Il grattacielo "Crystal Palace" sorge nel quartiere direzionale Brescia Due, il cui primo piano particolareggiato risale agli anni '60. Dagli anni '70 si cominciarono ad edificare le prime unità dedicate al terziario, e con il progetto del grattacielo si diede impulso alla realizzazione degli edifici di grande altezza. Il Crystal Palace, il cui progetto originario venne modificato in maniera significativa, è un parallelepipedo di 27 piani, alto 110 metri, coronato da un elemento emergente circolare ad uso eliporto. Con struttura in cemento armato è impostato su una grande piastra, adibita a servizi urbani, con un monumentale porticato a tripla altezza e con una hall illuminata da lucernai a piramide. Da segnalare all'interno, sempre nella zona di ingresso, i pilastri carenati a forma di "fungo", con lastre opaline che contengono l'illuminazione. Le facciate sono completamente rivestite da pannelli in vetro azzurrato e interrotte su due lati da una profonda rientranza centrale a tutt'altezza. Da segnalare la fontana sonora, inattiva purtroppo da diversi anni, alla base dell'edificio e progettata da Fedrigolli, formata da un meccanismo "a cucchiai" di raccolta dell'acqua e da quattro campane di misura diversa, a simboleggiare i quattro elementi naturali.

Nel 1985 l'architetto Bruno Fedrigolli lancia l'idea di un grattacielo nel nuovo centro direzionale Brescia Due, il Crystal Palace, che doveva essere - nelle intenzioni del progettista - il grattacielo più alto d'Italia con i suoi 131 metri in altezza. Il Crystal sarà realizzato agli inizi degli anni Novanta ma ridimensionato di una trentina di metri e rimodellato anche nella sua forma a seguito di un acceso dibattito che investirà tutta la Regione. Bruno Fedrigolli, aveva disegnato una struttura snella rastremata verso l'alto, con le facciate sfaccettate, ma i costruttori gli imposero una maggiore volumeria a fronte di una riduzione dei piani, riduzione dovuta anche alle reticenze dell'Amministrazione pubblica di consentire l'altezza di progetto. La versione definitiva adottata è stata quella di una banalizzazione del progetto, che ha portato all'edificazione di un regolare parallelepipedo vetrato, che ha comunque caratterizzato in maniera significativa lo skyline bresciano.

Credits

Compilatore: Servi, Maria Beatrice (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio