Il piccolo blocco di negozi e bagni pubblici comunali, sorto al margine nord dei giardini di piazza Bertacchi, è un documento di architettura attenta a dialogare con il contesto, pure se in un episodio di piccola scala. In realtà è proprio la cura del dettaglio a qualificare il chiosco che, rettilineo verso la strada e sinuoso verso il "verde", crea un'intelligente mediazione tra la naturalità costruita del giardino e la solidità volumetrica degli edifici circostanti che vengono a creare la piazza. La sezione del tetto, asimmetrica e a conversa interna con alti sopraluce sia a sud che a nord, esprime l'idea di assicurare il massimo di luminosità allo spazio interno, quasi a favorirne l'integrazione con l'esterno. Il fronte sulla via si inscrive nell'asciutto linguaggio del razionalismo post-bellico, con i sottili sporti del tetto che lasciano in vista le teste della travatura interna e la rigorosa scansione delle aperture: generose vetrine al piano terra che espongono l'attività interna, amplificate dal sopraluce che sovrasta la pensilina di protezione all'accesso. Verso il giardino invece l'alta fascia di muratura compatta, con il suo modanato sopraluce, evoca l'immaginario naturalistico dei terrazzamenti valtellinesi grazie al rivestimento in pietra a spacco e a corsi irregolari.

Il chiosco è giustamente stato ristrutturato nel 2013, ma fu al centro di un vivace dibattito protrattosi per alcuni anni, almeno dal 2007 al 2009. Si contrapponevano da un lato le intenzioni dell'Amministrazione comunale, di abbatterlo per erigere al suo posto un edificio multipiano con parcheggi interrati; dall'altro la volontà di larga parte della cittadinanza, che invece ne sosteneva con forza il mantenimento. L'esito della vicenda è oggi sotto gli occhi di tutti: è stata salvaguardata sia la consistenza materiale, sia la sostanza funzionale del chiosco, che continua in veste rinnovata ad erogare i servizi per i quali era nato.

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio