna, che poi ha lasciato spazio agli uffici della Guardia di Finanza.

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2014); Servi, Maria Beatrice (2014)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio